Ecco uno dei più classici esempi di “reazione” inconsulta da parte di un autore sconclusionato nel momento in cui riceve il diniego alla pubblicazione da parte della casa editrice. Lo pubblico perchè potrebbe interessare a molti aspiranti autori a fare altrettanto oppure a valutare che di editori ve ne sono così tanti che non devono per forza farmi perdere tempo, in modo che possano evitare, a priori, di mandare il loro stupido manoscritto da strapazzo, se non sono nelle condizioni di “sopportare” un rifiuto nei confronti della loro esagerata “arte creativa”.
La mail della Redazione CIESSE Edizioni (Standard).
Gentili sig.ri xxx e yyy, vi informiamo che il vostro lavoro è stato sottoposto al vaglio del comitato di lettura della casa editrice, che tuttavia non l’ha trovato adatto al nostro piano editoriale. La ringraziamo comunque per la fiducia accordataci. Cordialità. La Redazione (Eh, lo so. La lettera standard è un po’ freddina, ma non si può dire che il testo fa letteralmente vomitare. E’ poco professionale. Meglio freddini e che si punti subito al sodo, cioè: la cosa non è pubblicabile, punto.)
La reazione inconsulta dei due “scrittori” (Però scrive solo uno di loro).
Cara Redazione (già il “cara” denota ignoranza assoluta, caso mai andrebbe bene un bel “spettabile” o semplicemente non scriverlo e vai subito al sodo), in ogni caso anche noi non avremmo più pubblicato con la Ciesse, visto il comportamento ed (attenti alla “d” eufonica, i veri scrittori sono maniaci su questo, si vede che questi qui non lo sono. Scrittori, intendo!) il carattere dell’editore… (puntini in sospensione: presuppone un seguito lasciato, però, alla fantasia del lettore. Rabbrividisco a fantasticare sul resto che avrebbero voluto precisare). Distinti saluti.
La risposta della mia Redazione.
Gentile signora xxx, grazie di avercelo precisato, se l’avesse fatto prima ci avrebbe risparmiato del tempo prezioso. Le sue insistenze, telefoniche e altro, proposte fino a qualche giorno fa, non corrispondono con le sue dichiarazioni. Per queste sue affermazioni si rende ridicola e conferma il giudizio negativo del comitato di redazione, che l’ha giustamente inquadrata come una dilettante e poco professionale. Le tante dichiarazioni delle migliaia di copie vendute del suo libro, che sovente sbandiera ai quattro venti, sottolinea la sua caratteristica di inaffidabilità personale in quanto è di assoluta evidenza che lei ha pubblicato con un editore a pagamento con obbligo di acquisire copie che, tra l’altro, non riesce nemmeno a vendere dopo anni dalla sua edizione. Ci pare di ricordare, inoltre, che l’editore in questione sia “sparito” dalla circolazione e la casa editrice risulti ormai inesistente. Questa è la realtà, a lei può piacere o meno, ma non può essere che valutata negativamente, dal punto di vista di una pubblicazione che determina una collaborazione professionale. Che l’editore abbia il proprio carattere, determini comportamenti che a lei non piacciono (magari perché le ha chiesto più volte di non insistere a chiedere informazioni e di attendere i tempi della redazione) e dichiararlo “solo” dopo che la sua opera è stata esclusa, non la qualifica certo come persona seria e matura. Infine, l’editore ha il diritto di scegliere gli autori, non è mai possibile il contrario, non a caso è lei che ha volontariamente inviato il suo lavoro, pur conoscendo il “carattere” e i “comportamenti” dell’editore, anzi, scegliendolo proprio per questo, stando alle dichiarazioni da lei sempre professate. Il problema vero è che l’opera proposta risulta poco gradevole, la storia contiene molti refusi evidenti, incoerenze anche gravi, per niente originale e la lettura risulta poco scorrevole. È chiaramente una difficoltà maggiore scrivere a quattro mani e il testo andrebbe riletto con attenzione più volte al fine di evitare che si noti i diversi stili di scrittura. Cosa, questa, che risulta evidente leggendo il suo testo. Le consigliamo l’editoria a pagamento, dove all’editore non interessa certo le sorti delle opere che pubblica e non cura alcun rapporto professionale e personale con gli autori risultando certamente “migliore” nei comportamenti e nel carattere dell’editore CIESSE Edizioni. Distintamente la salutiamo. La Redazione CIESSE Edizioni.
La mia valutazione in merito.
Certo, non rispondiamo a tutti, centinaia di autori si rivolgono a me e alla CIESSE, a volte vi sono autori che ringraziano comunque dell’attenzione e per il tempo impiegato per la valutazione dei loro lavori, anche fosse negativa. Gli autori, anzi, l’autrice perchè è lei la sola che ha sempre telefonato in redazione stressando tutti, non rientra fra gli autori che possono far parte di una squadra come la CIESSE.
Cara amica autrice, tu sai a chi mi rivolgo, vedi di “sparare” meno proclami, non sei la migliore del mondo e non puoi andare in giro a dire che speri di trovare l’editore dei tuoi sogni, che creda in te e nella tua arte o nella tua bravura quando proponi un testo che fa cagare. Nessuno crede in te se ti proponi con un manoscritto insulso, illeggibile e scritto con i piedi. Prima impara la lingua italiana, poi scrivi, rileggiti, correggiti e, infine, sii umile nel momento in cui sottoponi il tuo lavoro, accettando anche il rifiuto.
Perchè di editori che credono in te, sappilo, non ce ne sono.
Nemmeno uno!
L’editore, caso mai non lo sapessi, deve credere in quello che hai scritto e nella qualità che puoi offrire ai lettori.
Ricordatelo questo, capitasse mai che trovi un editore “migliore”.