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Recensione – I Figli del Serpente di G. L. Barone

Da Ayameazuma

Titolo: I Figli del Serpente (isbn:9788864900063)
Autore: G.L. Barone
Serie: //
Edito da:A. Car.Edizione
Prezzo: 18,00€
Genere: Adult, Thriller, Romanzo Contemporaneo, Avventura, Spy Story
Pagine: 426 p.
Voto: Recensione – I Figli del Serpente di G. L. Barone

Recensione su SL di Nasreen

Trama:

Un sottile filo invisibile lega la lotta al terrorismo e i salotti dell’alta finanza. Lo sapeva bene Kurt Weistaler, comandante della Guardia Svizzera Pontificia, brutalmente assassinato nel suo appartamento una calda mattina di maggio.
Sono trascorsi soltanto pochi mesi dal terribile attentato che ha distrutto il simbolo della cristianità, la Sacra Sindone custodita nel Duomo di Torino, e si profila l’ennesimo scandalo all’ombra della Santa Sede. L’indagine viene quindi affidata ad una giovane procuratrice romana, la dottoressa Rosati, figlia di un potente onorevole, che nel corso dell’inchiesta porta alla luce intricati rapporti tra il presidente dello Ior, l’Istituto di Credito Vaticano, e il defunto Weistaler.
Viene così aperta la porta su una verità che non può essere rivelata: l’omicidio del Comandante delle Guardie Svizzere è solo il primo passo di un disegno molto più ampio per nascondere un importante segreto ed un folle piano.
In che modo sono collegati la distruzione della Sacra Sindone e la morte del Comandante della Guardia Svizzera? E chi è l’Ultimo Messaggero che sembra stia tirando le fila di un intreccio che coinvolge le più alte cariche dello Stato?
La dottoressa Rosati non è la sola a cercare di scoprirlo: anche Andreas Henkel, ex agente dell’Stb – il Servizio di Sicurezza Cecoslovacco – si precipita a Roma appena saputo del delitto e, inevitabilmente, il suo destino finirà per incrociarsi con quello della procuratrice.
Sono trascorsi otto secoli dall’ultima Crociata… È tempo di ricominciare a combattere.

Recensione:

Per qualcuno G.L Barone è il nuovo Dan Brown italiano, accostamento ambizioso ma, tutto sommato, non troppo privo di fondamento. Barone si rivela una piacevolissima sorpresa e le 400 pagine del suo nuovo Spy Story scivolano via in un crescere di tensione che coinvolge il lettore dal primo all’ultimo capitolo. Finire nel fantomatico “ancora un altro capitolo...” sembra quasi scontato e impossibile da evitare.

Terrorismo, alta finanza, Sacra Sindone, Vaticano, Genetica, Scienza, Cristianesimo e le Guardie Svizzere. Cosa si può creare unendo e amalgamando con capacità e maestria questi elementi? La risposta è semplice: un piccolo capolavoro di tensione e intrighi “Made in Italy“.

L’autore ha uno stile assolutamente pulito, diretto e stuzzicante. Permette al lettore di “partecipare” alle vicende vissute dalla dottoressa Rosati e da Andreas Henkel, giocando con le vicende e con gli avvenimenti. E’ difficile anticipare le mosse dei protagonisti ma riusciamo sempre a seguire le conclusioni logiche che porteranno la Procuratrice a compiere una determinata azione.

Il libro si apre con un riferimento minimo alla Sacra Sindone e con l’assassinio del comandante delle Guardie Svizzere il giorno del giuramento delle reclute che appare, almeno inizialmente, un omicidio di natura passionale ma l’indagine viene affidata al procuratore Rosati e qualcosa le dice che le cose sono ben più complicate di quanto sembrano.

Nel complesso la trama è molto accativamente ma anche piuttosto complessa, soprattutto visto che si muove su diversi piani temporali che necessitano di un attimo di assestamento da parte del lettore prima di poter risultare la lettura piacevole e veloce che è.

Diversamente da altri romanzi spys story, o quanto meno “thriller”, che sconfinano leggermente nella fantascienza, il romanzo di Barone mantiene sempre e comunque una certa verosimiglianza. Lo scrittore, infatti, cerca di trovare dei collegamenti fra il terrorismo, il potere derivante dalla gestione di grandi capitali in alta finanza e, inevitabilmente, sul coinvolgimento dello Stato Pontificio (ricordiamo che stiamo parlando di uno degli stati più ricchi al mondo e, onestamente, anche uno di quelli con le “mani in pasta” praticamente ovunque).

Un romanzo insolito ma assolutamente ben scritto e degno di essere annoverato fra uno dei migliori Spy Story italiani letti recentemente. L’autore non ha proprio nulla da invidiare agli autori americani.


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