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[REC] 3 GENESIS, di Paco Plaza (2012)

Creato il 19 agosto 2012 da Psichetechne
[REC] 3 GENESIS, di Paco Plaza (2012)

La coppia di fidanzati Clara e Koldo, stanno per coronare il sogno della loro vita: sposarsi. Tutto sembra filare liscio e andare per il meglio lungo il corso del sontuoso festeggiamento delle loro nozze, compreso il luogo fantastico e pittoresco che hanno scelto di portare gli invitati dopo la cerimonia. Ma all'improvviso qualcuno comincia a sentirsi male e a comportarsi in modo folle. Nel giro di pochi secondi scoppia un putiferio, e la festa è letteralmente invasa da esseri assetati di sangue, pronti a uccidere chiunque si frapponga tra loro e la loro sete di morte. Gradulamente i pochi sopravvissuti capiscono che si tratta di una malattia sconosciuta che sta trasformando gli abitanti della città in zombie. Clara e Koldo si ritroveranno, ma riuscirranno a sopravvivere a tale infernale situazione?
Perchè diavolo è saltato in mente a Paco Plaza di scrivere e girare una simile porcheria, che vorrebbe addirittura porsi come la "genesis" del primo [Rec], caposaldo contemporaneo del genere mockumentary-horror? Mi piacerebbe proprio domandarglierlo, direttamente e senza timidezze di sorta, poichè questo [REC] 3 GENESIS è davvero, semplicemente, linearmente malfatto, malscritto e mal pensato. Nulla, nulla e ancora nulla a che vedere con il capostipite della serie, così potente e inquietante nel suo ricorso alla verosimiglianza totale, nè tantomento con [REC] 2, sicuramente più difettoso e sbiadito del primo, ma comunque decisamente più convincente di questo scipitissimo brodo di cottura liofilizzato e ribollito insensatamente. Plaza vuole fare una nuova versione (europea) di film di zombie? Se la risposta fosse sì, allora sarebbe il più brutto film di zombie che abbia mai visto, capitolo chiuso e la recensione potrebbe fermarsi qui. Ma non è questa l'idea di Plaza. La sua ambizione insana è quella di allestire un vero e proprio prequel di [REC], e non si spiega come Jaume Balaguerò glielo abbia consentito. Se fossi stato in lui (Balaguerò), dopo aver visionato la nefandezza somma confezionata dall'antico collega, sarei corso da un avvocato per impedirgli di far uscire nelle sale una roba simile, utilizzando il copyright originario. L'idea del matrimonio, in sè è buona, come soggetto. Tuttavia tale soggetto è sviluppato in modo ridicolo, attraverso sequenze non credibili, sia sul piano della narrazione pura, sia su quello dell'interpretazione attoriale, che fa solo pena (vedasi una delle prime sequenze, con i fuggiaschi asserragliati nelle cucine, e  l'amico grassone che deve immolarsi agli zombie perché la sua mole di lipidi gli impedisce di passare attraverso il condotto di areazione). Il picco di ridicolo è raggiunto da questo comico di un Plaza, nelle sequenze in cui i sopravvissuti reperiscono delle armature medievali che utilizzano per difendersi dagli zombie infetti. Qui basterebbe un cameo di Alvaro Vitali per dichiarare apertamente il viraggio nel genere comico nel film. Ma Plaza si prende maledettamente sul serio, e non inserisce (purtroppo) nessun cameo di Vitali o Pippo Franco, il che gli farebbe bene, perché almeno potremmo riconoscergli una certa coerenza. Plaza invece procede nel suo delirio comico, e inserisce nello script la figura del prete, forse per generare un inutile e azzardato enjambement con la figura del prete che abbiamo già visto in [REC] 2. In ogni caso, da questo punto in poi il film si arrotola come in un tappeto di sequenze noiosamente inutili, allietate solo dalle belle fattezze di Leticia Dolera (Clara, la sposa), il cui visino da Lolita nabokoviana non è ovviamente sufficiente a sollevare le sorti di un un prodotto che alla fine di tutto sembra un banale B-movie, che a tratti ricorda anche certo ultimo Dario Argento (non so se mi spiego). Ritengo inoltre pessimo l'uso delle luci da parte del direttore della fotografia, Pablo Rosso, che soprattutto negli interni produce effetti fumettistici del genere "Dick Tracy", che con il tutto ci azzeccano come i cavoli a merenda. Anche il montaggio di David Gallart è pessimo, perchè molto rallentato e spento in vari punti, per poi diventare robotico e iperveloce in altri, a seguire peraltro una storia che non lo aiuta in sè, poichè già spenta nella mente di Plaza medesimo. Insomma, un disastro simile, il regista collega di Balaguerò, poteva davvero risparmiarcelo, con quei suoi movimenti di macchina, poi, a tratti tremuli, a tratti statici come il piombo, e, soprattutto, con quella sua bizzarra idea della sposa che manovra la motosega, sorta di Leatherface al contrario, anche interessante condensato onirico-creativo, la cui resa estetica finisce però per rasentare ancora una volta solo il ridicolo. Il viraggio finale verso un puro splatter anni '80, non fa che rendere la zuppa ancora più nauseabonda e da buttare subito in qualche discarica lontana, per dimenticarsela al più presto. Non parliamo, poi, della sequenza prefinale della botola, in cui i due sposini si ritrovano separati dalle sbarre, sequenza che si risolve in due secondi, senza pathos alcuno, senza alcuno spessore: un vero obbrobrio, cioè, come direbbero i latini, horribile visu. E non parliamo neppure del finale, ibrido tremendo tra il moralistico-religioso e lo pseudo-simbolico, che cerca di intrecciare il tema della castrazione con quello del legame amoroso. Mi raccomando: fuggite da questa cosa tremenda e inguardabile.  Regia: Paco Plaza   Sceneggiatura: Paco Plaza, Luis Berdejo, David Gallart  Fotografia: Pablo Rosso  Montaggio: David Gallart  Musiche: Mikel Salas  Cast: Leticia Dolera, Alex Monner, Diego Martìn, Mireia Ross, Ismael Martìnez, Ana Isabel Velàsquez  Nazione: Spagna    Produzione: Canal + Espana, Folmax, Ono Durata:  80 min.   

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