Ti
amerò fino al giorno dopo l'eternità.
Titolo:
La diciottesima luna – Beautiful Chaos
Autrici:
Kami Garcia e Margaret Stohl
Editore:
Oscar Mondadori
Numero
di pagine: 545
Prezzo:
€ 10,50
Sinossi:
Quando
Ethan pensa di essersi abituato alle stranezze della cittadina in cui
vive e ai misteriosi poteri di Lena, la sua ragazza, l'antica
maledizione che incombe sulla famiglia di Lena, si abbatte su di loro
e sulla città. Mentre sciami di locuste, uragani e siccità
sconvolgono Gatlin, Lena perde i propri poteri soprannaturali ed
Ethan inizia a dimenticare nomi, numeri di telefono, ricordi e interi
periodi della sua vita. L'Ordine delle Cose sta per essere sovvertito
e man mano che la Diciottesima luna si avvicina, una domanda si fa
sempre più chiara tra gli abitanti della città: cosa - o chi -
bisogna sacrificare per salvare Gatlin?
La recensione
Quante
cose cambiano in due vite, tre romanzi, milleseicento pagine.
Quante
cose, invece, non cambiano. Immagino sia così che dev'essere. Ci
sono alcuni ingredienti che mutano e altri che restano. Rassicuranti,
invariati, fissi. Affidabili, e completamente, sono lì quando noi li
cerchiamo: a portata di mano, quasi. Quante sono le cose che cambiano
in un anno e in un mese – il tempo tra un capitolo e l'altro, tra
la luna vecchia e quella nuova, tra il verde e l'oro, tra i
diciassette e i diciotto? Pochissime, quando Kami Garcia e Margaret
Stohl sono le autrici con cui tu lettore – ventenne, quindicenne,
dodicenne - hai l'onore di avere a che fare. Quando, in testa, hai
una saga bella come lo è quella di The Caster Chronicles e
il tempo si cristallizza: fermo immagine che la tua personale volantà
domina e scoglie un po' quando le pare. In tutta sincerità, pensavo
che, in tredici mesi, il mio gusto si fosse affinato di botto. Mi
scopro infatti ogni giorno più stanco delle mode, e esigente, e
rompipalle, e mi accorgo che, spesso, la fretta generale minaccia di
togliere la magia di un tempo alle mie letture. Grosso sbaglio.
Diventare un automa di lettore, intendo, e pensare che nell'arco di
quella pausa di riflessione lunga un inverno e un'estate il
sortilegio che mi univa alla gotica Gatlin si fosse rotto. Poi ecco.
Eccomi, eccoci.
La notte non mi ha portato consiglio, né l'ha fatto
La diciottesima Luna. Scrivo
- tutto gongolante, stordito, scriteriato, soddisfatto - che questo
terzo romanzo, come i precedenti, mi è piaciuto da impazzire. Tra le
cose che non sono cambiate, la fascinazione che la fortunata
collaborazione tra le due autrici americane esercita nei miei
confronti. Mi ammaliano, con trucchetti che conoscono solo e soltanto
loro. Mi attirano con l'odore di torte peccaminose, limoni gialli,
rosmarino profumato e imbottigliano la mia anima da eterno Peter Pan
nelle bottiglie di Coca-Cola vuote che Amma ha legato a testa in giù
sui rami dei meli, in giardino. A Gatlin succedono cose come quelle.
Gli spiritelli vengono intrappolati nella casa di vetro della bibita
più famosa e zuccherosa che c'è; i geni della lampada sono liberati
nelle stanze da letto di inumane diciassettenne sexy; le zie in
panciolle hanno portali segreti che portano nelle misteriose tombe di
New Orleans o nel Futuro, proprio accanto allo scaffale delle
conserve fai da te. Tra le cose che sono tutte diverse, invece, la
vita in una cittadina a lungo condannata all'immobilismo in cui
improvvisamente succede quello che ogni adolescente medio sperava: il
cambiamento. Ma attenzione ai desideri, ché sono dispettosi e
imprevedibili! Ethan Wate voleva per il suo ultimo anno di liceo una
sana ventata di novità, non di certo l'Apocalisse.
Voleva fuggire
via e adesso vuole restare e basta. Per cambiare le cose. Per Lena.
Ci sono equilibri che si sono spezzati, nel Mondo Sotterraneo, quando
la prima e ultima ragazza che mai amerà si è rivelata essere una
Maga, ha spezzato in due la luna, ha reclamato se stessa. Quello
spigolo bruciacchiato d'America, afflitto da piaghe da antico
testamento, sta marcendo dall'interno. Una putrefazione inevitabile
che, dal fondo della tazza, ha conquistato la cima di latte e
cioccolato. Niente ha lo stesso sapore. Si confondono lo zucchero e
il sale, l'acre e il delicato, la destra e la sinistra. Si ci
dimentica il proprio numero di telefono. Ah, e dove mettiamo la
trasformazione di Link che è diventato Linkbus; quella di
un'ammiccante Sirena che è diventata umana e si è anche
immatricolata; il trasferimento delle Zie e delle loro cianfrusaglie
polverose in una casa stretta e dalla privacy inesistente; il tenero
che nascerà tra l'inglesina Olivia e quel satanasso impunito di John
Breed? La diciottesima luna è
uno spasmodico ed emozionante conto alla rovescia verso un
avvenimento che ci priverà delle parole. Un pasticcio divertente e
con la caratteristica eleganza, tutta merletti e orli, sermoni e imprecazioni, del Sud. Un meccanismo infallibile di
causa-effetto, scandito dai rintocchi del Selenometro, dai colpi di
scena, da indovinelli criptici e musicali che – come nel Macbeth
– sono da interpretare. Presagio di agrodolci catastrofi. Squadra
che vince non si cambia. Struttura che vince non si cambia. Guai,
altrimenti. Le amiche scrittrici – amiche tra loro, un po' amiche
mie – assimilano la lezione e aprono le porte ai classici flashback
e, questa volta, alle segrete verità della spietata Sarafine: il
risultato è un urban fantasy di quelli che piacciono a me, che
sembra un percorso sottile, eppure costellato di polvere di stelle,
in mezzo al meglio della letteratura americana – Il
crogiuolo, Il buio
oltre la siepe, le raccolte
poetiche di Emily Dickinson e Edgar Allan Poe. Perché mi piace non
lo so, o forse sì. Si parla di una di quelle storie che avrei
adorato da bambino – con gli amori ostacolati, le maledizioni, i
sacrifici – ma con lo stile pieno ed evocativo che apprezzo ora. Al
bambino la magia, all'adulto i dettagli. Dico sempre che non sono
uno di quelli che ai personaggi dei libri ci si affeziona. Non mi è mai
capitato di soffrire talmente tanto, appresso a loro, da non volere
leggere per giorni altro. Non posso prendermi a cuore la vita di ogni
protagonista di cui mi trovo a leggere. Sono un blogger e un lettore
bionico. Sono come un medico. Un po' di distacco è consentito; è
vitale. A Ethan e Lena, in barba alla prassi, tengo eccome.
Il potere delle eccezioni, vedete, mi rende miope davanti agli eventuali difetti di fabbrica.
Il
mio voto: ★★★★½
Il
mio consiglio musicale: Florence + The Machine – Spectrum