Recensione a basso costo: La diciassettesima luna, di Kami Garcia e Margaret Stohl

Creato il 31 agosto 2013 da Mik_94
Cari amici, nel tristissimo giorno in cui un po' tutti diciamo addio all'estate, vi lascio la recensione SPOILER FREE di un romanzo che mi ha letteralmente portato lontano. Ma forse non faccio testo, perché la verità è che ho amato anche il film, quando tutti quanti lo criticavano. Quando si parla della di The Caster Chronicles io divento un fanboy adorante con scarsa, scarsissima lucidità. Leggetelo, leggetelo, leggetelo! Un abbraccio, M. Nella Luce ci sono le Tenebre. Nelle Tenebre c'è la Luce. Titolo: La diciassettesima luna Autrici: Kami Gargia & Margaret Stohl Editore: Mondadori – Oscar Bestsellers Numero di pagine: 491 Prezzo: € 10,50 Sinossi: Credevo che il nostro paesino, sepolto nella boscaglia della Carolina del Sud, fosse il centro del nulla. Un luogo dove non succedeva mai niente e in cui niente sarebbe mai cambiato. Poi mi innamorai di una Maga. Lei mi fece scoprire un altro mondo fra le crepe dei nostri marciapiedi sconnessi. Un mondo che era lì da sempre, nascosto in bellavista. La Gatlin di Lena era un luogo in cui le cose succedevano, eccome, cose impossibili, sovrannaturali, che cambiavano la vita. Che le ponevano anche fine, a volte. Fino a qualche mese prima, pensavo che nulla sarebbe mai cambiato. Ora che ne sapevo di più, avrei tanto voluto che fosse stato così. Perché a partire dall'istante in cui mi ero innamorato di una Maga, nessuna delle persone a cui volevo bene sarebbe più stata al sicuro. Lena credeva di essere l'unica a essere maledetta, ma si sbagliava. Adesso la sua era diventata, la nostra maledizione.                                  La recensione Vedevo le luci delle tazzine rotanti che volteggiavano, sfrecciavano e mi facevano girare la testa. Era come mi sentivo quando mi perdevo negli occhi di Lena. A volte, l'amore di fa sentire così e, a tuo modo, trovi una tregua, quando in realtà non la vorresti. A volte è la tregua che trova te. Prima di incontrarsi, Ethan e Lena contavano i giorni. Lui – con una scatola piena di opuscoli universitari sotto il letto e con i moniti di una mamma volata via – non vedeva l'ora di andarsene da quell'asfissiante barattolo di vetro, pieno di casette tutte uguali e di superstizioni antichissime, su cui batteva sempre un sole prepotente, in grado di inaridire l'erba nelle paludi e di assopire ogni istinto di fuga giovanile. Lei – con un curioso tatuaggio sulla mano e pensieri tempestosi da tenere buoni – si disegnava sui palmi conti alla rovescia, come per controllare costantemente i giorni, le ore, i minuti e i secondi che la separavano dalle verità che i suoi sedici anni le avrebbero portato. Rincorrere il tempo li rendeva schiavi, ossessionati. Ethan voleva raggiungere a rapide falcate il domani, Lena lo riteneva solo più rischioso del confortante e sicuro oggi. Quella conta spasmodica ha perso importanza nel momento esatto in cui si sono conosciuti, e nulla è più stato come prima. Ethan si è innamorato di una Maga. Hanno vinto una battaglia combattuta contro il male, sono sopravvissuti a persone a cui volevano entrambi bene e, dopo tante prove superate insieme, vorrebbero vivere la loro estate come due normali adolescenti. Alla ricerca del tempo perduto e di acqua pura in cui immergere le loro mani sempre strette, ma macchiate della terra umida di lacrime del cimitero Pace perpetua e della cenere piovuta, a fiocchi grigi e ardenti, su Greenbrier. Quel che è fatto è fatto, non si può tornare indietro. Certi sacrifici sono necessari, ma i sensi di colpa non vogliono saperne di abbandonarli. I sensi di colpa e l'oscurità, che mette radici intorno ai loro cuori solitari. Per una volta avrei voluto cominciare così, in maniera dolcemente brutale. Senza chiose, senza preamboli, senza introduzioni. Come non sono abituato a fare, come non mi piace fare. Ma dovevo dirlo, perciò lo dico adesso: io adoro questa saga. E' ufficiale e, sempre ufficialmente, sono innamorato dei suoi protagonisti e delle sue stravaganti e magnifiche autrici.  Il caso è chiuso. Quindi, quello che seguirà viene semplicemente da sé: aprire La diciassettesima luna, appena qualche mese dopo aver concluso il primo volume, è stato soprannaturale. Nel corso della lettura del romanzo d'esordio di Kami Gargia e Margaret Stohl, si era creato un legame solidissimo tra me e quella storia vecchio stile di amori proibiti, incantesimi e atmosfere gotiche e, nonostante anch'io dubitassi della sua durevolezza, qualche giorno fa, mi sono reso conto che leggere euforicamente i ringraziamenti e chiudere l'ultima pagina di quel primo romanzo, con un piccolo tonfo familiare, non aveva spezzato in due il filo dei ricordi. Con il legame ancora intatto, aspettavo un passaggio per tornare da loro, amici che vorrei esistessero anche nel mio mondo. Come in Il mago di Oz, alla mia porta ha bussato un tornado di dimensioni cosmiche. E io, con la mia poltrona e i miei calzini spaiati, risucchiato dalla tempesta, sono ritornato nella città in cui, persa ogni speranza per la mia lettera di Hogwarts, passerei volentieri le vacanze; macabro, ma soprattutto quelle del due novembre. Gatlin, Carolina del Sud. La città da cui tutti vorrebbero fuggire e in cui io volevo tornare ancora: lapidi tutte storte, cimiteri vegliati da silenziosi angeli di pietra, alberi frondosi, tradizioni irrinunciabili, rosmarini, limoni. E, ancora, parchi giochi e gare di torte, il mese di giugno per festeggiare il Giorno dei Morti con indosso i vestiti “buoni” della domenica e le tombe piene di doni, i deliziosi dolci che Amma sforna per addolcire le più amare rivelazioni, la biblioteca mai chiusa per ferie gestita dall'adorabile Marian, il destino condiviso con le persone a cui vuoi un bene dell'anima.  