L’attenzione è stata determinata da una serie di fatti e vicende poco edificanti che hanno visto la gerarchia cattolica giocare un ruolo da protagonista.
In effetti, alcuni degli abitanti del minuscolo stato posto al centro di Roma, nonché alcuni potenti della gerarchia cattolica, sembrano mettercela tutta per attirare negativamente l’occhiuta attenzione dei giornalisti infilandosi in ogni genere di scandali e spesso conducendo una vita all’insegna dell’ambiguità, della menzogna , del reato e della violazione sistematica sia del diritto positivo che di quello naturale, pretendendo poi di insegnare la morale cristiana ad oltre un miliardo di credenti cattolici. In verità, dopo tutto quello che da anni alcuni di questi campioni della gerarchia hanno dimostrato di essere capaci nel perseguire poco la santità e molto, ma proprio molto, la profanità, sono in tanti a domandarsi se costoro siano effettivamente “dottori”, seguaci della dottrina e della carità cristiana oppure faustiani ed entusiasti adoratori del male.
Periodicamente dal ribollente pentolone vaticano fuoriescono miasmi legati ora ai malaffari della banca vaticana IOR (Istituto per le opere di religione), ora alle ambigue frequentazioni di prelati con delinquenti matricolati ed affaristi senza scrupoli.
Circa la mancanza di scrupoli ha destato meraviglia lo scoprire che Don Verzè , patron, dell’ospedale San Raffaele oltre ad aver creato un buco da oltre un miliardo di euro, viveva ed amministrava con il piglio di un boss di “Cosa Nostra”, usando alla bisogna sistemi in tutto simili a quelli visti nella finzione scenica del film “Il Padrino” . Negli anni passati si è scoperto che uomini come Monsignor Simeone Duca investivano in maniera scientifica per conto delle più temibili sigle della criminalità organizzata. Il sospetto che anche lo Ior possa aver riciclato denari provenienti dalle attività della criminalità organizzata è forte.
Su questo fronte da anni si parla di conti correnti milionari aperti presso filiali di banche italiane a New York da religiosi che si intascherebbero le offerte spedite per posta ad un Santo famosissimo ed amatissimo in tutto il mondo. L’argomento è diabolicamente delicato. I religiosi in questione userebbero i fondi per alimentare i loro vizi: persino il Papa e le autorità della Repubblica Italiana avrebbero paura di tentare di risolvere la questione.
A proposito di vizi sembra ormai dilagante il problema della pedofilia da parte di alcuni sacerdoti che approffittando della loro autorità e posizione si sono spesso approfittati dei piccoli frequentaori delle chiese. Questi ministri di Dio non hanno evidentemente in nessun timore le parole di Nostro Signore Gesù Cristo che avvertiva:” Chi darà scandalo ai più piccoli è meglio che si metta una macina di asino al collo e venga gettato a mare”.
Come non bastasse, in questi mesi, si è scoperto che documenti delicatissimi sottratti dagli archivi e dalla scrivania del Papa venivano fotocopiati . Da qui i fogli, per scopi non ancora chiariti, venivano fatti “planare” su segnate scrivanie di colleghi che bene hanno fatto a dare pubblicazione ai documenti giunti loro. Ad essere coinvolte ci si mettono pure le suore che, come testimoniato nel mio libro E Liberaci dal Male , si lanciano coinvolgere in spericolate amicizie e si lasciano in inquietanti azioni degne dei romanzi di Alexandre Dumas ( quello dei tre moschettieri).
Questo monsignore, tra l’altro diplomatico, di cui scriverò nelle prossime settimane, era ricchissimo perché, incredibile a credersi, aveva anche fatto lo “spallone” tra Italia e Svizzera, trasportando oltre frontiera , capitali per conto di facoltosi imprenditori che lo beneficavano generosamente di cospicue percentuali. Questo monsignore girava armato con pistola 7,65 di marca Beretta e negli anni ha “dossierizzato” una miriade di documenti lasciati in gran parte nell’appartamento dove viveva prima di morire. Dopo una vicenda giudiziaria complessissima ora l’appartamento è nelle mani di privati. Che fine faranno gli inquietanti e succulenti documenti riguardanti potenti uomini e donne della “elite” italiana nonche di personaggi dello spettacolo?
