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Migliora te stesso col cinema

Creato il 06 giugno 2014 da Paopru

Grazie al  master in Management delle Risorse Umane ho sbirciato per pochi giorni dentro ad una realtà che prima avevo solo immaginato: la realtà delle tecniche outdoor per migliorare le proprie performance. E’ prassi per le grosse aziende, intenzionate a demolire le resistenze interne al top management, organizzare giochi di ruolo o viaggi estremi per “creare gruppo” e migliorare le relazioni tra i grandi decisori. Un viaggio in barca a vela o un corso di sopravvivenza nell’isola deserta sono pratiche sfruttate da Google, Coca Cola e altri giganti dell’economia mondiale  per diventare aziende solide e affiatate, perseguendo il consolidamento di valori fondamentali come la comunicazione, la leadership o la gestione delle emozioni. I coach dell’organizzazione Performando sono esperti in quest’arte e molti dei loro insegnamenti sono riscontrabili in numerose pellicole del cinema d’oltreoceano che loro stessi consigliano come strumento didattico. Ecco allora un percorso di auto-miglioramento attraverso nove pellicole che trattano quei valori cardine su cui si fonda una “buona gestione” sia delle aziende che della propria vita, valori che possono aiutarci ad essere migliori e realizzarci nelle relazioni e nel quotidiano.

Sviluppo personale

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“Non è questo posto che non si adatta alla tua vita…è la tua vita che non si adatta a questo posto.”

Cambio repentino di vita per un Russel Crowe, costretto ad ereditare dal nonno morto una vecchia proprietà in Provenza, la stessa dove da bambino passava le sue estati. Inaridito dal suo lavoro di broker cercherà di sbarazzarsi di villa e vigneti per poi riscopre col tempo vecchi piaceri uniti a ritmi di vita più lenti e riflessivi. Vittima delle attenzioni di una giovane locandiera del paese poco distante, attaccato ai ricordi condivisi col nonno, riprogetterà la sua intera vita lasciandosi andare al sentimento e al trasporto dei ricordi sopiti, realizzando un ideale di vita che non sapeva di avere.

Gestione efficace dello stress

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”Se nessuno si metterà sulla mia strada,nessuno si farà male.”

Magistrale pellicola cult del 1993 diretta da Joel Schumacher sullo sclero incontrollato di un fallito progettista di missili. Los Angeles flagellata da un caldo torrido fa da cornice alla follia incontrollata di Bill Foster (Micheal Douglas), deciso a tornare a casa della ex moglie per riabracciare la figlia il giorno del suo compleanno (nonostante l’ordine restrittivo voluto dal giudice). Più che gestire lo stress, Foster ne diventa vittima fin dalle prime immagini, quando intrappolato nel traffico senza condizionatore d’aria, comincia a sentire uno strano senso di disagio che presto esploderà in rabbia e rancore verso chiunque gli capiti a tiro, dal mendicante all’immigrato koreano alla venditrice di un fast food.

 

Persuasione

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“Uniti possiamo fare tutto!”

Il nazismo può rinascere nella società moderna tedesca? Parrebbe di si secondo questo film del 2009 nel quale un professore un pò troppo illuminato decide di dare vita a un esperimento sociale con la sua classe di allievi, convinti che i moderni valori possano naturalmente ostacolare l’emersione di un nuovo nazi-fascismo. Le tecniche di conformazione adottate durante i cinque giorni di esperimento, l’uso di codici condivisi e la dotazione di un simbolo identitario sono le armi persuasive con cui il professore smonta lentamente tutte le convinzioni degli allievi, i quali giorno dopo giorno si abbandonano a comportamenti aggressivi e di pericoloso cameratismo.

 

Problem Solving

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“Il fallimento non è contemplato.”

Storia reale dell’Apollo 13, la navicella spedita nella spazio dagli americani l’ undici aprile del ’70 con a bordo tre astronauti che non arriveranno mai sulla Luna perchè ostacolati da un guasto improvviso (l’esplosione dei serbatoi d’ossigeno durante la fase di rimescolamento) che mette a rischio le loro stesse vite  trasformando la missione in una disperata operazione di recupero. Sangue freddo, mente lucida e coordinazione con il controllo missione a terra  sono gli ingredienti necessari per salvare la vita ai tre protagonisti, più volte chiamati a trovare soluzioni laterali a problemi complessi, come quello di costruire con mezzi di fortuna e rottami un filtro di riciclaggio dell’aria interna all’abitacolo.

