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Ravenna e la sindrome di Stendhal.

Creato il 30 agosto 2013 da Il Viaggiatore Ignorante
La Basilica di San Vitale a Ravenna è paragonabile ad una bella donna che decide di vestirsi con abiti larghi per nascondere le bellezze di cui dispone.Perché mai questo paragone?Quando si giunge in vista della Basilica non si può immaginare quello che custodisce.Non solo come tesori dell'arte!
Il misticismo di questo luogo di culto antico, molto antico, ti pervade e ti lascia agitato, confuso e nel momento in cui alzi lo sguardo per ammirare mosaici ed archi arrivano i capogiri.I sintomi sono chiari: Sindrome di Stendhal.Possibile? I sostenitori dell'esistenza di questa sindrome affermano che gli italiani non dovrebbero esserne affetti per affinità culturale!!!
Ricordo che il secondo nome con cui viene riportato l'insieme di questi sintomi è Sindrome di Firenze, luogo nel quale si è manifestata per la prima volta nella mente di Henri Beyle (conosciuto come Stendhal) che racconta così il suo incontro con la chiesa di Santa Croce a Firenze:
"Ero giunto a quel livello di emozione dove si incontrano le sensazioni celesti date dalle arti ed i sentimenti appassionati. Uscendo da Santa Croce, ebbi un battito del cuore, la vita per me si era inaridita, camminavo temendo di cadere..."
Il mio incontro con San Vitale è stato "difficoltoso".Quando arrivano le 9.00 ritiro il ticket e comincio il tour fotografico dell'esterno, il quale non lascia trasparire minimamente quello che poi troverete, motivo per cui all'inizio dell'articolo lo paragono ad una bella donna che tende a coprire le sue bellezze.
Ravenna e la sindrome di Stendhal.
Ravenna e la sindrome di Stendhal.
Ravenna e la sindrome di Stendhal.
L'esterno è diverso dalla tipica chiesa Ravennate! 
La sua costruzione è databile all'anno 525 e la sua consacrazione all'anno 547, quando Ravenna era stata conquistata dai Bizantini. Il suo completamento è avvenuto grazie alle cospicue donazioni di un banchiere, motivo che gli valse la presenza nel mosaico all'interno della Basilica tra i dignitari di Giustiniano.
E' ora di varcare la soglia d'ingresso alla Basilica.
Sono solo con una addetta del complesso.
Le prime luci del sole penetrano dalle finestre. A questo si aggiungono luci "artificiali" ben disposte che permettono la visione d'insieme della chiesa.
Non siamo soli.
Una musica leggera e soffusa occupa lo spazio!
Il misticismo del luogo è in agguato.
Mi siedo per riprendere concentrazione, ma fatico.
Ravenna e la sindrome di Stendhal.
Ravenna e la sindrome di Stendhal.
Il primo mosaico che stupisce è quello posto sopra l'altare con il Cristo seduto sopra un globo azzurro tra due arcangeli. In una mano stringe il "rotolo dei 7 sigilli" e con l'altra porge la corona trionfale a San Vitale.Il complesso ciclo di mosaici emoziona e lascia il visitatore attonito e carico di domande.Ma le domande non riescono a trovare risposta in quanto gli occhi premono per cercare altri capolavori.Vi sono mosaici ovunque e la circolarità della Basilica inizia a pesare sulla testa.Mi risiedo ad ammirare il mosaico dell' Agnus Dei e quello del sacrificio di Abele. Volto lo sguardo e ritrovo Abramo ed il sacrificio di Isacco. La linearità della presentazione si disperde nella mia mente. La musica mi cattura l'attenzione.L'insieme dei sensi è assorbito dallo spazio nel quale mi trovo.Il misticismo, tanto decantato nelle cattedrali gotiche francesi, qui è vivo e presente. Almeno lo è in me.
Ravenna e la sindrome di Stendhal.
Ravenna e la sindrome di Stendhal.
Il famoso mosaico riguardante Giustiniano e la sua corte è splendido, altrettanto lo è quello raffigurante l'imperatrice Teodora. Questo è facilmente riconoscibile in quanto la donna sembra in movimento con un calice in mano.Il complesso della basilica è maestoso. Non solo i mosaici, la costruzione stessa per come è stata concepita lascia increduli. Non si può rimanere indifferenti di fronte a questa bellezza. Impossibile!
Ravenna e la sindrome di Stendhal.
Ravenna e la sindrome di Stendhal.
L'insieme dei mosaici di San Vitale rappresenta perfettamente la linea guida dell'impero bizantino sotto Giustiniano: fondamento apostolico, potere dell'impero e lotta contro l'eresia.
L'ultimo passo di questa giornata è quello di recarsi qualche metro dopo San Vitale ad ammirare il Mausoleo di Galla Placidia. Qui si ritorna ancor di più indietro nel tempo.Parliamo del periodo compreso tra il 426 ed il 430. La fortuna vuole che nessuno mi precede, la massa di turisti è ancora alle prese con le spiegazioni delle guide! Mi reco in solitaria nel mausoleo. Gentilmente chiedo all'assistente se fosse possibile chiudere le porte per assistere in tutto il suo splendore alla luce del sole che penetra nel piccolo mausoleo.
Ravenna e la sindrome di Stendhal.
Ravenna e la sindrome di Stendhal.
Ravenna e la sindrome di Stendhal.
La luce è fioca. Lo splendore della volta ricoperta di azzurro e di fiori stilizzati ti penetra negli occhi e nella mente. Non sarà facile dimenticarla. La lunetta del Buon Pastore e quella di San Lorenzo completano l'opera.
Stiamo parlando di arte che ha superato i 1500 anni.
Ed ancora ti guarda......
Fabio Casalini

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