Ciao
a tutti, ragazzi! Questa mattina, la recensione in anteprima di un
romanzo che, in questi pochi giorni di vacanza, ho divorato. Se, come
me, avete amato il telefilm (qui), leggerlo è d'obbligo. Se, invece,
la cancellazione della serie non vi ha lasciati particolarmente
scossi, troverete tra le pagine scritte dall'autrice una nuova
storia, e tutta da scoprire. Ringraziando la gentilissima Maria
dell'ufficio stampa per avermi dato modo di recensirlo, vi abbraccio e vi auguro una buona lettura! :)Ci
sono cose nella vita a cui non ci si può opporre.La
magia è naturale. E lo è anche l'amore. Titolo:
666 Park Avenue New YorkAutrice:
Gabriella PierceEditore:
Newton ComptonNumero
di pagine: 346Prezzo:
€ 9,90Data
di pubblicazione: 14 Febbraio 2013Sinossi:
La vita di Jane Boyle scorre serena: ha davanti a sé una brillante
carriera come architetto d’interni a Parigi e il suo futuro sembra
farsi ancora più roseo quando incontra Malcolm Doran, un ricco,
affascinante americano appassionato d’arte. Fra i due ragazzi
scoppia immediatamente la scintilla e poco dopo Malcolm chiede a Jane
di sposarlo regalandole un incredibile solitario. Jane non ha bisogno
di pensarci due volte: decide di lasciare il lavoro, le amiche e
tutta la sua vita per seguirlo a New York. Ma la favola si trasforma
in incubo non appena Jane arriva davanti alla residenza dei Doran,
una delle più potenti famiglie di Manhattan, al 666 di Park Avenue.
I Doran e la loro tetra dimora nascondono un terribile segreto… Ma
ormai il matrimonio è fissato e non sembra ci sia modo di tornare
indietro. In pochi giorni, tutte le certezze di Jane verranno
stravolte, al pari delle sue convinzioni. Jane scoprirà, infatti, di
avere degli speciali poteri che potrebbero essere la sua salvezza
contro l’oscura minaccia che sta per abbattersi su di lei. La recensione I
meccanismi televisivi sono cose strane. Al di là di ogni mia
comprensione, al pari degli alieni di Mistero, degli impuniti
misfatti nel mondo della politica italiana e delle improvvise
dimissioni del "buon" Papa Ratzinger. Alcuni, per anni e stagioni
interminabili, continuano a girare sui loro cardini nemmeno troppo
oleati senza stancare minimamente i tanti spettatori, mai abbastanza
annoiati di situazioni viste e riviste ed ormai sordi davanti agli
ingranaggi di un vecchio sipario che inizia a cigolare con l'età.
Altri, invece, conferiscono a sfortunati telefilm vita assai breve.
Il destino di 666 Park Avenue era segnato sin dalle prime
puntate. Sbirciarne il futuro in una palla di vetro o affidarsi alle
previsioni di una cartomante era del tutto inutile: a decidere, il
giudice sovrano. Il grande pubblico.A
quanto pare, la magia che si respirava tra gli episodi era in grado
sì di mettere a soqquadro le vite di protagonisti che, poco alla
volta, avevo imparato ad amare, ma non di salvare la serie della ABC
dalla sua estrema fine: la cancellazione.Il cimitero del serial TV. E
così, mentre il telefilm continuava nel più totale anonimato fino
al tredicesimo ed ultimo episodio, ho accolto l'uscita del romanzo
che ne aveva ispirato la sceneggiatura con immensa felicità. In un
modo o nell'altro avrei comunque avuto il
mio finale. Mi importava questo e basta. Nessun entusiasmo nelle
parole dei lettori americani, dunque nessuna grossa aspettativa.
Leggevo principalmente per curiosità, la stessa che nei proverbi
spinge l'uccello nella rete o uccide il gatto. La stessa che procura
più grattacapi che sorprese.Ma
è stato in questo modo che, con lo sguardo fisso su tutto un altro
obbiettivo, mi sono ritrovato per le mani davvero un buon libro. E,
in tutta sincerità, chi se lo aspettava?Io,
che guardavo la serie attratto più dalle sublimi ambientazioni e
dallo charme del cast che dai misteri della famiglia Doran, no di
certo. Invece, una volta sulla soglia del condominio più dannato e
seducente di tutta New York, non ho voluto più scendere dalla
giostra fino all'ultima, estrema fermata. Un lussuoso ascensore mi ha
portato nel cuore dell'Inferno. Sempre più su, sempre più in alto.
