Come
diceva il fricchettone?“E'
un incubo psichedelico. E' un tumore nel cervello.” Titolo:
FangoAutore:
Niccolò AmmanitiEditore:
Mondadori – Piccola Biblioteca Oscar MondadoriPrezzo:
€ 7,80Numero
di pagine: 317Sinossi:
Dall'Apocalissi
festosa de "L'ultimo capodanno dell'umanità" alle
peripezie del picciotto Albertino protagonista di "Fango",
i racconti di Niccolò Ammaniti mettono in scena i nuovi eroi di
un'umanità borderline e metropolitana, capace di passare con
leggerezza da una modesta aspirazione a un efferato delitto. Sono
racconti che mescolano tutti i generi, dall'horror alla commedia
all'italiana, trovando infine in una grottesca vena comica il vero
elemento comune. Storie nelle quali una minuziosa osservazione della
realtà si fonde con una scatenata fantasia, per cui anche la morte
si trasforma in uno scintillante spettacolo. La recensioneBrutta
cosa non ascoltare i consigli di chi ti conosce. Ma lato positivo,
quando finalmente ti avvicini a quell'autore che chissà perché,
fino ad allora, non aveva avuto il suo momento, è avere a
disposizione tanti titoli da recuperare; e se sono tutti meritevoli
allo stesso modo, poi, piatto ricco mi ci ficco. E' così che si
dice, no? Tra le scoperte di quest'anno - e io, comodamente steso in
poltrona, in tuta da casa, a volte scopro più bellezze di Colombo – il famoso Niccolò Ammaniti. Noto a tutti meno che a
me. Sono
partito dai romanzi fondamentali, quelli celebri e premiati, senza
essere mai del tutto impreparato sull'argomento. Avevo in mente una
volta gli spezzoni delle loro riuscite trasposizioni, un'altra le
belle cose lette in rete: di Io non ho paura ricordavo
il giallo dei campi di grano e un piccola rivalità tra cugini; di
Come Dio comanda un
ombroso Filippo Timi, capace di grande tenerezza; di Ti
prendo e ti porto via, invece,
la poesia di quel post scriptum conclusivo – sbirciato per caso in
libreria. All'ultimo posto, in fondo alla
lista, avevo messo Fango.
Uno dei suoi romanzi di gioventù, uscito quasi vent'anni fa, che non
avevo fretta di leggere. Non amo i racconti, storia nota, e
temevo non avrei apprezzato l'Ammaniti in pillole, più surreale e
ironico che mai. Ho comprato Fango per ripicca. Quando Libraccio mi ha cancellato per l'ennesima volta dal carrello
Anna, sono andato come
una furia su Ebay e per tre euro ho
avuto una copia nuova di zecca di quel capriccio che mi incuriosiva, ma mica tanto. Quando si parla di raccolte,
infatti, mi trovo in difficoltà, non sapendo come muovermi. Ci sono
racconti che mi piacciono e altri che non mi piacciono, ritmi
discontinui, fili conduttori che si perdono. Il bello di Fango,
opera che mi ha entusiasmato tanto quanto altre, è che
le sei, sette storie che lo compongono si sfidano a vicenda per
attirare la tua attenzione. In L'ultimo capodanno
dell'umanità – intreccio che
ricordavo vagamente, con in testa ricordi lontani del film di Marco Risi, con una Bellucci più nuda del solito a bordo –
leggiamo come trascorrono l'ultimo dell'anno, tra vendette,
tradimenti, sesso estremo e party scatenati, gli insospettabili
abitanti di un quartiere di lusso, affacciato sulla Cassia. In
Rispetto, usando con
un colpo da maestro la prima persona plurale, l'autore dà voce al
branco: giovani ricchi e spietati a caccia, in discoteca, di ragazze
brille; una coralità bestiale, un inquietante e incessante noi,
per parlare di stupri e femminicidio. Ti
sogno, con terrore è
un noir su una studentessa italiana a Londra, un cinquanta sfumature
di velluto blu; un thriller alla Argento dal finale a sorpresa, in
cui gli incubi – e i sogni erotici – della protagonista
minacciano di farsi realtà, mentre si diffonde la
notizia di un serial killer che uccide la meglio
gioventù romana armato di ferri da calza. Lo
zoologo,
assolutamente spassoso, narra le vicessutidini di uno
studente zombie, a un passo dal marcire e dal diventare fuoricorso;
per dire che, a volte, la meritocrazia premia. Fango,
racconto che dà il titolo all'intera antologia, è una storia di crema pasticcera e
sangue pazzo; la giornata di Albertino, muscoloso ma tonto, che –
corriere della droga per caso – si ritrova a barcamenarsi tra la
cresima della figlia del suo boss e l'istinto di andare di corpo per espellere, dopo l'ennesimo bignè,
la ricchissima refurtiva mandata giù. Carta
e Ferro, complementari, parleranno di un gruppo di disinfestatori in un
appartamento in cui c'è qualcosa che non va – cos'è quella puzza
tremenda che ammorba il vicinato? - e dell'incontro, su strade
strerrate, di un uomo solo con la prostituta sbagliata. Succede
così che, a turno, esilaranti e folli allo stesso modo, tutte queste
storie assurde diventino le tue preferite per qualche pagina. In
treno, i miei vicini di posto avranno visto sulla mia faccia i
ghigni, i sorrisi, le smorfie disgustate, ignari di quel che leggessi
e inconsapevoli che, in quella centrifuga di sensazioni contrastanti, tra un tunnel
e una fermata in un paesino fantasma, fossi lì lì
per trovare la soluzione perfetta per me, lunatico cronico e lettore
bipolare, che un giorno cerco il brivido e il successivo la
leggerezza. Da oggi in poi, non saranno mica i racconti – ma quelli
impossibili, capaci di stupire - la soluzione al blocco del
lettore che ogni tanto mi attanaglia? Fango
–
titolo perfetto, che rievoca la densità e la sporcizia di certe
vicende, la colla sulle dita che la prosa sanguigna di Ammaniti lascia – è una bestia figlia dei suoi anni.
Una narrativa estrema, pulp
fiction,
che tra orrore e grottesca comicità dipinge un'umanità al limite,
quella delle borgate romane e dei poveracci arricchiti, che per
essere tanto disperata, strano ma vero, suscita compassione e
tantissima simpatia. Un apocalisse che, in cielo, fa letteralmente il botto.
Miracoli di una penna che scava, sporca e non chiede mai scusa e di
un autore – un Ammaniti trentenne e canaglia – che con un occhio
leggeva Irvine, con l'altro guardava Tarantino e con un altro, una
terza orbita giusto in mezzo alla fronte, come una divinità indù, spiava
una generazione cannibale allo sbaraglio. Ammaniti, al quinto libro,
mi piace perciò sempre di più. Una sorpresa che sorprende ancora. Il
mio voto: ★★★★Il
mio consiglio musicale: Propellerheads - History Repeating (feat. Shirley Bassey)