suo ultimo libro “Un’altra estate” (EEE-Book edizioni, 143), della terra e di due suoi figli; Carlo, che vive in una cascina nelle Langhe in Piemonte e Maria, che abita in Sicilia in un feudo ai piedi della catena montuosa delle Madonie. L’autore ci racconta dieci anni di storia italiana, dal 1961 al 1970, racconta dell’emigrazione verso le città e della fine della realtà contadina italiana, racconta dell’incontro di Carlo e Maria a Torino, città emblema della più recente rivoluzione industriale italiana. I due s’incontrano mentre sono entrambi in fuga da quell’amara terra a cui è impossibile tornare, a causa del peso dei ricordi, a causa delle contraddizioni che s’amalgamano ai quei campi coltivati, sono in fuga e alla ricerca di qualcosa di meglio, di un’alternativa. Carlo e Maria non sono solo due personaggi del racconto di Paolo Ferruccio Cuniberti, sono due mondi diversi e stranamente simili. Le loro storie si alternano in capitoli con sapiente moderazione narrando le vicende dell’infanzia dei due fino al loro incontro che avviene a circa vent’anni. I luoghi, i dialoghi, tutto risulta essere estremamente concreto, così tanto reale da convincerci (sbagliando?) che si tratti di una! storia vera, una di quelle nemmeno tanto romanzate, ci lascia la convinzione che da qualche parte nell’Italia degli anni sessanta Carlo e Maria hanno davvero intrapreso il viaggio della speranza che Cuniberti ci racconta. Se sui personaggi il dubbio resta, sicuramente reali sono gli scenari. Luoghi tratteggiati con poche efficaci parole che rendono perfettamente la dimensione e il tempo in cui sono calati. Così la Fiat diventa concreta presenza, come le viuzze di Torino, le periferie e i personaggi secondari che ruotano attorno l’asse gravitazionale di questa nuova (vecchia) città. Paolo Ferruccio Cuniberti Torino la conosce bene. Anche perché c’è nato e proprio negli anni sessanta e vive nella città anche attualmente. Ha studiato letteratura all’Università di Torino e si è da sempre interessato di cinema, teatro e antropologia. Partendo dal suo territorio d’origine ha iniziato un percorso di studio delle culture popolari italiane, percorso che lo porterà a collaborare anche con varie riviste culturali. Prima di “Un’altra estate” ha pubblicato la raccolta di saggi “Orsi, spose e carnevali” (Araba Fenice Editore, 2013), “Indagine su Anna” (EEE-Book Edizioni, 2012) ambientato negli anni ‘80 e “Body and soul” (EEE-Book Edizioni, 2011 ) ambientato negli anni ’70 e anche finalista premio InediTo 2012. Con “Un’altra estate” conclude la propria personale trilogia sull’evoluzione dei costumi della società nel passato recente. “Un’altra estate” è un magnifico esempio di come si dovrebbe affrontare un viaggio a! lla scoperta di un’epoca passata: con gli occhi delle persone che l’hanno vissuta e con l giusta ironia, la necessaria leggerezza. Perché a ben vedere la storia di Carlo e Maria è la storia dell’Italia di ieri, dell’Italia di oggi e anche, data la validità del vecchio “corsi e ricorsi storici”, dell’Italia del domani. È la storia di due personaggi inventati, la storia dei nostri padri, dei nostri nonni, è la storia di come la Storia, al pari della vita, riesca sempre a conciliare i molteplici mondi che si alternano sotto, intorno e dentro, ognuno di noi.
Magazine Cultura
Recensione a Un’altra estate di Paolo Ferruccio Cuniberti, a cura di Giampietro Marra
Creato il 29 ottobre 2014 da Andrea Leonelli @AndreaLeonelli
suo ultimo libro “Un’altra estate” (EEE-Book edizioni, 143), della terra e di due suoi figli; Carlo, che vive in una cascina nelle Langhe in Piemonte e Maria, che abita in Sicilia in un feudo ai piedi della catena montuosa delle Madonie. L’autore ci racconta dieci anni di storia italiana, dal 1961 al 1970, racconta dell’emigrazione verso le città e della fine della realtà contadina italiana, racconta dell’incontro di Carlo e Maria a Torino, città emblema della più recente rivoluzione industriale italiana. I due s’incontrano mentre sono entrambi in fuga da quell’amara terra a cui è impossibile tornare, a causa del peso dei ricordi, a causa delle contraddizioni che s’amalgamano ai quei campi coltivati, sono in fuga e alla ricerca di qualcosa di meglio, di un’alternativa. Carlo e Maria non sono solo due personaggi del racconto di Paolo Ferruccio Cuniberti, sono due mondi diversi e stranamente simili. Le loro storie si alternano in capitoli con sapiente moderazione narrando le vicende dell’infanzia dei due fino al loro incontro che avviene a circa vent’anni. I luoghi, i dialoghi, tutto risulta essere estremamente concreto, così tanto reale da convincerci (sbagliando?) che si tratti di una! storia vera, una di quelle nemmeno tanto romanzate, ci lascia la convinzione che da qualche parte nell’Italia degli anni sessanta Carlo e Maria hanno davvero intrapreso il viaggio della speranza che Cuniberti ci racconta. Se sui personaggi il dubbio resta, sicuramente reali sono gli scenari. Luoghi tratteggiati con poche efficaci parole che rendono perfettamente la dimensione e il tempo in cui sono calati. Così la Fiat diventa concreta presenza, come le viuzze di Torino, le periferie e i personaggi secondari che ruotano attorno l’asse gravitazionale di questa nuova (vecchia) città. Paolo Ferruccio Cuniberti Torino la conosce bene. Anche perché c’è nato e proprio negli anni sessanta e vive nella città anche attualmente. Ha studiato letteratura all’Università di Torino e si è da sempre interessato di cinema, teatro e antropologia. Partendo dal suo territorio d’origine ha iniziato un percorso di studio delle culture popolari italiane, percorso che lo porterà a collaborare anche con varie riviste culturali. Prima di “Un’altra estate” ha pubblicato la raccolta di saggi “Orsi, spose e carnevali” (Araba Fenice Editore, 2013), “Indagine su Anna” (EEE-Book Edizioni, 2012) ambientato negli anni ‘80 e “Body and soul” (EEE-Book Edizioni, 2011 ) ambientato negli anni ’70 e anche finalista premio InediTo 2012. Con “Un’altra estate” conclude la propria personale trilogia sull’evoluzione dei costumi della società nel passato recente. “Un’altra estate” è un magnifico esempio di come si dovrebbe affrontare un viaggio a! lla scoperta di un’epoca passata: con gli occhi delle persone che l’hanno vissuta e con l giusta ironia, la necessaria leggerezza. Perché a ben vedere la storia di Carlo e Maria è la storia dell’Italia di ieri, dell’Italia di oggi e anche, data la validità del vecchio “corsi e ricorsi storici”, dell’Italia del domani. È la storia di due personaggi inventati, la storia dei nostri padri, dei nostri nonni, è la storia di come la Storia, al pari della vita, riesca sempre a conciliare i molteplici mondi che si alternano sotto, intorno e dentro, ognuno di noi.
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