C'è
una cosa che ho imparato sulle persone: non diventano così meschine
e cattive da un giorno all'altro. Non è nella natura umana. Però se
dai loro abbastanza tempo, alla fine faranno le cose più dolorose
del mondo.
Titolo:
Tutta la verità su Alice
Autrice:
Jennifer Mathieu
Editore:
Newton Compton
Prezzo:
€ 10,00
Numero
di pagine: 217
Sinossi:
Tutti
sanno che Alice è andata a letto con due ragazzi nella stessa sera,
a una festa. E quando Brandon Fitzsimmons - il quarterback della
scuola, bello e famoso - muore in un incidente d'auto, viene fuori
che mentre guidava stava chattando al cellulare con Alice: lei gli
stava mandando messaggi ad alto tasso erotico. A scuola già si
diceva che Alice fosse una ragazza facile, una poco di buono, ma dopo
la morte di Brandon, la macchina del fango impazzisce. C'è chi
sostiene che abbia abortito, chi dice che sia disposta a tutto per un
aiuto in matematica, il bagno delle ragazze è costellato di insulti
anonimi a lettere cubitali e indelebili. Ma la vita di Alice è
davvero quella che tutti pensano di conoscere? Oppure molti
proiettano su di lei i loro pin torbidi segreti? Jennifer Mathieu
riesce a raccontare con dissacrante realismo la vita di una ragazza
qualunque, senza aggrapparsi a stereotipi o vecchi clichè.
La recensione
"Sono un luogo comune, non è vero? Madre single. Padre assente.
Troppi fidanzati, alla ricerca di amore in tutti i posti sbagliati e
bla bla bla".
"Alice, non potresti mai essere un luogo comune. Neanche in un
trilione di anni".
Fanno
più danno gli ubriachi al volante o l'emarginazione? Quanto tempo ci
vuole affinchè il pettegolezzo ti dipinga per quello che non sei? Le
voci viaggiano in fretta, la gente parla forte. E, come con il gioco
del telefono senza fili, le informazioni saltano di bocca in bocca e
arrivano deformate, fraintese, confuse. E mille ricami, o forse
son graffi, vengono disegnati su una storia vera, un po' per noia
e un po' per il piacere di qualche brivido in più. La verità è
noiosa e sopravvalutata. Il pettegolezzo è un pericolo mortale, ma
ciò che è pericoloso, intorno ai diciassette anni, dà un'ebbrezza
impensata. Così, sul petto di Alice Franklin viene cucita una
lettera scarlatta che non va via. Non la nascondono le felpe col
cappuccio e i maglioni larghi, comunque non abbastanza
voluminosi per lasciarci scordare le curve del suo corpo perfetto.
Non la ignorano i suoi coetanei, studenti variegati di un anonimo
liceo texano, che eppure dormicchiavano quando il prof spiegava
Hawthorne, e La lettera scarlatta non
l'hanno mai letto sul serio, semmai guardato in tivù –
probabilmente, sono passati subito all'ironico e pimpante Easy
Girl,
nemmeno la decenza di recuperare la trasposizione cinematografica
seria, in abiti ottocenteschi. Il dito puntato sull'elfo
longilineo, con i capelli cortissimi e i piercing alle orecchie. Le
occhiate che scottano. La scusa perfetta per odiare e
isolare l'adolescente che, corteggiata e intraprendente, faceva gola
ai ragazzi e invidia alle ragazze.
Le più spietate, se messe in un
angolo. Il bullismo al maschile ti
lascia un occhio violaceo, dolorante soprattutto all'esterno; quello
al femminile, spiega la Mathieu, non lascia lividi visibili, ma è
una macchina che logora e non cede. Una violenza verbale fatta di piccole prepotenze, commenti mirati e frasi minatorie
scritte con il pennarello indelebile: sui muri del bagno pullulano
gli insulti e gli epiteti volgari, fioriscono macchie d'inchiostro, e
a mensa nessuno ha lasciato un posto a sedere alla vittima designata.
