Jobs di Joshua Michael Stern è un film che se fosse una stanza della mia casa sarebbe il ripostiglio per le scope.
Ashton Kutcher e la sua recitazione da soap opera (ma questi primi piani con l’intensità di una rivelazione di Ridge!?!?) che cerca di mitizzare la figura di Jobs sarebbero una lampadina la cui luce va e viene.
La storia sarebbe una ragnatela in un angolo dello stanzino che puntualmente vi dimenticate di pulire. E che ha pure la polvere sopra e un’altra ragnatela!
La sceneggiatura di Matt Whiteley, priva di alcun approfondimento psicologico dei personaggi, è una di quelle vecchie scope spelacchiate che non vi decidete a buttare via perché siete troppo pigri.
La superficiale regia di Joshua Michael Stern è uno straccio per lavare in terra che puzza di vomito e che non pulisce proprio nulla.
Se non l’avete visto, non guardatelo. Non ne vale la pena.
Dopotutto, voi aprireste mai la porta di uno sgabuzzino per il piacere di guardarlo?
Ecco, appunto.
Fabio Secchi Frau