Motivazione

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“Salva tutti quelli che puoi Jake, gli altri dobbiamo lasciarli andare…”

Credi in te, credi nelle tue capacità e sopratutto credi che i tuoi limiti possono essere superati. In sostanza è questo il messaggio che Costner cerca di impartire al suo allievo Ashton Kutcher durante il pesantissimo corso di addestramento per diventare un soccorritore dei mari. Il film è una lunga parabola sull’importanza della motivazione personale per raggiungere obiettivi apparentemente impossibili. Trasformare l’impossibile in semplicemente difficile è un passo iniziale decisivo per raggiungere un obiettivo. Kutcher nel film affronta un processo interno di maturazione straordinario non privo di incidenti di percorso, sotto la guida di un coach senza il quale nulla sarebbe stato possibile. Spesso essere motivati non basta, ci vuole qualcuno che creda prima in noi.

Leadership

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“Tu non fai nessuno sforzo per superare questo ostacolo del cazzo, Palla! Se Dio te lo voleva far superare senza sforzo, ti miracolava e ti faceva spuntare le ali al culo!”

Non penso ci sia un solo abitante del pianeta che non abbia visto almeno una volta questo film. E non esiste chi non conosca il sergente Hartman e i suoi metodi “particolari” per motivare gli aspiranti guerriglieri americani a fare bene la guerra. L’esercizio della leadership raggiunge in questo film i massimi storici, dando anche i frutti sperati. Palla di Lardo diventa un killer provetto che ama il suo fucile con incondizionato amore. Peccato che poi faccia una carneficina nei bagni del dormitorio. Hartman forse poteva gestire meglio le cose.

 

Gruppo e Squadra

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“O noi risorgiamo come collettivo o verremo annientati individualmente.”

Soldi che girano, fama e ambizione sono i veleni che distruggono l’integrità degli Sharks, la squadra di football di Miami, ormai sull’orlo del precipizio dopo il ritiro coatto per infortunio del quarterback Cap Rooney. Rimpiazzato da un giovane e promettente quarterback con alte ambizioni, la squadra perde il suo punto di riferimento più saldo e lentamente si sfalda, sotto i colpi degli individualismi sempre più emergenti. Nemmeno il coach Tony d’Amato riesce ad arginare il disastro, giocando la sua ultima carta negli spogliatoi prima dell’inizio dell’ultimo tempo di gioco della partita decisiva. Sarà uno dei più famosi discorsi sull’essere un Team della storia del cinema

Gestione delle Emozioni

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“A volte si impara a mettere lo sporco sotto il tappeto e andare avanti, altrimenti si viene travolti.”

Chris Wilton si trova a un bivio: accettare di perdere tutto quando la sua ricca moglie verrà a sapere della sua amante (da cui aspetta un figlio) o uccidere l’amante e riportare la sua vita sui “giusti” binari? Dato il suo non avere una posizione sociale di rilievo e un lavoro che gli consenta di fare la bella vita, Chris decide di sbarazzarsi dell’amante architettando un omicidio apparentemente perfetto. In questo caso il sangue freddo è necessario e il controllo sulle emozioni imperativo per non far cadere il minimo sospetto su di se e poterla fare franca.

Comunicazione

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“I miei consiglieri dicono che il fumo fa bene, distende la laringe e i nervi.”

Il public speaking è importante. Saper comunicare in modo efficace non è da tutti malgrado quello che ci hanno insegnato. Una vera arte fatta di tempi, toni di voce variabili, battute che spezzano l’attenzione, sintesi e quant’altro. Lo sa bene il protagonista di questa affascinante pellicola, affetto da una grave balbuzia  e costretto a vincerla per poter recitare un discorso alla nazione. Si parla di re Giorgio V, succeduto a suo fratello e futuro padre di Elisabetta II, l’attuale regina. Aiutato da un logopedista australiano (Geoffrey Rush) calamiterà l’attenzione e l’affetto de suo popolo nelle fasi finali del film.

 

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