(Ratatouille)
Regia di Brad Bird
PAESE: USA 2007
GENERE: Animazione
DURATA: 110′
Il topolino Rémy, raffinato appassionato di cucina, si ritrova catapultato a Parigi. Qui comincia una strana collaborazione col giovane e sbadato Linguini, appena assunto come sguattero nel rinomato ristorante Gusteau: il ratto, nascosto nel cappello, suggerisce le ricette all’umano che le esegue e diventa famoso. Ma cosa accadrà quando a mangiare arriverà il cattivissimo, inflessibile critico gastronomico Anton Ego? E cosa penserà l’ufficio d’igiene quando scoprirà che le cucine di Gusteau sono gestite da un topo?
Ottavo lungometraggio digitale Pixar, il secondo dopo l’annessione alla Disney (il primo fu Cars – Motori ruggenti nel 2006). Come la maggior parte dei prodotti partoriti dallo Studio di Lasseter, è la storia dell’incontro tra due mondi diversi, che in questo caso sono quello umano e quello animale. Il topo Rèmy, orgogliosamente non antropomorfo, è un personaggio geniale perché nasconde l’emblematico (e molto “umano”) dualismo tra ciò che si è per nascita e ciò che si è per vocazione. In questo caso, un ratto e un cuoco, un contrasto che diventa irresistibile proprio perché un ratto e la cucina di un ristorante dovrebbero essere cose da tenere il più distante possibile e invece si incontrano a meraviglia. Che è un po’ come dire: “non crederci quando ti dicono che non puoi fare qualcosa solo perché IN TEORIA non potresti farla”. I temi dunque sono noti (accettazione del diverso, fiducia nei propri sogni), così come la struttura basata su ascesa/caduta/rinascita, molto americana nonostante l’ambientazione francese, ma non mancano ispirazioni “alte” (una su tutte, il Cyrano de Bergerac), e il film fila via liscio senza intoppi, con un ritmo che non conosce tempi morti e un’infinità di invenzioni visive (lunghissimi piani sequenza, complicatissimi movimenti di macchina) da capogiro. Ma, come spesso accade nei film Pixar, la maggior ricchezza è nel disegno dei personaggi, tutti molto originali e perfettamente delineati nelle loro psicologie. Inoltre – e non è poco – la qualità dell’animazione raggiunge livelli vertiginosi. Ideato da Jan Pinkava, sostituito in corso d’opera da Bird che riscrisse la sceneggiatura. Tra i doppiatori originali spiccano Ian Holm (Skinner), Brian Dennehy (Django), Peter O’Toole (Ego), Janeane Garofalo (Colette).