Ravenna è terra di mosaici, di mare ma anche di pinete, il pino fruttifero è nello stemma della città. Le pinete sono due, quella di Classe a sud, quella di San Vitale a nord. Nei tempi ormai andati la popolazione vi trovava sostegno economico, con la raccolta della legna, delle pigne, dei pinoli, delle erbe commestibili, dei funghi e degli asparagi. Ancora oggi, al mattino presto a maggio si raccolgono gli asparagi e in agosto le more. Fra i pini coi loro alti fusti e la chioma ad ombrello crescono, i carpini, l'olivello, il ligustro, il prugnolo, il sorbo, il nespolo e una variegata moltitudine di uccelli è veramente molto rilassante passeggiare o andare in bicicletta fra i sentieri, cercando di riconoscere dal cinguettio il volatile, a volte può sgusciare fuori all’improvviso una grossa biscia nera regalandoti una forte emozione. La pineta di San Vitale è caratterizzata da zone basse e da “staggi”, cioè zone più alte in questo modo molti alberi hanno il tronco parzialmente nell'acqua. Accanto a questa pineta si trova l’Oasi di Punta Alberete, è una foresta allagata, che ricorda che Ravenna era una palude. Il percorso è un “anello obbligato” da percorrere in religioso silenzio, fra gli alberi sommersi oppure fluttuanti, altri si specchiano nell’acqua moltiplicandosi. Questi laghetti d’acqua, sono chiamati “chiari”, si alternano a verdeggianti praterie, questa è la zona degli “staggi” cioè le zone dove la sabbia si è accumulata. Fra salici, ontani, frassini e pioppi, le rare piante palustri si fanno notare ugualmente con le loro appariscenti fioriture: Orchidea, Iris giallo, Campanellino e Ninfea bianca. Pesci, bisce, rane, tartarughe (fra cui la testuggine palustre) ma anche tante nutrie (io mi ci sono abituata ormai trovo belle anche loro). Non dimenticate il binocolo e la macchina fotografica per gli appassionati della natura qui si trovano rare specie di uccelli come l’Ibis, l’Airone, la Spatola, la Garzetta e il Martin pescatore.
immagine di Teoderica, la Pineta