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La morte del mockumentary o meglio, un film che finalmente ne decreta l'inutilità dopo la fortunata piega che questo sottogenere ha preso dalla fine degli anni '90. Perché quella camera amatoriale manovrata senza scopo e senza tecnica, quel cinema realtà che vorrebbe (o avrebbe voluto) essere a suo modo autoriale ma che alla fine è stato soltanto "di moda" viene fatto a pezzi a suon di calci. Quanti di noi avrebbero voluto fare una cosa del genere? Ci riesce Paco Plaza, nel 2012, sorprendendo tutti (nel bene e nel male) e facendo quello che nessuno si sarebbe mai aspettato: uccidere la creatura dopo averle permesso di raggiungere il suo massimo storico cinque anni prima. Perché Rec, il primo e inimitabile, è stato proprio questo: il punto più alto raggiunto dal mockumentary inteso come mezzo ludico ovvero con l'unico scopo di far paura, senza riflessioni meta-cinematografiche o sociologiche.
Rec 3 - Genesis è il terzo capitolo di una saga cinematografica che presto approderà al quarto. Rec 3 si profila come prequel ma in realtà prende una strada tutta sua, perché prequel non è. Rec 3 fa l'unica cosa ancora permessa a un Paco Plaza sempre vissuto all'ombra del suo più esimio collega - che questa volta si defila: buttarla in caciara e puntare tutto sull'(auto)ironia. Rec 3 è infatti un'auto parodia che esorcizza le aspettative di pubblico e critica, forse persino una presa di coscienza, perché non ha senso rincorrere uno stile autoriale quando l'unico scopo è quello di divertire. E il cinema di genere può essere anche solo questo: divertimento. Senza nessuna vergogna.
Allora cosa succede? C'è un matrimonio, Clara e Koldo si sono appena sposati solo che, durante la festa, gli ormai famosi zombi-posseduti irrompono e iniziano a sbranare i malcapitati invitati. Tutta colpa di uno zio veterinaio morso in clinica da un cane infetto che ha permesso al demone/virus di propagarsi. Ovviamente gli sposi riescono a fuggire e a nascondersi e il film è tutto un tentativo di ritrovarsi prima che l'apocalisse si abbatta su di loro.
Detta così sembrerebbe il solito piatto servito freddo. Un piatto riscaldato così tante volte da essere divenuto insapore. Forse lo è. Sta di fatto, però, che dopo venti minuti di riprese traballanti, di balli e taglio della torta, tutto cambia, la camera a mano viene letteralmente presa a calci e il film vero e proprio comincia, un lungometraggio neppure tanto lungo girato con le tradizionali tecniche di ripresa. La morte del mockumentary, ho detto prima. Forse non quella definitiva ma sicuramente una presa di posizione, perché lo stile è un mezzo, non il fine. Quel che resta, poi, è un film sugli zombie vecchio stampo ma trattato con talmente tanta ironia da diventare un film che ride di se stesso come dei suoi epigoni, tra inseguimenti e colpi alla testa, smembramenti, morsi e sangue a cascate. Resta il tema religioso (e qui genesis sta proprio per Genesi dell'antico testamento, non per le origini della saga) ma privato di qualsivoglia seriosità. Anzi, veicolo per una soluzione che non coinciderà con il classico lieto fine e non sarà neanche carico di quel cinismo cui tanto cinema ci ha abituato in questi anni. Alla fine questo Rec 3 non è altro che una storia d'amore horror e come tale finirà.
Plaza non dirige un film catalogabile come bello o brutto. Dirige un film, senza velleità di sorta. Sarà il gusto del pubblico a decretarne la riuscita. Prende un caos di rimandi e citazioni e ce lo butta dentro. Cercando di essere il più oggettivi possibili, che possa piace o meno dipende dallo spettatore. In fondo gli ingredienti ci sono tutti e (sempre in fondo) i più scontenti saranno i fan della saga o gli ortodossi del cinema dell'orrore. Ma come resistere ad una sposa macchiata di rosso (la bellissima Leticia Dolera, una gioia per gli occhi) con giarrettiera al vento e motosega in mano? Come resistere a un eroe senza macchia e senza paura vestito da San Giorgio e armato di frullino? O alla copia brutta e sfigata di Spongbob? Un film che tra nonni con l'apparecchio acustico, rimandi alla tradizione e colpi di scena con preti una volta tanto utili a qualcosa, non si prende mai sul serio, anche nel finale doloroso e crudele. E fa ridere dell'orrore, proprio perché non si aspetta di poter fare ancora paura.
Rec 3: Genesis non è niente di che, non verrà certo ricordato negli anni a venire ma va bene così, perché è un film che è costato nulla e che non vuole nulla se non intrattenere per 80 minuti. E ci riesce, nonostante una sceneggiatura tirata per i capelli e il sangue che è tanto, ma per il genere sarebbe potuto essere di più. E alla fine gli Spagnoli dimostrano che loro almeno ci provano, sperando di non essere smentiti con la prossima prova di Balaguerò.
Intanto auguri agli sposi.
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