Beffardamente vicino a Dio.Il
mio aggiornato Caronte conosceva la nuova dimora del Male. Non più
nel nucleo roccioso della mondo – sporco, sopravvalutato e ormai
fuori moda! - ma in un attico con servitù, camere da letto per gli
ospiti, ingombranti segreti umani in soffitta e una vista mozzafiato
sul verde di Central Park.La penna della brava Gabriella Pierce ha
portato me e la protagonista Jane dritti dritti tra le braccia del
nemico; la pelle di un esotico color cannella anche d'Inverno e i
polsi cinti da bracciali tempestati di Swarovsky. Lynne Doran.Un
mostro di suocera. Un diavolo che, nel senso più letterale del
termine, veste Prada e Chanel. La “matrigna” di una fiaba non
censurata e da nascondere lontano dalla portata dei più piccoli. Le
differenze con il telefilm sono abissali. Si potrebbe quasi dire che
l'autrice, in questo primo volume della sua ammaliante trilogia,
racconti tutta un'altra storia.Ed
è sorprendente vedere che ci sono personaggi in più, altri in meno
e che, spesso, le magiche e bellissime creature della
Pierce non hanno in comune neppure il nome con le loro copie del piccolo
schermo. La Olivia di Vanessa Williams, battezzata nel romanzo Lynne,
è il malefico polo magnetico verso cui converge tutta la nostra
attenzione. Suo marito – nel telefilm, Terry O'Quinn – è invece
un uomo taciturno, remissivo, alle dipendenze di una sedia a rotelle
che lo relega in un'opulenta cella e di una consorte che, nei suoi
(frequentissimi) giorni “no”, sarebbe da scacciare con un forcone
e un flacone di acqua santa. E, al contrario che nella serie, i due
hanno un figlio – Malcom – che ha ripreso la bellezza da uno, la
pacatezza dall'altro e il conto in banca da entrambi.A
scatenare l'ira funesta della matriarca di casa Doran, l'arrivo della bella Jane.
Da Parigi con amore e, con al dito, l'anello di fidanzamento dal
romantico Malcom; dalla padella a una dorata e rovente brace.La
versione televisiva si avvale di grandi personaggi maschili, il
romanzo è un trionfo di femminilità. Una sfilata d'altra moda in
cui a percorrere la passerella sono le gambe lunghe e affusolate di
una strega newyorchese.A
lasciarmi divertito ed elettrizzato è stata la superba abilità
dell'autrice nel crossover. Ha uno stile semplice, sexy,
incalzante, ma i tanti generi letterari che ha tra le mani sono come
le canzoni nelle mani di un deejay o i giusti ingredienti sul bancone
di un ottimo barman.Un'abbondante
dose di favola, tanto umorismo, urban fantasy per giovani adulti, una
spruzzata generosa di chick lit, una manciata di terrore ed il drink
è servito. Un cocktail dissetante, ghiacciato, chic, che spinge a
chiederne ancora e ancora.Per
tutti gli orfani di Gossip Girl, Ringer, Eastwick eStreghe,666
Park Avenue New Yorkè erotico,
elettrizzante, delizioso, divertente, pieno di garbo, ironia e
piccoli brividi. Minuziosamente attento a marche e a stilisti come
una patinata rivista di moda, e ad incantesimi e sortilegi come
un'enciclopedia dell'occulto tornata in auge per l'ultima settimana
della moda. La classe di Gabriella Pierce non è acqua, ma è
preziosa quanto una bottiglia di gustoso champagne d'annata.Le
streghe sono tornate, ma, con i tempi che corrono, sono super
affaccendate. Hanno cerimonie da organizzare, abiti da sposa da
provare, suocere e nuore da sabotare, poteri da imparare a
padroneggiare. Sono sempre più vicine a noi. Anche se il ticchettio
dei loro tacchi vertiginosi potrebbe metterci in allerta con
ragguardevole anticipo.Cominciate
a fuggire. In libreria. 'Cause
"Witch" is the new "Sexy"! Il
mio voto: ★★★★ Il
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