di Iannozzi Giuseppe
“L’amore coniugale”, continua Joseph Ratzinger, “non ha senso se non genera figli. Escludere questa dimensione comunicativa mediante un’azione che miri ad impedire la procreazione significa negare la verità intima dell’amore sponsale, con cui si comunica il dono divino”. L’idea che Ratzinger ha della famiglia è a dir poco di stampo medioevale; è dunque chiaro che non trova debita accoglienza nemmeno tra i cattolici più fanatici e/o fondamentalisti.
“Nel cammino della coppia possono verificarsi delle circostanze gravi che rendono prudente distanziare le nascite dei figli o addirittura sospenderle”, ammette alla fine della sua reprimenda, ma è un’ammissione diplomatica cui crede poco o nulla. E difatti subito puntualizza con occhi di zolfo puntati al cielo: “Niente interventi esterni, però. Casomai solo la conoscenza dei ritmi naturali della fertilità della donna che diventa importante per la vita dei coniugi. I metodi di osservazione, che permettono alla coppia di determinare i periodi di fertilità consentono di amministrare quanto il Creatore ha sapientemente iscritto nella natura umana, senza turbare l’integro significato della donazione sessuale”.
“L’aborto non può mai essere considerato terapeutico e i medici non ingannino le donne”, tuona oggi il diabolico Ratzinger durante l’Assemblea generale della Pontificia accademia per la vita. Per Benedetto XVI “l’aborto non è mai una soluzione alle difficoltà familiari o economiche, né ai problemi di salute, mentre la donna viene spesso convinta, a volte dagli stessi medici, che l’aborto rappresenta non solo una scelta moralmente lecita, ma persino un doveroso atto terapeutico. I medici, in particolare non possono venire meno al grave compito di difendere dall’inganno la coscienza di molte donne che pensano di trovare nell’aborto la soluzione a difficoltà familiari, economiche, sociali, o a problemi di salute del loro bambino. Specialmente in quest’ultima situazione, la donna viene spesso convinta, a volte dagli stessi medici, che l’aborto rappresenta non solo una scelta moralmente lecita, ma persino un doveroso atto terapeutico per evitare sofferenze al bambino e alla sua famiglia, e un ingiusto peso alla società”. Ratzinger predica il fondamentalismo cattolico, per cui se una gravidanza mettesse a rischio la vita della madre e del figlio che porta in grembo dovrebbe essere comunque portata a termine. Ratzinger invita le donne a mettere al mondo degli esseri infelici, per colpa di gravi tare genetiche o di altri gravi problemi intercorsi nel corso della gravidanza. Non contento, Ratzinger spara ancora: “L’attuale sfondo culturale è caratterizzato dall’eclissi del senso della vita, in cui si è molto attenuata la comune percezione della gravità morale dell’aborto e di altre forme di attentati contro la vita umana”. Ratzinger, giacché a parole sembra che ci tenga davvero tanto alla vita umana, pensi piuttosto a ripulire per benino il Vaticano oggi invaso da porci pedofili e pederasti della peggior specie, così tanto schifosi da far ribrezzo persino a Sodoma.
Il fondamentalismo cattolico propagandato da Benedetto XVI è non meno maligno del fondamentalismo islamismo più ottuso e feroce. E’ questo purtroppo un dato di fatto fin troppo bene evidenziato dalle parole del pontefice stesso, che vorrebbe rimettere la civiltà nell’utero del medioevo più oscuro e diabolico.