E’ passata quasi una settimana dalla Maratona di Boston e leggendo quello che ho scritto un anno fa durante la Maratona di Rotterdam, mi viene da sorridere.
Come la foto che pubblico, nella quale, nonostante sia rimasto colpito dal caldo e dal dolore acuto al ginocchio al 23mo chilometro, per cui non potevo correre, o almeno lo facevo a piccoli tratti, sono voluto arrivare in fondo con momenti in cui vedevo anche tutto nero ma con la maggior parte dove sono stato accompagnato, come un onda, da oltre un milione di persone che hanno festeggiato noi tutti come tanto non si poteva fare. Ed il sorriso non poteva mancare.
La Maratona di Boston è una corsa emozionante, piena ed intrinseca di storia, storia fatta di emozioni, di atleti, di vittorie e di sconfitte, di persone che hanno lasciato per sempre una traccia su quel lungo e altalenante percorso.
Ringrazio Dio di avermene dato la possibilità di partecipare condividendo la gioia e i dolori di quei momenti, ascoltare il vento delle emozioni, in una città dove quel giorno era magico, unico!
Rientro da un viaggio intenso con mio Figlio, dove 24/7 siamo stati insieme, 9 giorni di Figlio e Padre, di Padre e Figlio, discussioni della adolescenza, sintesi, scazzottamenti, coinvolgimenti, cultura, risate fino al mal di pancia, insegnamenti, preziosi momenti, emozioni.
Il tempo che passiamo insieme ai nostri Figli è prezioso, per loro e per noi. Ci sono scambi che non hanno valore nella vita esterna ma hanno un valore inestimabile in quella interna e accrescono il nostro imparare, sentire, capire.
E’ raro si riesca ad avere questa possibilità e questo fiume di avvenimenti è un altro dono e spesso guardando su nel cielo, a volte imprecando e a volte sorridendo, vedo gli occhi di sua Madre che ci guardano camminare su questa terra, uniti, in un unico cammino.