Magazine Cultura
vista della Darsena di cittàfoto presa da qui
Più volte nel mio blog ho parlato di Ravenna e della sua candidatura a Capitale della Cultura 2019.Ieri è partita una delegazione di 10 persone attive nel mondo della cultura e non solo (leggi qui) che interverranno di fronte ai giudici e questi ultimi sceglieranno domani dalle 4 alle 6 candidate per la prima selezione.In tutto le città italiane sono 21.
Che dire?A questo punto si può solo aspettare.Certo, c'è stata una lotta come non mai tra tutte le città italiane e ovviamente ognuna ha le sue ragioni per diventare Capitale, ma soprattutto c'è la possibilità di veder crescere la propria città, vederla ampliata.Ovviamente, io spero che Ravenna passi e che diventi capitale.Ma gli altri ravennati lo vogliono?Io non so se avete mai visitato la mia città.I poeti che l'hanno visitata (potete trovare in questo mio post alcune loro poesie su Ravenna) dicono di aver "incontrato" una città apparentemente morta eppure non sono riusciti a resistere al suo richiamo, come se Ravenna fosse in realtà una sirena addormentata che chiede di essere trovata.Il fatto è che molti non stanno neanche a cercare. La calpestano con gli occhi spenti e le vere illusioni non sono quelle cantate dalla sirena, sono ben altre.E' una città imperfetta, lo riconosco, e molti mi dicono che non sembro davvero una ravennate.Perché? Perché sono curiosa, voglio sperimentare cose nuove, mettermi in gioco. L'ho fatto e continuo ancora adesso anche se vedo negli occhi di molte persone l'indifferenza, la fretta come ho segnalato in questo pezzo che ovviamente non si basa solo su di me.Eppure io incontro delle persone vogliose di crescere, di riappropriarsi della propria città.Alcuni si lamentano che bisogna considerare i veri problemi della città, non quelli legati alla cultura, come molte città italiane devono affrontare.Purtroppo in questi anni, ho potuto vedere come molte persone considerino la cultura un optional, qualcosa di cui puoi fare a meno. Eppure la cultura è la scintilla in più.Se uno va a vedere la lista delle città più sicure (qui la lista), può vedere che siano città aperte culturalmente, pronte ad accogliere il futuro e ai suoi cambiamenti. La maggior parte poi è composta da città che hanno una profonda tradizione.Ma la tradizione non deve essere un ostacolo per crescere. Sono come le radici di un albero che danno nutrimento e i rami siamo noi che cresciamo.Inoltre cos'è la cultura?Non è solo un fatto artistico, è un insieme di tante cose, dei tanti aspetti che compongono la società.
E poi l'arte non è solo nei musei. La si può incontrare anche per strada (e non sto parlando delle scritte amorose o di insulto).Quindi chiedo questo non solo ai miei concittadini, ma anche a tutti voi: che cosa desiderate fare nella vostra città? Vi sta bene che continui ad essere come anestetizzata? Perché a me non va assolutamente bene. Perché se vedo un seme, io voglio essere lì a coltivarlo, a farlo crescere.(Cultura deriva appunto da coltivare)Perché continuare a dire le stesse cose non si va avanti.Perché se una città desidera essere Capitale, deve prima pensare da Capitale.
Comunque vada a finire, è stato un bel viaggio e io spero che lo si continui con la stessa voglia e fermento che ho visto in diversi ragazzi e non solo.Alcuni ovviamente erano delusi, e onestamente anch'io sono rimasta delusa in alcune cose, però io testardamente continuo e in questi giorni ho visto che molti altri sono della mia stessa idea.
A venerdì.