Correva l’anno 2012. La Fieg chiedeva alle pubbliche amministrazioni (Governo, Parlamento e ministeri compresi) di sospendere le rassegne stampa online. Accessibili a tutti e per questo, secondo gli editori, lesive del copyright.
Le rassegne e gli archivi diventavano così accessibili soltanto via intranet ai dipendenti. Allo stesso tempo nasceva la Licenza ARS (Agenzie Rassegne Stampa), gestita dal Repertorio Promopress su mandato degli editori, che — recita un comunicato della Fieg — “consente la lecita riproduzione ed utilizzazione degli articoli di giornale nelle rassegne stampa, analogamente ai sistemi da tempo operanti a livello europeo ed internazionale”.
A tre anni dal provvedimento che sollevò perplessità e proteste (impedire la consultazione gratuita delle rassegna stampa on line è un po’ come non trovare più i giornali in biblioteca), è cambiato qualcosa?
Senza essere un pirata informatico e con una semplice ricerca su Google, è possibile trovare ancora qualche rassegna stampa on line aperta a tutti. Si tratta di rassegne tematiche come:
Ministero Pubblica Istruzione
Clic Lavoro (che invece è settimanale)
Conferenza Episcopale Italiana
Consiglio Nazionale delle Ricerche
Provate, invece, con il sito dell’Ufficio Stampa Rai. Cliccando sul link che compare in homepage, vi chiederà le credenziali di accesso, invece se su Google digitate “rassegna stampa Rai pdf”, il primo risultato sarà quello della rassegna del giorno 😉
È notizia di pochi giorni fa la presentazione alla Camera della proposta di riforma dell’editoria targata Pd: tra le deleghe, si prevedono la liberalizzazione di rete di vendita e gli orari di apertura, la promozione della lettura dei giornali nelle scuole e più incentivi fiscali per gli investimenti pubblicitari nel settore.
Certo colpisce il fatto che, mentre in Parlamento alcuni esponenti del Partito Democratico si impegnano per una riforma necessaria e non più prorogabile, altri democratici — come la consigliera comunale di Perugia Emanuela Mori — difendono le ragioni della Fieg e alzano barricate per impedire ai cittadini di accedere alla rassegna stampa del Comune (qui la sua proposta).
Intanto…