Stati Uniti d’America, anno 2020.
La boxe, da sempre uno sport tra i più popolari nel Paese, ha da qualche anno cambiato faccia. Abolito il pugilato ‘umano’ a causa della maggior richiesta di spettacolo e violenza da parte di un pubblico poco interessato ai tecnicismi, la disciplina è diventata ora una competizione fra automi, fra colossi di ferro manovrati da ingegneri e allenatori specializzati. Uno di questi è Charlie Kenton (Hugh Jackman), una volta grande promessa della boxe ‘vera’ e ora riciclatosi come allenatore di robot di seconda categoria. Testardo, impulsivo e, soprattutto, indebitato fino al collo, trova l’unico conforto a una vita di sconfitte in Bailey(Evangeline Lilly), figlia del suo defunto mentore e antica fiamma di gioventù. Perseguitato dai creditori, Charlie trova una via d’uscita inaspettata nell’affidamento momentaneo di suo figlio Max (Dakota Goyo), abbandonato alle cure della madre fin dalla più tenera età. L’uomo, inizialmente reticente ad accettare la presenza del ragazzo, scoprirà presto che buon sangue non mente…
A Shawn Levy, regista specializzato in commedie come La Pantera Rosa, Notte folle a Manhattan e Una notte al Museo, l’arduo compito di dirigere questo blockbuster sci-fi a tema sportivo tratto da una novella di Richard Matheson, tra gli autori di genere più saccheggiati da cinema e tv da più sessant’anni (basta ricordare i più recenti The Box, Io Sono Leggenda al più datato Duel, esordio cinematografico di Spielberg). Il film “è un omaggio a tutti i film sulla boxe che guardavo quando ero ragazzo, insieme ai miei fratelli. Alcuni li avrò visti persino cinquanta volte!” afferma lo stesso Levy e visionando il film ci si accorge immediatamente di quanto siano veritiere le sue parole. Il regista, insieme allo sceneggiatore John Gatins, porta infatti sullo schermo tutto il sentimento e l’emozione che capolavori indiscussi come il Rocky di Stallone hanno donato al genere fondendoli nello stesso tempo con alcuni fattori eccellenti della sci-fi. Avvolto da un’atmosfera “magica” da favola contemporanea, Real Steel riesce a mostrare sotto l’apparenza da blockbuster un cuore fatto di ottime interpretazioni e vividi sentimenti. Il regista da canto suo ha preso tutto il meglio di quello che potevano offrire cast artistico e cast tecnico e li ha buttati letteralmente sul ring, mettendoli al servizio di una storia sempre avvincente e che non soffre mai di momenti vuoti e noiosi, riuscendo anzi ad emozionare sinceramente più e più volte nel vecchio stile hollywoodiano: con i rapporti umani. La mano di due produttori d’eccezione come Steven Spielberg e Robert Zemeckis è piuttosto evidente su quest’ultimo aspetto, ma i due guru sono riusciti dove altri produttori non riusciranno mai: ispirare piuttosto che ‘ordinare’/'imporre’ la propria visione del film. Ci troviamo di fronte al cinema di Levy, fatto di riprese evocative e raccontano senza mai eccedere in banali stereotipi a cui in questo film vanno a sommarsi personaggi e situazioni realistiche e ben costruite, merito di una sceneggiatura scritta sapientemente e con passione. Ottime prestazione attoriali, tra cui spicca quella del piccolo Dakota Goyo, che sono sicuro rivedremo presto, e quella del sempre mitico Hugh Jackman qui in un ruolo che sembra essergli stato cucito addosso con minuzia.
La fotografia del nostro Mauro Fiore risulta come sempre perfetta, alternando gli spazi angusti di un ring con le assolate praterie americane per poi regalare qualche “visione” futuribile più che futuristica soffermandosi infine su particolari importanti, scandendo il tutto con emozionalità. Effetti speciali ben integrati e mai farlocchi e invasivi, cosa che in un film del genere è un pregio davvero da non sottovalutare. Molto di gusto anche il fatto di non rappresentare i robot-pugili come macchine altamente evolute alla Transformers ma di presentarle allo spettatore come semplici mecha assemblati per essere funzionali piuttosto che ricercati esteticamente. La Simul-Cam B, innovatica tecnica digitale, permette la perfetta integrazione fra animatronic, computer grafica e motion capture in tutta naturalezza e grande spettacolarità. Un film che ha cuore e cervello, che fa tesoro delle sue potenzialità tecniche/artistiche riuscendo a raccontare una storia senza mai abbassarsi alla facile retorica di cui molte pellicole del genere sono succube. “Finora avevi raccontato tante belle storie, ma questo è il tuo primo ‘vero’ film”, queste sarebbero state le parole di Spielberg a Levy, una volta vista la pellicola completa. Non si può non dargli ragione.
CURIOSITA’: Steel, l’ormai celebre racconto dello scrittore statunitense era già stato trasposto in video in un noto episodio di Ai confini della realtà diretto da Don Weis (regista della serie televisiva Freddy’s Nightmares, basata sul film Nightmare di Wes Craven) e con Lee Marvin nel ruolo del protagonista.
Real Steel, USA 2011.Distributore: Walt Disney Studios Motion Pictures International
Genere: Fantascienza
Regia: Shawn Levy
Interpreti: Hugh Jackman, Evangeline Lilly, Dakota Goyo, Kevin Durand e Anthony Mackie
Sceneggiatura: John Gatins
Nazione: Usa, Uk
Durata: 127 min
Produttore: Don Murphy, Susan Montford, Shawn Levy
Sito Ufficiale: http://www.steelgetsreal.com
Uscita nelle sale Italiane: 25/11/2011
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