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Titolo: Luna Autrice: Julie Anne Peters Editore: Giunti Y Numero di pagine: 383 Prezzo: € 9,90 Sinossi: Regan, fin da piccola, ha sempre saputo che suo fratello Liam era diverso dagli altri. Liam ha sedici anni. È alto, bello, muscoloso e corteggiatissimo ma la verità è che si sente una ragazza intrappolata dentro un corpo da ragazzo. Regan è l'unica condividere questo segreto con Liam - o Luna come preferisce farsi chiamare - che ogni notte in camera della sorella si trasforma con trucchi e vestiti da ragazza nel suo alterego femminile. All'insaputa dei genitori, una madre troppo occupata nella sua professione di wedding planner e un padre frustrato da un lavoro rutinario, Regan si trova da sola a dover aiutare e sostenere il fratello (quasi una sorella) nel difficile percorso verso la trasformazione. Ma anche per Regan è il momento del cambiamento e quando, durante una lezione di chimica, un ragazzo appena trasferito nella sua scuola, si accorge di lei, insieme ai primi turbamenti del cuore arrivano anche le complicazioni che l'avere un fratello trans comporta... La recensione “Si trattava di mio fratello. Lui era il buco nero del mio universo. Mi stava succhiando la vita. Era come se una forza mi spingesse verso di lui e io non potessi farci niente. Liam era laggiù, in fondo al buco. Eravamo insieme là in fondo.”Sin dall'infanzia, Regan custodisce un segreto che, croce sul cuore, ha promesso non rivelerà mai a nessuno. Camera sua, di notte, è messa a soqquadro da una misteriosa visitatrice che nessun altro membro della famiglia O'Neill sarebbe lieto di conoscere. Un'eccentrica e colorata tromba d'aria che stravolge la sua stanza e la sua vita allo scoccare della mezzanotte, quando cala il buio, gli occhi di tutti si chiudono, le persiane e le barriere si abbassano, il sole cede il posto alla sua argentea metà e ai suoi eserciti luminosi di stelle. Regan viene svegliata ora da pianti, ora da risate giulive, e, messi i piedi giù dal letto, lei che non si trucca per pigrizia e che detesta con tutto il cuore i pigiama party tra adolescenti, assiste alla nascita di Luna: una ragazza che, come la Odette di Il lago dei cigni, può essere sé stessa solo di notte; una ragazza che non esiste. Una persona che, come la luna da cui ha preso il nome, risplende di vera luce, nei cieli della vita, solo quando tutti sprofondano sui loro cuscini e nei loro sogni. Il resto del giorno muore dentro. Perché fingere equivale a stare male. La pazza, volitiva, vanitosa e solare Luna è la migliore amica che Regan abbia. L'unica che possa sperare di avere, in una vita in cui lei, i suoi trucchi, i suoi vestiti dorati di paillettes e il suo indicibile segreto prosciugano il suo tempo libero, smantellano i suoi rapporti, pesano sulla sua coscienza come macigni. Ma lei le vuole bene ugualmente, anche se si sveglia tutte le mattine con le borse sotto gli occhi e anche se, per tutti quegli snervanti vai e vieni notturni, la sua camera è diventata un porto di mare e la parola privacy ha perso qualsiasi significato, al pari del tanto sopravvalutato termine normalità. Luna è suo fratello. L'anima femminile intrappolata in un guscio vuoto che i suoi genitori, sedici anni prima, hanno scelto di chiamare Liam. Un ragazzo bello, affabile, geniale, dal sorriso caldo e dai modi gentili, che tutte le ragazze del suo liceo vorrebbero accanto, come incarnazione del fidanzato perfetto da sfoggiare tra le loro invidiose coetanee; un ragazzo che non esiste e non è mai esistito. Sospeso tra due sessi, con un'essenza seppellita viva sotto capelli corti e pomo d'Adamo, Liam vive la sua transizione mentre nessuno guarda e il resto del mondo lo ignora platealmente. Regan – che combina solo disastri su disastri, che prende brutti voti in chimica, che vive attraverso gli altri – ha il potere di vederlo realmente. Potere che non fa di lei una perfetta maga incantata, ma una perfetta sorella assonnata. Una sorella perfetta: l'aggettivo basta. “Una creatura bellissima e fragile che dispiega le ali e vola via. Ma nel caso di Liam, la farfalla era costretta a richiudere le ali e a rinfilarsi nel suo bozzolo ogni giorno. Ogni singolo giorno, era costretto a diventare il guscio di sé stesso.” I loro ricordi scritti in corsivo e le loro emozionanti storie fanno del romanzo di Julie Anne Peters uno young adult che è un trionfo. Luna è tutto ciò che un libro per ragazzi dovrebbe essere; dà tutto ciò che un romanzo per adolescenti dovrebbe dare: meta vincente a cui questo genere letterario per grandi e piccoli avrebbe dovuto puntare, con orgoglio e umiltà, da parecchi anni a questa parte. Persi tra triangoli amorosi, ragazzi bellissimi e viziati, creature soprannaturali e frivoli capricci, si è finiti per perdere di vista i tanti elementi essenziali ed importanti di cui, fortunatamente, Julie Anne Peters mi ha fatto riscoprire la bellezza e la profondità perdute, con una vicenda che intrattiene facendo pensare e che fa pensare intrattenendo. E magnificamente, aggiungerei. Una lettura piacevole non dev'essere per forza slegata da un tema attuale, le esigenze del cuore possono essere conciliate con quelle della mente e, soprattutto, gli adolescenti hanno il sacrosanto diritto di essere trattati con lo stesso rispetto degli adulti. La saggezza esiste anche a sedici anni, e qualcuno, ogni tanto, può insegnartela. Poi toccherà a te diffonderla, insegnarla, insieme al rispetto e alla comprensione, a chi dice che non esiste ormai più. La forza delle parole di quest'autrice dicono al lettore esattamente questo, chiaro e tondo. Io le ho sentite in ogni pagine, forti e chiare. Il suo è un romanzo originalissimo, ma che barcolla su un campo minato, lungo un percorso di cui si ha paura, spesso, ad indovinare i passi che verranno. Impacciato ed elegante al tempo stesso, su tacchi troppo alti per piedi troppo grandi, schiva luoghi comuni, banalità, buonismi, kleenex umidi che – quando si parla di vita vera e non di finzione – è meglio lasciare allo Sparks di turno.
