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[Recensione] 47 Ronin (di Carl Rinsch, 2014)

Creato il 17 marzo 2014 da Frank_romantico @Combinazione_C
[Recensione] 47 Ronin (di Carl Rinsch, 2014)
Ci sono film che vai a vedere al cinema proprio perché sono fatti per essere visti al cinema. Non si tratta quasi mai di film impegnati, né di capolavori certi della settima arte. No. Si tratta di film che vai a vedere per il sollazzo che, almeno sulla carta, dovrebbero darti. In questo caso ti aspetti solo una cosa: che il film ti diverta, che ti faccia passare un paio d'ore, che ti faccia sbavare per quella scena o quella battuta, che ti investa gli occhi con qualche coreografia action o con una fotografia impressionante o con qualche effetto speciale. Lo ammetto, era con questo spirito che sono andato al cinema a vedere 47 Ronin, dell'esordiente Carl Rinsch. E ci sono andato ignorando alcune cose basilari a cui un appassionato dovrebbe stare attento: le critiche di chi ha gusti simili ai tuoi, Keanu Reeves come attore protagonista e Chris Morgan autore della sceneggiatura. In più mi sono fidato di un trailer, l'errore assoluto, e di una storia giapponese raccontata da un esordinete americano. 
Perché 47 Ronin si basa su un fatto realmente accaduto e diventato poi leggenda, sulla "vera storia dei quarantasette Rōnin, un gruppo di samurai che nel diciottesimo secolo si opposero allo shōgun per vendicare l'uccisione del loro daimyō". Un pezzo di storia giapponese che nei secoli è diventato mito. Ed è di mito che in questa pellicola viene rivestito: romanzato, privato di ogni connotazione realistica, occidentalizzato, foderato di fantasy. Il risultato però è imbarazzante, perché 47 Ronin è forse uno dei film più brutti e inutili che abbia avuto la sfortuna di vedere in questo inizio 2014 e probabilmente da qualche anno a questa parte.
[Recensione] 47 Ronin (di Carl Rinsch, 2014)
Perché trasformare una storia del genere nella fiera del già visto, tentare di occidentalizzare un pezzetto di cultura orientale e girare il solito film con le solite scene e i soliti monologhi e dialoghi sentiti e risentiti, nel 2014, è praticamente la più stupida delle scelte possibili. Il solito film con l'eroe incompreso e maltrattato che deve guadagnarsi la fiducia dei suo compagni, il diverso (Kai) mezzo sangue che, salvato e accolto dal signore di un villaggio del Sol Levante, non viene accettato dagli abitanti del posto causa gli inconfondibili segni che i tengu (creature fantastiche del folklore nipponico) hanno lasciato su di lui. Per non parlare poi dell'improbabile e incomprensibile storia d'amore tra Kai e Mika, la figlia del signore, e del solito stupidissimo film con un protagonista dagli strabilianti poteri. Praticamente un film che arraffa da tutto quello di cui cinema, televisione e letteratura ha già parlato, da Matrix a L'Ultimo Samurai, da Avatar a Naruto solo per citarne alcuni.
[Recensione] 47 Ronin (di Carl Rinsch, 2014)
Lungo, lento, prolisso, noioso. Praticamente in 47 Ronin non succede nulla. Carl Rinsch sfianca lo spettatore con scene lunghe e inutili, con parole su parole, con momenti che vorrebbero essere introspettivi ma restano solo stucchevoli. I soliti discorsi motivazionali che fanno tanto BraveHeart ma privi di spessore ed epicità, la mancanza di tensione, la sensazione che tutto andrà come deve andare. Ma il vero problema è che, guardando questo film, uno vorrebbe del sano e sincero intrattenimento, cosa che lo spettatore attenderà invano. Se avete visto il trailer e vi è venuta voglia di andare al cinema, sappiate che le scene migliori sono già lì, il resto è solo noioa e uno stile scialbo. Tre scene d'azione da ricordare, una battaglia finale a tratti ridicola, il nostro Keanu Reeves capace di una sola espressione che si dimentica di essere speciale, prende palate, gli sputano in faccia, lo trattano peggio dellammerda e poi risolve tutto tipo Superman per farsi cantare hip hip urrà e salvare una donna che non avrà mai. Ad affiancarlo solo attori nipponici ma di lingua inglese: Hiroyuki Sanada, Tadanobu Asano, Kou Shibasaki, Rinko Kikuchi (che abbiamo visto recentemente in Pacific Rim).
Tra streghe dagli occhi bicolore che assumono fattezze di draghi sputafuoco, signorotti con la smania di potere, spiriti dei boschi, giganti in armatura e onore guerriero, 47 Ronin è una pellicola che non vince e non convince. Non è epico, non è divertente, non intrattiene né con l'azione né con gli effetti speciali. Ricerca una profondità di cui non è in grado e rimane lì, inutile e dimenticabile, sempre se riuscite a non addormentarvi durante la visione. Peccato.
[Recensione] 47 Ronin (di Carl Rinsch, 2014)

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