Ratzinger e il «secolarismo forte e aggressivo» della Spagna

Creato il 10 novembre 2010 da Andream
Ho letto l'intervista di Joseph Ratzinger del 6 novembre 2010, concessa ai giornalisti durante il volo in Spagna.
Mi interessava in particolare questo brano; l'intervistatore chiede informazioni sul nuovo Dicastero per la nuova evangelizzazione, e Ratzinger risponde (enfasi mia):
Con questo Dicastero ho pensato di per sé al mondo intero perché la novità del pensiero, la difficoltà di pensare nei concetti della Scrittura, della teologia, è universale, ma c’è naturalmente un centro e questo è il mondo occidentale con il suo secolarismo, la sua laicità, e la continuità della fede che deve cercare di rinnovarsi per essere fede oggi e per rispondere alla sfida della laicità.
[...]
La Spagna è stata, da sempre, un Paese “originario” della fede; pensiamo che la rinascita del cattolicesimo nell’epoca moderna avviene soprattutto grazie alla Spagna; figure come sant’Ignazio di Loyola, santa Teresa d’Avila e san Giovanni d’Avila, sono figure che hanno realmente rinnovato il cattolicesimo, hanno formato la fisionomia del cattolicesimo moderno.
Ma è ugualmente vero che in Spagna è nata anche una laicità, un anticlericalismo, un secolarismo forte e aggressivo, come abbiamo visto proprio negli anni Trenta, e questa disputa, più questo scontro tra fede e modernità, ambedue molto vivaci, si realizza anche oggi di nuovo in Spagna: perciò per il futuro della fede e dell’incontro - non lo scontro, ma l’incontro tra fede e laicità - ha un punto centrale anche proprio nella cultura spagnola.

Non sono sicuro di come vadano interpretate queste parole, perché l'intervistatore non pone altre domande a riguardo e non ho trovato altre elaborazioni dello stesso pensiero. Ma queste parole hanno un'interpretazione che se fosse corretta sarebbe molto grave.
Ratzinger afferma che la Spagna ha il merito di aver fatto rinascere il cattolicesimo moderno. Poi ricorda che in Spagna, negli anni '30 del XX secolo, nacque anche un anti-clericalismo «forte e aggressivo»; evidentemente si riferisce allo scontro, nella Spagna repubblicana, tra lo Stato socialista e la Chiesa, che appoggiava i reazionari fino a schierarsi col Caudillo, Francisco Franco (Eugenio Pacelli, Pio XII, pronunciò un discorso radiofonico in cui salutava la vittoria di Franco «Con inmenso gozo», «con immensa gioia»).
Prosegue dicendo, e qui c'è il passaggio in questione, che «questa disputa [...] si realizza anche oggi di nuovo in Spagna»; sembra dunque che parli di una disputa tra cattolicesimo e quella laicità «forte e aggressiva» che ebbe origine negli anni '30 (lo scontro tra fede e modernità sarebbe aggiuntivo a questa disputa).
La mia impressione è dunque che Ratzinger affermi che oggi, nella Spagna di José Zapatero, ci sarebbe una laicità «forte e aggressiva» come quella degli anni '30.
Ora, è vero che Ratzinger non è nuovo ad affermazioni così lontane dalla realtà come quella del Nazismo come «estremismo ateo del XX secolo», ma non voglio credere che una persona intelligente possa paragonare il matrimonio tra omosessuali, il divorzio più veloce e l'aborto più facile all'assassinio di preti e suore! Evidentemente sono io che non ho capito...Per finire, cito la risposta di Zapatero a Ratzinger, diffusa due giorni dopo l'intervista e che ha avuto meno risalto sui mezzi di comunicazione: la Spagna è uno Stato «non confessionale» la cui Costituzione «riconosce l'importanza della Chiesa cattolica ma garantisce la libertà di tutti». E questo lo dice il capo di un governo che ha aumentato i finanziamenti alla Chiesa perché si era reso conto che l'autofinanziamento delle confessioni religiose era fallimentare...
Grazie ad ebonmuse e al suo articolo «The Pope's Martyrdom Complex». La seconda foto raffigura Francisco Franco alla messa celebrata dal cardinale Federico Tedeschini al Congresso Eucaristico internazionale di Barcellona del 1953.

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