In Tutta la
verità su Alice,
che mi attirava per la copertina accattivante e
l'originalità della struttura, il capro espiatorio è colei che
tutti vogliono e che nessuno può avere, la poco di buono di cui
tutti sparlano e che nessuno conosce. Qual è, questa famosa
verità? Cosa ha fatto Alice, per meritarsi un posto d'eccezione
sulla gogna e nei discorsi infamanti dei suoi compaesani? La
raccontano a capitoli alterni quattro personaggi, che, pare, siano informati sui fatti: quando
Brandon Firzimmons morì sapevano dove fosse e dove non fosse, infatti, la
chiacchierata Alice. Provocante e disinibita, sarebbe andata a letto con due ragazzi alla stessa festa. Fatale, avrebbe distratto il compianto
quarterback alla guida, con i suoi messaggi bollenti, e gli avrebbe
regalato una morte precoce, con la promessa di un'altra notte di
sesso. Elaine, l'ape regina della Healy High, dice che la festa
incriminata l'aveva organizzata lei e che Alice, sua rivale già ai
tempi del ballo delle medie, ha indotto Brandon in tentazione. Kelsie, nuova in
città, cattolica osservante e fanciulla illibata, è stata a lungo
la migliore amica dell'assassina: adesso, turbata da una svolta che
non vi svelerò, dice che l'ha vista entrate in un clinica per aborti, e
che lo sfortunato bambino non si sa precisamente di chi fosse.
Josh, amico per
la pelle del quarterback e eterno secondo, è sopravvissuto al
compagno di squadra: non è un testimone poi tanto
affidabile, con i traumi ancora freschi e un'identità sessuale
confusa. Kurt, secchione sul fondo della piramide sociale, sa
discernere una frottola dall'altra e sa osservare: il candore segreto di quella Alice
di cui è innamorato perso, le abitudini del suo popolare e defunto
vicino di casa, le tracce che porteranno a un necessario chiarimento. Tutti
mentono su qualcosa: chi è senza peccato scagli la prima pietra. Infine, nel capitolo conclusivo, per congerdarsi senza avere rimpianti,
Alice in persona. La sfasciafamiglie, la sgualdrina, la sciagurata –
la martire prescelta -, con la sua personale verità e un epilogo che
ci dà il punto di vista della diretta interessata, ma miti soddisfazioni. L'esordio di Jennifer Mathieu, vincitrice del Teen
Choce Debut Author Award, ha uno schema intrigante e nessun pelo
sulla lingua. Asciutto e veloce, con gli scarabocchi e le brutte
parole, è esempio di una narrazione ben messa a punto e dallo
spirito insolito, ma lo si immaginava più aggressivo, nero e ambiguo. Un thriller per giovani
adulti. Invece, più che asciutto è freddo, più che veloce è
frettoloso: un romanzo young adult con pochi enigmi –
sull'innocenza della protagonista presa di mira si è sicuri sin
dall'inizio – e un personaggio femminile, soprattutto quando la descrive il nerd innamorato di turno, che ricorda le
donne irraggiungibili e scapestrate di John Green. Ma manca qualcosa. Quel quid
che,
purtroppo, lo rende senza infamia e senza lode; non
all'altezza di un'idea tanto vincente. Colpa di uno stile tutt'altro
che ineccepibile - e chissà, magari anche della traduzione italiana - che dà ai giovani protagonisti una coloritura linguistica abbastanza
generica: il diciassettenne medio, il diciassettenne bullo, non è
tale solo perché fa abuso, nel linguaggio informale, di “cioè”
e “tipo”. Tutta
la verità su Alice
è l'utile e realistico manuale del cattivo teenager di ogni dove. Da leggere per
essere un teenager, o un adulto, migliore. Con - dalla sua - una copertina troppo bella, una struttura troppo articolata per un'autrice ai primi passi e l'impressione di uno spunto affascinante, ma sviluppato a metà.
Il
mio voto: ★★★
Il
mio consiglio musicale: Evanescence – Everybody's Fool