Quello che conta è l’esito estetico del testo, la sua capacità di oltrepassare il confine di resoconto, cronaca, testimonianza per entrare in una regione decisamente più aperta e rischiosa, che è quella della letteratura d’invenzione, della poesia in senso lato, anche se fondata su elementi dichiaratamente tratti dall’esperienza, reali e come tali documentabili.
Ed è qui che il discorso si deve impostare e risolvere, nel senso che la sensibilità estetica del lettore può portarlo ad apprezzare un’opera, prescindendo sanamente dal suo coincidere o meno con una realtà empirica (che sta comunque in altra sfera),ma può condurlo ad apprezzare anche un’opera solo dal punto di vista informativo o testimoniale.
Maurizio Cucchi- da Avvenire (5 novembre 2015)
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)