Dopo una mattinata di gavettoni, rieccomi qui a mandare avanti il progetto con una nuova recensione. Buona lettura!
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Autore: Argeta Brozi
Tags: narrativa, adolescenza, psicologia, violenza
Editore: Butterfly
Collana: Tabu
Pagine: 154
Anno di pubblicazione: 2012
Prezzo: €12,00
ISBN: 9788890575389
Formato: brossura
Copertina e grafica: Margherita Calati e Max Rambaldi
Valutazione:
RIASSUNTO - Miriam è una ragazzina, ma dentro è già donna. Miriam è ancora viva, ma nel suo corpo che respira e che mangia e che dorme non c’è altro che sopravvivenza. Miriam ha perso sua madre e non le rimane che un padre violento, con il quale condividere il suo spinoso dolore quotidiano. E invidia Annabella, la sua splendida compagna di scuola, perché ha tutto: i soldi, una famiglia che la ama, un ragazzo trentenne con il quale correre in moto… o almeno questo è ciò che crede.
In realtà, anche Miriam è invidiata da qualcuno, e questo qualcuno è proprio Annabella, che dalla vita ha avuto tutto ma non ha saputo conservare niente, che soffre in silenzio rifiutandosi di mangiare, ammalandosi di bulimia e tricotillomania senza neppure rendersene conto, e che ha compreso a sue spese che i soldi non possono comprare l’amore di chi la circonda, di chi c’è senza esserci mai per davvero.
Miriam e Annabella. Due ragazze. Due forme di dolore.
Un romanzo che sa cogliere la poesia della solitudine e la gioia immensa, insperata, del ritrovarsi.
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RECENSIONE
Se devo essere sincera, il riassunto sul retro di copertina e le prime venti pagine di Al di là di te non mi hanno fatto una gran bella impressione: alzi la mano chi non ha mai incontrato, nella sua carriera di lettore, una storia in cui la protagonista è una ragazza che si sente bruttina e insignificante, tutta acqua e sapone e fissata coi libri di scuola al punto di essere considerata una secchiona, la quale osserva e disapprova, pur invidiando segretamente, le tipe più popolari della scuola a cui tutti e tutte vanno dietro come i topi col pifferaio magico.
Di storie del genere, non è certo una novità, ne esistono a bizzeffe, non solo nei libri ma anche nei film: per un attimo ho temuto che anche Al di là di te fosse l’ennesimo titolo della categoria, la solita trama della fanciulla un po’ sfigata alle prese con la bionda di turno. Uno di quei romanzetti scritti appositamente per le dodicenni in crisi, che in questo modo possono idetificarsi facilmente con la protagonista, per dire.
In questo modo il lettore può seguire la vicenda da due sguardi diversi… e la cosa, a questo punto, è diventata davvero interessante: infatti, dopo aver conosciuto Miriam, che con la sua condizione familiare difficoltosa e i vari problemi di scuola non nasconde di invidiare parecchio Annabella e la sua vita perfetta, entriamo nei pensieri di Annabella, che ci dice che in realtà per lei le cose non vanno sempre bene come sembra, strano ma vero.
Inutile dire che questa narrazione doppia, in cui le vicende scorrono parallelamente, mi è piaciuta un sacco: capita spesso, difatti, che un ragazzo o una ragazza si convinca che la propria esistenza sia disastrosa, mentre quella di tutti gli altri sia sempre positiva… cosa che naturalmente non è vera, come accade anche nel libro.
Durante il viaggio nei pensieri di Annabella, per esempio, scopriamo che anche lei darebbe qualsiasi cosa per essere come Miriam, che non deve preoccuparsi di apparire sempre al top per non perdere la sua popolarità. E così, mentre Miriam deve vivere sotto il tetto di un padre violento che si è gettato nell’alcol dopo la morte della moglie, vediamo Annabella alle prese con un fidanzato con il doppio dei suoi anni che ha già un’altra donna, e che per questo la tratta come una “ruota di scorta”. Due ragazze che non potrebbero essere più diverse, dunque, appaiono molto più simili di quanto semprerebe possibile.
Due parole sul finale, che ho trovato davvero inaspettato e, a mio parere, riuscitissimo: non credo sarei mai riuscita a immaginarlo prima di girare pagina e scoprirlo. Di certo non un “vissero tutti felici e contenti”, ma perlomeno un incoraggiamento ad andare avanti: del resto la vita, anche se a volte il dolore e la difficoltà sembrano ostacoli insormontabili, può sempre riservare delle sorprese inaspettate e piacevoli.
Quindi desidero fare dei sinceri complimenti all’autrice, Argeta Brozi: dallo stile utilizzato si capisce che è giovane, ma è stata proprio la sua freschezza che me lo ha fatto apprezzare di più. Riesce, inoltre, a trattare numerose tematiche delicate (la violenza sulle donne, la bulimia, la morte o l’abbandono di un genitore…) risultando semplice e contemporaneamente molto profonda.
Vogliamo trovargli a tutti i costi un difetto? Molto bene: è troppo corto, acciderbolina! Me lo sono letto in autobus nel giro di una giornata, eppure avrei voluto continuare ancora a lungo… Per questo invito l’autrice a darci dentro anche con un romanzo più lungo: secondo me ha tutte le carte in regola per farlo, tra l’altro senza mai annoiare chi legge.
Mi sentirei di consigliarlo anche a chi ha ormai perso la speranza di trovare un libro che parli di ragazze giovani e dei problemi che accompagnano i giovani adulti e che sia al tempo stesso quantomeno decente: sono sicura che Al di là di te riuscirebbe a stupire anche i più irriducibili.
* * *
In sintesi…
Doppio punto di vista di Miriam e
Annabella molto ben riuscito.
Avrei continuato a leggerlo per gior-
ni… invece è finito troppo presto!
Interessante seguire la storia at-
traverso gli occhi della “diva” e
non sempre della “sfigata”.
Tematiche difficili vengono trattate
con accurata semplicità.
Narrazione intensa e ricca di
spunti di riflessione.
Finale inaspettato e riuscitissimo.
* * *
Una frase significativa…
Ora che ti conosco di più, ho imparato qualcosa. Non bisogna affidarsi mai alle apparenze, Annabella, tutti noi nascondiamo delle paure, e dei dubbi e delle cicatrici. Al di là di te c’è un mondo da scoprire.
Ora lo so. Bisogna andare oltre, scavare nelle profondità del cuore degli altri, toccare il suo abisso per capire veramente l’altro.