E' una realistica, cinica, irriverente e coraggiosa commedia borghese, inscenata sullo sfondo dell'umanità tutta. Pirandelliana, quasi, nel suo continuo e necessario indossare e togliere maschere. Tematiche simili, riflessioni sulla diversità, sull'identità, sulla sessualità e il cambiamento le avevo trovate, prima d'ora, solo nei formidabili e sorprendenti romanzi di David Levithan. Tuttavia, in Ogni giorno, e ancora di più nello spassoso Will ti presento Will, avevo avuto l'impressione che l'autore vivesse in un mondo molto distante dal nostro. Un mondo certamente più bello e colorato, ma in cui la diversità, non essendo percepita come tale, ma come un altro aspetto della normalità in sè, era affrontata con una dolcezza che, in una realtà grigio fumo e piena di ottusità come quella che conosciamo in tanti, era più propria di una splendida e auspicabile utopia. La penna di Julie Anne Peters è feroce e pungente come poche, aspra e sincera. Ci sono fiere e fiere di sentimenti, non spicci sentimentalismi. Dà a Regan acume, lingua lunga, ironia, una voce narrante piena di fascino inesplorato. Lo sguardo attento di chi inciampa nei suoi stessi piedi e capitombola a gambe all'aria durante il primo appuntamento, ma che ha occhi per guardare ciò che è vero e il carattere per mettere alla berlina ciò che non va. Mentre sua madre s'imbottiva di pillole della felicità e pensava al benessere di tante famiglie ad esclusione della sua, mentre il padre si chiudeva nel silenzio forzato di chi, dentro, è buono, ma un po' ignorante, Regan mette insieme i pezzi di una famiglia disastrata e di un fratello a pezzi, che odia e ama a giorni alterni. Non è facile stare dietro alla vita segreta di Liam. Lui sa essere egoista in maniera snervante, detestabile, folle nella sua ricerca della libertà. La sua Luna ha le ciglia lunghissime, ha i fianchi più stretti di quelli di Regan, la femminilità – paradossalmente – che quell'adolescente piccola e insicura che va inciampando ovunque non avrà mai. S'invidiano a vicenda. E Regan odia quando Luna si procura le occhiate storte dei passanti, quando le scopre nuovi lividi sulla schiena colpita dai bulli, quando decide di condividere la sua verità con gli altri durante la colazione, quando tutti ridono di lei. No, non è per vergogna: Regan ha solo paura che quel suo fratello nato nel corpo sbagliato soffra. Anche se è più piccola di lui, quello che ha sempre voluto è proteggere la sua reale natura dall'incomprensione altrui. Proteggere Liam da sé stesso. E' questo che commuove: leggere dell'amore incondizionato, ubriaco, odioso, viscerale, invidiabile e autentico che Regan sente per quella persona che ha i suoi stessi geni. Un amore che, al contrario di quello che possono provare una mamma e un padre, ama comunque vadano le cose, senza aspettative: fedelmente, come quello tra i personaggi delle opere liriche che la giovane protagonista adora da sempre. Eroico, arrogante, fiducioso e costruttivo il finale. Liberatorio, con i due fratelli – ormai due sorelle – che liberano a vicenda le loro ali, troppo a lungo immobili sotto il tetto delle loro taciute debolezze. Luna è un romanzo da leggere, almeno una volta nella vita. Per capire che non c'è nulla da capire. Gli americani, per descriverlo, userebbero probabilmente il termine "moving" - "che emoziona", "che smuove qualcosa". “Avevo capito. Finalmente avevo capito. Dovevo lasciare che cambiasse anche me. Era necessario perché riuscissi ad accettare Luna davvero, a sostenerla, a vedere in lei una persona reale.” Il mio voto: ★★★★ Il mio consiglio musicale: Katy Perry – Firework
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