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Reality politik

Creato il 24 ottobre 2012 da Gms @postideologico

Reality politikIl mutante del nuovo molto centro e poca sinistra, che vuole raccogliere grazie al suo democristianissimo equilibrismo, il consenso diffuso della destra delusa, del grillismo e di chi più ne ha più ne metta, ha avuto la brillante idea di presentare ricorso al Garante affinchè sancisca la presunta violazione della privacy (pare si pronunci privasi e non praivasi) in merito alla registrazione e pubblicazione dell’albo degli elettori di centrosinistra.
Attendiamo il pronunciamento con una piccola e modesta sottolineatura: la partecipazione alle primarie, il metterci la faccia e le generalità e la sottoscrizione dell’albo, come appare evidente, avverranno su base volontaria e scelta consapevole ed individuale. Non è chiaro, pertanto, quali possibili violazioni possano sussistere su un atto di partecipazione attiva di chi è, contestualmente, disposto ad esporsi nella sua veste di elettore di quello schieramento. Ci pare, piuttosto, una spontanea e democratica dichiarazione di voto, equivalente a molte altre.
Ma, evidentemente, il buon Signorino Margherita (aggiungerei quattro stagioni) e il suo ispiratore di questa ‘reality politik‘ vorrebbero e gradirebbero trasformare le primarie nell’equivalente di un televoto a partecipazione allargata. Idea che piace solo al pupazzo trasformista e, si presume, all’ideatore/importatore di alcuni deteriori modelli televisivi, dove una pletora di stronzi contribuiscono al mantenimento del baraccone col loro voto via sms o rete fissa.
Ma le primarie sono occasione assai più seria rispetto al circo mediatico, all’americanizzazione che oggi invoca il rispetto della ‘praivasi’ e al ‘one man show’ che puntualmente evita di qualificare le istanze della politica che ha intenzione di rappresentare.
Vogliamo dircela tutta? Il Signorino Margherita sa bene che le sue possibilità di vittoria sono fortemente legate all’abbattimento di qualsiasi regola del gioco certa e determinata.
Detto in maniera ancor più chiara e netta la chimera del ‘suo Pd’ al 40% è strettamente vincolata all’elettorato multiforme e poliedrico che, non si capisce bene per quale motivo, dovrebbe rivolgere ora i suoi consensi verso questo ‘giovane’ invecchiato precocemente e ringiovanito solo nell’aspetto da ex Giorgiugo (nel mio linguaggio giovanile il ‘soggetto’ del momento era alternativamente denominato ‘Giorgio’ o ‘Ugo’, da qui la fusione), portatore di valori condivisibili da qualsiasi riciclato.
Un 44enne come me (nè troppo giovane, nè troppo vecchio), evidentemente non è figlio dello stesso partito che il Signorino Margherita, in organico dal 2007, intende rappresentare e trasfigurare.
È decisamente meno equivoco e, per esempio, sull’estensione dei diritti, quando ti chiedono ‘sei favorevole o contrario alle unioni gay e lesbiche?’ risponde in maniera chiara e decisa: ‘Sì!’ Non con una frase ipocrita, ancora una volta, infarcita dall’inglesismo ‘noi siamo favorevoli alle civil partnership’. Perchè? Intanto perchè l’estensione e il riconoscimento dei diritti a chi non può ancora goderne nulla sottrae ai preesistenti e poi perchè, detto ancora una volta in maniera inequivoca, usare ‘giri di parole’ dà l’idea d’una visione ghettizzante, poco ispirata a principi di autentico, pieno e sincero egualitarismo. E questa è la sincera affermazione di chi da sempre, sebbene sul fronte eterosessuale (qualifica e sottolineatura irrilevante), sostiene la necessaria tuela dei diritti altrui come se fossero i propri, senza indossare mascherine utili a convincere i bempensanti o non offendere il sempre ultile filo clericalismo.
Infine un’ultima considerazione a margine: è chiaro che la spinta propulsiva dello sfasciacarrozze è in fase calante. Forse non c’è mai stata in termini di sostanza. C’è stata una sua qualche forma, senza la necessaria concretezza. Pure astrazioni.
La politica del Sindaco ipercinetico che, in un impeto da ‘arrivista non ancora arrivato’, ha pensato di abbandonare il suo mandato a pochi anni dalla nomina e con largo anticipo, pare avere come connotato il nulla degli slogan rivoluzionari di chi vuole garantire il perenne immobilismo d’un paese reso immutabile dal nuovo che avanza sotto mentite spoglie.
Siamo ancora nell’era politica, seppure post berlusconiana, sempre imperniata sui format di chi vuole spacciare la simulazione per realtà?
Speriamo di no e che sia giunto il tempo di dimostrarci, finalmente, cresciuti, emancipati e resi immuni dal bisogno di affidare le sorti del nostro futuro a questi vecchi improvvisatori di spettacoli già visti.
P.S.: provocatorio appello a tutti gli elettori chiamati a subire nuove fascinazioni: piuttosto che votare un ibrido mutante, votate gli originali.


Filed under: Arroganza, ®evolution, Democrazia, Politica, Primarie Tagged: primarie, Privacy

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