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Razzismo, origine magrebina, news e infradito – di Francesco Tadini

Creato il 20 agosto 2012 da Francescotadini @francescotadini

origine magrebina, news, motori di ricerca, Francesco TadiniFrancesco Tadini Razzismo, origine magrebina, news e infradito a Brescia, in via Tadini. La seguente notizia mi sarebbe probabilmente sfuggita se non avesse contenuto il mio cognome (“avvertito” dal grande fratellone Google): “Brescia, Via Tadini: furto al negozio di scarpe “Pittarello” … Gli agenti hanno raccolto la testimonianza del commesso, che ha raccontato di aver visto due giovani, probabilmente di origine magrebina, rubare una scatola contenente un paio di infradito da uomo”.  Brescia Today pubblica on line questa notiziona nella Cronaca di Brescia. Poco da leggere. Poca cosa il furto. E verrebbe da dire: un ladro è un ladro, ma probabilmente il negozio riuscirà a proseguire senza gravi conseguenze.

Quello che voglio sottolineare è come Brescia Today scelga di evidenziare la “probabile” (il che significa: non certa) origine magrebina dei malviventi. Se fossero stati italiani avrebbe scritto “probabilmente di origine italiana”? E ancora – cosa  ben più importante – ho fatto la prova di chiedere a google le parole “origine magrebina”: per oggi  (ma magari grazie ai TAG verrà “cliccato” e diventerà importante per i motori di ricerca,  cementando l’associazione) vengono associate – a livello quanto meno nazionale – al furto degli infradito.

Francesco Tadini, news e motori di ricerca

Per oggi, ma forse anche per la prossima settimana  - o chissà per quanto, in internet – l’origine magrebina avrà il colore del furto. La testimonianza incerta di un commesso, tradotta in notizia da un rozzo cronista e da un ancor più rozzo webmaster (o pubblicatore) diventa qualcos’altro. Diventa che i magrebini rubano. ... come volevasi dimostrare … 

Se un sito di buon accesso, di numerosi click, ranking, seo profile (come un giornale on line, o uno dei mille immondi e rozzissimi aggregatori di notizie) cominciasse a pubblicare TAG  ”origine italiana”, oppure “made in Italy” associandoli a Tizo, Caio, Sempronio eccetera eccetera che EVADONO LE TASSE, o anche solo NON FANNO GLI SCONTRINI (forse il secondo è paragonabile per entità, quando non reiterato, al terribile furto degli infradito, dopo un mese – statene certi – il made in Italy avrebbe immonde fattezze per tutto il mondo degli internauti. Per  tutto il mondo web (non poca porzione dell’informazione globale) coloro che nascano incidentalmente in Italia verrebbero associati alla delinquenza.

Forse esagero. Ma non troppo. Pensiamoci. Bisognerebbe stabilire un codice deontologico della notizia on line. Bisognerebbe, almeno, discuterne. Non censurare, ma essere consapevoli, quantomeno, che le testimonianze incerte (come quella del commesso di Brescia) generano conseguenze certe!

Il razzismo è una malattia “lenta”: il virus del razzismo deriva da una continua, quasi impercettibile, penetrazione di messaggi che turbano, incidono e generano, un po’ alla volta, la più orrenda e antimoderna delle mentalità.

Francesco Tadini, Milano


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