Ma sì, ci ho preso gusto a sfogarmi qui, in questo limbo del non ti vedo non ti sento. In fondo, i blog sono nati proprio come diari, due anni fa ho aperto Arlara con quello scopo, ora torno alle origini.
Nella mia attuale fase sfiduciata, mi accorgo di essere un Re Mida alla rovescia: tutto quello che tocco, diventa merda.
Come il negozio. Ha i prezzi più bassi della città, con questa “miseria che si scianguina”, come diciamo noi, dovrei avere la fila della gente fuori che si picchia per entrare. Invece non ho mai guadagnato un euro in 23 anni di onesto lavoro. Non scarico tutto sulla crisi, sulla grande distribuzione o sul malefico quartiere in cui vivo e opero, no, do la colpa a me stessa, scorbutica e solitaria, al fatto che studio e leggo invece di spettegolare, al profilo basso che ho sempre tenuto. La pubblicità martellante, i cartelloni, il volantinaggio, non fanno per me, le finte offerte mi sembrano volgari, oscene. Vorrei che la gente capisse da sola il valore del mio lavoro, della mia professionalità. Un’utopia.
Come con i libri che scrivo, con il Laboratorio di Narrativa, con questo blog, con le mie pagine Facebook, dove, al solito, mi ritrovo a parlare da sola. La solitudine mi accompagna da sempre, prima subita, poi ricercata. Tutti i miei personaggi sono caratterizzati dall’assoluta, completa solitudine ed estraneità al resto del mondo: Urmilla, Medea, Bianca, Ahnu, e ora Maddalena e Yeshua’. “Nessuno è solo come me”, dice Yeshua’. Il mio amatissimo Yeshua’.
A me difetta il contenuto, non lo stile. Per farsi leggere, bisogna avere una vita interessante. Puoi farti maltrattare dal marito, ad esempio, puoi prostituirti, assumere droga, diventare alcolizzata, naufragare su un barcone, lasciarti rapire dagli alieni. Ma dico, almeno moribonda, vorrai essere? Come quella poveretta di nome Annalisa, malata terminale di cancro, che ha firmato un contratto con Mondadori prima di morire. Forse si è illusa che essere letta e seguita l’avrebbe aiutata a guarire.
Siccome io, per il momento, non ho alcuna intenzione di defungere - né di uccidere qualcuno, farmi arrestare e poi liberare come Amanda Knox - sono in un vicolo cieco. Quale contratto vuoi che firmi? Nemmeno quello del mutuo, vista la mia dichiarazione dei redditi.
Se volessi far audience con questo blog e magari scrivere un libro di successo, forse potrei puntare sulla fobia sociale. I post sull’argomento sono stati gli unici a scatenare un putiferio di commenti. Tutti i bravi dottori a consigliarmi pillole e rimedi, tutti a giudicare, a puntare il dito, a gridare “così non puoi andare avanti!” Magari sarebbe un best seller ma non mi va di speculare sulla mia disgrazia, ne ho pudore. E ho rispetto di chi sta male come me.
Quindi, come ho detto ieri, non mi resta che andare avanti come ho sempre fatto, consapevole, però, che sono un Re Mida alla rovescia e che, se mai mi metterò a fare cappelli, nasceranno di certo uomini senza testa.