L'ho vista anche al cinema, Gatlin, e l'ho rivista adesso, in un'estate che, anziché portare il sole nella vita di Ethan e Lena, ha portato nuove, dense ombre... e una nuova luna. Il libro ha inizio dove si era concluso il precedente: nel pianto, con un nuovo funerale, con due vecchi innamorati finalmente vicini, seppellitti l'uno accanto all'altra, all'ombra della stessa pianta di limoni gialli. Forse è scritto nel manuale, lontano dagli occhi di noi poveri mortali, del perfetto young adult, perché, come Bella e Edward in New Moon, come Lena e Alex in Chaos, come Cassia e Ky in Matched, anche Lena e Ethan si scoprono più lontani ad ogni pagina. Le coppie sposate vivono la crisi del settimo anno, i personaggi di fantasia quella – meno nota, ma altrettanto dolorosa – del secondo romanzo. Io, che sono stato nella stessa stanza con loro, anche se non la sapevano, che ho visto la ragazza dei miei sogni e dei miei incubi innamorarsi di un ragazzo che mi somiglia in maniera impressionante, soffrivo un po' insieme a loro. Anche la sofferenza, però, è stata bella come tutto il resto. Quando si tratta di loro trovo tutto estremamente bello. Non so perché; accade e basta. Già nel precedente, che eppure iniziava come un urban fantasy come gli altri, solo con oceani di descrizioni e salti temporali che molti non riuscivano a mandare giù con leggerezza, ero stregato, ammaliato dal canto di una sirena bella e tentatrice come la capricciosa Ridley. Cotto perso.  In questa seconda visita presso la magione spettrale della famiglia Duchanness, la meraviglia si è riproposta, quasi non avessi toccato libro nell'intervallo tra La sedicesima e La diciassettesima luna. Rispetto al primo, questo seguito ha un'identità decisamente più sua. Tratti più marcati e più carattere. Ammicca al fantasy tradizionale, ha colpi di scena e scene d'azione, con personaggi, eroi per un giorno, che sfidano l'affascinante oscurità dei tunnel sotto la pianta della loro cittadina armati di stupidità, coraggio e poco più. Nerd privi di mezzi, ma pieni del sostegno mio e di altri lettori incantanti quanto me, che spiavano le loro mosse tra pagine profumate di cupcakes, spezie e magia. Anche senza azione, anche se si fosse trattato di adolescenti come gli altri, il mio cuore avrebbe preso a battere più forte e le mie labbra ad aprirsi in un sorriso di riconoscimento in loro presenza, vicini a me come gli amici di sempre. Non serve alzare la cornetta, ma aprire la pagina, affinché siano in un attimo da da me, a salvarmi dalla noia e da mostri di quel genere. Lena, meno presente, ma fantastica con il suo odore ormai familiare, i suoi occhi bicolore, la sua furia che fa esplodere i temporali, le sue Converse a pezzi, la sua collana di cianfrusaglie preziose, le sue foto che ritraggono solo tombe, la sua stanza piena di scritte e poesie - in cui lei, stesa sul soffitto scorticato, guarda il parquet e il letto su cui dorme Ethan; Ridley, uno svolazzare di ciocche rosa e bionde che, con un innocente lecca-lecca, può ucciderti facendoti sorridere, nel frattempo, come un ebete innamorato; Amma, Marian e le zie: mine vaganti con le calze contenitive, il pallino per gli incantesimi e i gatti e l'aiuto dell'aldilà; l'indimenticabile Macon e la sibillina Lila che – come Piton e la sua Lily Potter –, a volte, ritornano. Harry aveva Ron, Ethan ha il simpaticissimo Link: un adorabile idiota di proporzioni cosmiche di cui è il migliore amico dalle elementari, quando, sul pullman verso casa, avevano diviso una barretta di Twix. Per strada, troveranno anche la loro personale Hermione, Olivia: capelli biondi, accento british, odore di thè inglese e libri antichi, l'ossessione per l'astronomia. Furtivo e silenziosa, ai loro piedi, li precede il gatto Lucille, magica amica dagli artigli lunghi del fedele Boo Radley. Firmano il tutto Kami Garcia e Margaret Stohl: mie zie insieme a una signora che si chiama J.K Rowling e, sospetto, due delle spose di Dracula... o di Tim Burton. Loro iniziano a raccontare e io inizio a fare sogni più belli. Credo sia amore. Sì. Se n'erano andate, sia la voce che la ragazza. Come una bolla di sapone, lo zucchero filato o l'ultima scheggia di un sogno. Il mio voto: ★★★★★ Il mio consiglio musicale: Florence + The Machine – Cosmic Love 

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