Daini della Pineta di Classe:
La fauna selvatica è un bene indisponibile dello Stato che non può andare nell'interesse di pochi che li vogliono morti e arrosto!
Se sarà necessario, impugneremo anche al TAR la Delibera della Provincia di Ravenna n.252 del 12 novembre 2014, valida fino a febbraio 2015, resa immediatamente eseguibile da chi autorizza e pianifica una strage di animali, la provincia di Ravenna. Il sindaco tace, l'ATC esegue.
L'Associazione Vittime della caccia ha deciso di diffidare chi autorizza e permette l'abbattimento di oltre 60 Daini della Pineta di Classe ed è pronta a sporgere formale denuncia contro i responsabili.
Pur avendo previsto anni prima il naturale incremento demografico di questi splendidi animali introdotti dall'uomo, niente è stato fatto, nessun metodo incruento applicato seppur sia obbligatorio per legge, come dispone l'art.19bis comma 2 della 157/92. Tra l'altro l'uccisione massiva dei capi non accompagnata da altri interventi preventivi, quindi disgregando i gruppi esistenti, solleciterà nuove nascite, vale a dire il ripresentarsi del sovra popolamento in tempi rapidi.
Non appare infondato sostenere che si tratta di un'azione finalizzata a riproporre in un prossimo futuro nuove occasioni di divertimento per i cacciatori camuffati da "selezionatori", dichiara Daniela Casprini, presidente dell'Associazione Vittime della caccia.
Nella Delibera della Provincia si palesano incongruenze, mancanza di trasparenza e violazioni delle norme non solo sulla caccia. Inevitabile anche l'inibizione della fruibilità delle aree verdi pubbliche per riservarle in via esclusiva a privati cacciatori travestiti da selecontrollori.
Ci appare quindi una vera e propria sottrazione di un bene dello Stato e di tutti noi che invece li vogliamo vivi, manovra volta a favorire l'interesse e la "pancia" di privati armati.
Attrazione turistica prima, carne da macello poi. Questa manovra è emersa palese dal fatto che, pur avendo ricevuto la generosa offerta di una signora disposta a farsi carico degli animali, avendone i requisiti e coprendo tutte le spese, la Provincia continua il suo diniego adducendo l'impossibilità di cedere i daini a privati, ma permettendo ad altri privati di ammazzarli!
Beni pubblici messi a disposizione di pochi: creature senzienti da macellare a cielo aperto e aree verdi sottratte alla pubblica fruibilità, elusione di leggi dello Stato. No, non ci siamo proprio.
L'uso di armi a lunga gittata in luoghi fortemente antropizzati, tra l'altro, mette in serio e reale rischio anche l'incolumità pubblica senza per altro esserci alcuna necessità logistica e fregandosene delle diffuse sensibiltà di chi da tempo chiede la salvezza di questi animali e che si è reso disponibile ad una soluzione fattiva e concreta. Ora basta!
Associazione Vittime della caccia - 29.11.2014