di Iannozzi Giuseppe
In occasione della Giornata mondiale della pace (che cadrà il 1mo gennaio 2011), Joseph Ratzinger scrive un messaggio affinché non si tolleri il fanatismo religioso o antireligioso, perché a suo modo di vedere la religione cattolica è una “autentica arma di pace”. E forse così sarebbe, non fosse che proprio il cattolicesimo insieme all’islamismo e all’induismo è una delle religioni più fanatiche al mondo, in grado di creare più vittime che non anime salve. I recenti casi di violenza e di pedofilia ad opera di diversi uomini di Chiesa – che Benedetto XVI ha pensato bene di aiutare nei loro malaffari offrendogli sicuro riparo negli anni Ottanta quando era cardinale a Roma – confermano, per l’ennesima volta nella storia del cattolicesimo, che l’originale messaggio d’amore di Gesù è stato più e più volte violentato e tradito.
In ogni modo, le ipocrite lamentele di Benedetto XVI si riassumono come segue:
“I cristiani sono attualmente il gruppo religioso che soffre il maggior numero di persecuzioni a motivo della propria fede. Il fondamentalismo religioso e il laicismo sono forme speculari ed estreme di rifiuto del legittimo pluralismo e del principio di laicità. Oltre alle persecuzioni, discriminazioni, atti di violenza e di intolleranza, nel mondo esistono anche forme più sofisticate di ostilità contro la religione, che nei Paesi occidentali si esprimono talvolta col rinnegamento della storia e dei simboli religiosi nei quali si rispecchiano l’identità e la cultura della maggioranza dei cittadini”.
“Tanti subiscono quotidianamente offese e vivono spesso nella paura a causa della loro ricerca della verità, della loro fede in Gesù Cristo e del loro sincero appello perché sia riconosciuta la libertà religiosa. Tutto ciò non può essere accettato, perché costituisce un’offesa a Dio e alla dignità umana, ed è una minaccia alla sicurezza e alla pace. Risulta doloroso constatare che in alcune regioni del mondo non è possibile professare ed esprimere liberamente la propria religione, se non a rischio della vita e della libertà personale”.
“L’ordinamento giuridico a tutti i livelli, nazionale e internazionale, quando consente o tollera il fanatismo religioso o antireligioso, viene meno alla sua stessa missione, che consiste nel tutelare e nel promuovere la giustizia e il diritto di ciascuno. Tali realtà non possono essere poste in balia dell’arbitrio del legislatore o della maggioranza, perché, come insegnava già Cicerone, la giustizia consiste in qualcosa di più di un mero atto produttivo della legge e della sua applicazione. Essa implica il riconoscere a ciascuno la sua dignità, la quale, senza libertà religiosa, garantita e vissuta nella sua essenza, risulta mutilata e offesa, esposta al rischio di cadere nel predominio degli idoli, di beni relativi trasformati in assoluti. Tutto ciò espone la società al rischio di totalitarismi politici e ideologici, che enfatizzano il potere pubblico, mentre sono mortificate o coartate, quasi fossero concorrenziali, le libertà di coscienza, di pensiero o di religione”.




