RCS MediaGroup è al centro dell’attenzione ormai da mesi, tra conti in bilico, come la stragrande maggioranza dei gruppi editoriali, e relative ristrutturazioni, non passa giorno senza che il colosso di Via Solferino faccia notizia, emblema, in qualche modo, dell’attuale fase dell’industria dell’informazione o, meglio, di quella che una volta lo era.
L’attenzione ultimamente sembra focalizzarsi in particolare su la guerra di potere al suo interno e le relative posizioni del Direttore De Bortoli che hanno alimentato le voci su un suo possibile distacco.
“In God we trust all others bring data” potrebbe essere il payoff di DataMediaHub ed è per questo che mi sono messo a spulciare nel sito corporate del gruppo editoriale alla ricerca di dati sulla questione.
Risulta che a metà aprile sono stati pubblicati due documenti che aiutano, leggendoli of course, a farsi un’idea migliore della situazione del gruppo al di là delle indiscrezioni, delle voci di corridoio, di quella che quando lavoravo in azienda chiamavamo “radio moquette”.
Il primo documento è la presentazione effettuata da Scott Jovane e Riccardo Taranto, rispettivamente CEO e Chief Financial Officer del gruppo, per Mediobanca. Dello slideshow, che come sempre vale assolutamente la pena di leggere con attenzione integralmente, credo che valga la pena di evidenziare la tabella sotto riportata.
Emerge come rispetto al il piano strategico di sviluppo di medio termine per il triennio 2013–2015, presentato un anno fa di questi tempi, i ricavi siano stati del 4.2% inferiori rispetto agli obiettivi, mentre tutti gli altri principali indicatori siano in linea con le attese.
L’altro documento è la relazione finanziaria e di bilancio per RCS Mediagroup del 2013 e fornisce il dettaglio degli indicatori sopra riportati.
Si vede come nel 2013 vi sia stata una riduzione dei costi operativi di oltre 125 milioni di euro, quasi il 12% in meno rispetto al 2012. Questo, nonostante la flessione dei ricavi, sia per l’area diffusionale che quella pubblicitaria, che complessivamente calano del 13%, congiuntamente ad altre svalutazioni immobilizzazioni, consente di più che dimezzare le perdite rispetto all’anno precedente.
Adesso, secondo me, avete, abbiamo, maggiori e migliori elementi per valutare la situazione al di là del quotidiano gossip sul gruppo editoriale.