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Recensione “Questo non è un libro”

Da Ayameazuma

QUESTO NON È UN LIBRO (ROMANZO A EPISODI)
AUTORE: Aldo Moscatelli
ISBN: 978-88-95068-12-1
PREZZO DI COPERTINA: 9,40€

Ieri mi è arrivato “Questo non è un libro (romanzo a episodi)”, di Aldo Moscatelli (I Sognatori). Meno di due ore dopo, l’avevo chiuso e finito.
Iniziamo col dire che si tratta di sei racconti, tutti strettamente legati l’uno all’altro: in ognuno viene citato un personaggio, una comparsa, che risulterà il protagonista di uno degli altri episodi. Tutti hanno a che fare con tutti – o quasi.

Tutti gli episodi hanno come protagonisti persone – uomini e donne – che lavorano nell’editoria: scrittori, editori, correttrici di bozze, editor, ghostwriter, recensori. Ogni episodio è un racconto giallo; qualcuno ha delle punte fantasy, un altro è a tinte forti, un altro ancora si tinge appena un po’ di rosa.
E dietro alle storie – godibilissime e piene di suspence – c’è una denuncia forte e rabbiosa nei confronti del mondo editoriale italiano in tutte le sue sfaccettature: sotto accusa non c’è solo la grande editoria, ma anche la piccola, la cosiddetta “editoria etica, pulita”, come la definisce la protagonista del quarto racconto, il mio preferito.

In questo episodio a parlare c’è l’ex capo redattrice di una grande casa, finita a fare la promotrice per un editore di piccole dimensioni. Per cercare di salvare la nave, che sta affondando, deve convincere un libraio – un potente libraio – a tenere alcuni titoli nel suo megastore. Il libraio accusa gli editori, e la donna ribatte “C’è pure chi antepone l’etica al successo. Esiste un’editoria pulita, mi creda”. Così, il libraio metterà di fronte alla realtà lei, il suo editore, e una delle migliori autrici della casa editrice, una ragazza soprannominata la Bella Addormentata. Il finale ve lo andate a leggere nel libro.

Non ci sono nomi, in nessun racconto: solo titoli (l’editor, lo scrittore) e soprannomi (la Bella Addormentata, il dottor Spocchia). Forse perché ognuna di quelle figure è l’esasperazione di figure che esistono realmente, nell’editoria italiana, e non si tratta di figure singole, ma di comportamenti e atteggiamenti comuni a tutti. Le citazioni in quarta di copertina chiariscono bene quel che sto dicendo. Lo scrittore venduto, l’editor che fa marketing, e così via.

“Questo non è un libro” è semplicemente eccezionale. I sei racconti sono dei gioiellini – anche se l’ultimo non mi è piaciuto moltissimo, l’ho trovato troppo malinconico;  non serve essere appassionati di gialli per godersi gli episodi: basta amare i libri, che sono i veri protagonisti di tutta questa storia.

Orsù, alzate le chiappe e andate ad acquistare il libro, che costa meno di 10€. O scaricatene gratis metà (i Sognatori sono gente furba e lungimirante), così capirete. E speriamo che Moscatelli non mi faccia fare la fine dei recensori dell’episodio numero cinque…


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