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Rebooting Silvio - La teoria dell'eterno remake

Creato il 21 gennaio 2011 da Sogniebisogni

Presidente del Coniglio

Vi chiedete come faccia questo blog a conservare il silenzio e l’indifferenza di fronte alle conclamate gesta del Fesso d’Arcore che pensa, con parodica fantaetimologia brianzola, di derivare illimitati poteri littori dal lettone di Putin? Ebbene in tempi altrettanto sospetti e ormai lontani un anno e mezzo, scrissi delle sue giornate spese bene e vi invito a rileggere il vecchio post invece di guardare più sotto mentre mi arrabatto a gareggiare con la realtà. In Italia è partita persa per definizione.

Una giornata spesa bene (CLICCA QUI)

Ruby tuesday, Ruby wednesday, Ruby thursday, ed io incastrato nella malora di un sargasso limaccioso, stagnante e ripetitivo a guisa di un reboot italofono del Giorno della Marmotta, per di più col Re-Nanerottolo nella parte di Bill Murray, o forse con un Lino Banfi in giarrettiere da cumenda nella parte del presidente del consiglio. Marx non aveva visto nulla: nella mota di questo Termidoro che aspetta inutilmente un Brumaio tutto si ripete in farsa, due volte al giorno, fino a mille, solo per poi ricominciare in una scandita coazione masturbatoria che tanto piace all’italiano medio.
Ogni giorno ricomincia da capo il tormento e quando sul video passano immagini di manifestanti inferociti che capovolgono le auto e assaltano i palazzi del governo si tratta sempre dell’Albania o della Tunisia visto che per quanto questa repubblichetta demagogica e lorettagogica sia ormai derapata verso un rapidissimo declino terzomondista resta nondimeno rocambolescamente agganciata all’Europa, come una vecchia sdentata sospesa a un canapone che si regga ormai sull’abisso, caduta la dentiera, solo a forza della tenaglia ostinata di vecchie gengive intartarite.
Si sta divertendo lui, il Fesso d’Arcore a imbagasciarsi nell’irrumazione collettiva che scuote i lombi frementi del proprio elettorato. Tutti insieme complici a impaludarsi di fantasie erotiche nel putrido lettone putiniano, a schizzare le lenzuola fra brividini dopati di coca e viagra o rum e pere. Marcescenti di morte anche se riescono a guidare ogni sera il SUV per le vasche del locale puttan-tour alla fine del quale proveranno la loro controversa vitalità torcendosi i lombi e sifonando qualche umore biancastro dentro i kleenex che custodiscono nel cruscotto in radica accanto alla medaglietta di Padre Pio.
Leggi gli interrogatori e le intercettazioni con lo schifo di chi si costringa a ingerire sterco e solo per trovare corpi umani sudati che cercano al buio con la mano tremebonda il pulsantino magico che spenga loro il cervello e accenda i genitali passando a ionizzarsi per attrito sulla cartamoneta della zecca di Stato. Ma lui è stanco forse, diranno che è circondato da traditori. Un momento di tristezza post-coitum o la constatazione crudele di un’impotenza, un’ombra ammuffita di politica o la profezia di una Predappio padana. Ora si riposi, Alì Babà, che una tomba al Pantheon, accanto ai monarchi predoni, non gliela leva nessuno e da dietro l’angolo del monumento funebre già vedo sbucare inquietanti manichini nazisti con nuove e ansiose derive populiste.


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