A breve arriverà un altro video, realizzato da un professionista, ma intanto sono lieta di consegnare all’etere questi 3 minuti che documentano il reading musicale del mio ultimo romanzo andato in scena a Pavia, presso l’Osteria letteraria Sottovento. La serata si inseriva nell’ambito della manifestazione Leggevamo quattro libri al bar organizzata dall’associazione onlus Vivere con lentezza.
Giuditta Rissone e Vittorio de Sica
sulla copertina de Il Dramma (15/1/1931)
Dello spettacolo, scritto da Dino Falconi e Oreste Biancoli, con canzoni e musiche di Vittorio Mascheroni, furono protagonisti Pina Renzi, Umberto Melnati, Giuditta Rissone e, appunto, De Sica: per lui fu un autentico exploit come “chansonnier”. L’anno successivo, il 1932, ebbe un successo ancor maggiore con il film Gli uomini, che mascalzoni… di Mario Camerini, presentato alla prima edizione della Mostra del Cinema di Venezia e nel quale interpretò la celeberrima canzone Parlami d’amore Mariù.
De Sica in realtà non amava l’etichetta di cantante. Così dichiarò sulle pagine del quindicinale di teatro Il Dramma (1/12/1936, testo riportato qui):
Mi si chiama in giro lo Chevalier italiano. Ingiusto battesimo al quale mi ribello per infinite ragioni. Chevalier è un delizioso “chansonnier”, un uomo che la natura ha dotato di singolarissime qualità fisiche e intellettuali. Chevalier ha fatto di se stesso un tipo teatrale, adottando, come una maschera, quel cappello di paglia che, ormai, più che un cappello è un tic. Né ambisce a rappresentare altri se non se stesso. Io invece sono un attore drammatico, che per proprio diletto, prima che per l’altrui, canta anche canzoni.