Naturalmente, come più volte detto nello stesso libro E Liberaci dal Male, nella Chiesa non mancano i coraggiosi e i Santi ma costoro sono spesso emarginati se non combattuti.
Insomma il territorio su cui regna e governa il Pontefice Massimo , nonché vicario di Cristo in Terra, il Papa Benedetto XVI sembra assomigliare ad una bolgia dantesca più che all’anticamera del Paradiso.
Proprio per fronteggiare questa sorta di Caporetto in salsa cattolica, il Papa sembra aver preparato una riscossa che nei suoi disegni vorrebbe presagire una tripla battaglia vittoriosa. Si tratta di combattere su più fronti. Il primo avrebbe come obiettivo la sconfitta dei demoni accucciati nelle sacre stanze vaticane che inducono evidentemente in tentazione la gerarchia. Il secondo dovrebbe essere aperto contro quegli sciagurati dei giornalisti italiani che dovrebbero smetterla di ficcare il naso nelle vicende di Santa Romana Chiesa . Il Terzo è ultimo obiettivo è quello di ottenere nelle prossime ore che lo Ior venga “ promosso” a livello internazionale ed accolto tra le banche virtuose e non relegata nella black list degli istituti non trasparenti e quindi posto ai margini del mondo finanziario mondiale.
Vediamo nel dettaglio la strategia.
Intanto, lasciato nella vaticana prigione il cameriere della famiglia Pontificia , Paoletto Gabriele, Papa Benedetto XVI ha insediato a capo della speciale commissione cardinalizia preposta ad indagare sullo scandalo dei documenti sottratti e diffusi fuori del Vaticano (Vatileaks) il cardinale Julian Herranz. Il prelato appartenente dell’Opus Dei, sta riferendo direttamente e riservatamente al Papa che così può apprendere notizie su eventuali coinvolgimenti anche di porporati ( i cardinali) nella battaglia tra opposte fazioni in corso nei Sacri Palazzi.
Sul fronte bancario, dopo la tempesta del licenziamento del presidente dello Ior, Gotti Tedeschi, il Vaticano ha voluto per la prima volta far entrare nel misterioso torrione di San Nicolò V ben 50 giornalisti che hanno così potuto visitare l’antro dove si sono realizzate autentiche tragedie di stampo finanziario, quali quelle che hanno visto protagonisti l’arcivescovo Paul Casimir Marcinkus, il presidente del Banco Ambrosiano, Roberto Calvi, e il banchiere siciliano Michele Sindona. Obiettivo della visita in quella che in tempi lontani ospitava le galere vaticane, è quello di una mini operazione trasparenza.
La regola è antica ma questa, a differenza di quello che dice Cipriani, è stata agevolmente aggirata, spesso con l’ausilio delle stesse autorità dello Ior. Uno dei casi è quello avvenuto negli anni novanta, al noto ex ministro dei lavori pubblici della prima repubblica italiana, il democristiano ( corrente di Arnaldo Forlani) Gianni Prandini, il quale aveva la necessità di “inquattare” 4 miliardi e mezzo per paura che la magistratura italiana glieli potesse sequestrare a seguito di indagini a cui l’uomo politico era sottoposto.
Nel frattempo, dopo tante tribolazioni, il Papa finalmente sta partendo per le vacanze. Niente montagna perchè l’alta quota fa male alla sua ipertensione arteriosa, non gradisce però neppure il mare. Fedele allora all’oraziano “ aurea mediocritas, in medio stat virtus”, (la virtù sta nel mezzo delle cose) Ratzinger ha scelto il lago e le colline di Castel Gandolfo. Qui, lasciato quel nido di vipere del Vaticano, aspetterà i primi risultati delle sue strategie.
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