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Recensione: Amabili Resti, di Alice Sebold

Creato il 04 settembre 2013 da Marta @RosaMDeserto
Buonasera lettori!
Non mi perdo molto in chiacchiere, perché a breve devo cenare, ma oggi vi lascio una recensione a un libro straziante, ma anche molto dolce. Un libro che racchiude non solo un evento molto tragico, ma anche l'importanza dei sentimenti, dell'amore, della famiglia, degli affetti più unici.
Sto parlando di "Amabili Resti" di Alice Sebold, pubblicato da Edizioni e/o.
Vi lascio alle informazioni sul libro e poi al mio modesto pensiero! Attenzione ai possibili spoilers - anche se spero di non aver rivelato troppo -.
Immagine Amabili Resti, di Alice Sebold
Editore: Edizioni e/o (collana "Dal Mondo")
Pagine: 345
Prezzo: 11 euro*
Data di pubblicazione: 2002
(*io ho l'edizione Tascabili del Febbraio 2013)
Consigliato? Lo consiglio a chi ha voglia di leggere una storia intensa. A chi vuole provare emozioni forti, descritte però dal punto di vista allegro e spensierato dell'adolescenza. Il tema è forte, crudele, spiazzante, struggente. Eppure Susie può regalarvi grandi emozioni con le sue parole, e il mondo che vi mostra, cercando di far andare avanti tutti, nonostante il forte dolore della sua assenza.

Valutazione Immagine
Trama:
“Mi chiamo Salmon, come il pesce. Nome di battesimo: Susie. Avevo quattordici anni quando fui uccisa, il 6 dicembre del 1973”.
Susie è stata assassinata da un serial killer che abita a due passi da casa. E' stata adescata da quest'uomo dall'aria perbene, che la stupra, poi fa a pezzi il cadavere e nasconde i resti in cantina.
Il racconto è affidato alla voce di Susie, che dopo la morte narra dal suo cielo la vicenda con inedito effetto straniante. Il libro procede avvincente come un giallo: vogliamo sapere chi l'ha uccisa, cosa fa l'assassino, come avanzano le indagini, come reagisce la famiglia. Ed è Susie che ci racconta tutto questo, aumentando così la nostra partecipazione emotiva. Lei "fa il tifo" per suo padre quando, opponendosi alla svolta che hanno preso le indagini della polizia, capisce chi è il vero assassino e, pur non avendo le prove, cerca d'incastrarlo. Amabili Resti è un romanzo che ci commuove senza mai indulgere a sentimentalismi. Le vite dei genitori, dei fratelli e degli amici di Susie, spezzate dalla sua tragica scomparsa, vengono raccontate con lo spirito allegro e senza compromessi dell'adolescenza. E Susie aiuterà tutti, i lettori per primi, a riconciliarsi con il dolore del mondo.
Con oltre dieci milioni di copie vendute nel mondo, Amabili Resti è uno dei maggiori successi editoriali degli ultimi anni.
Da questo romanzo è stato tratto l'omonimo film di Peter Jackson, Premio Oscar nel 2004 per Il Signore degli Anelli.
Recensione:
Immagine “Dentro la palla di neve sulla scrivania di mio padre c'era un pinguino con una sciarpa a righe bianche e rosse. Quando ero piccola papà mi metteva seduta sulle sue ginocchia e prendeva in mano la palla di neve. La capovolgeva perchè la neve si raccogliesse tutta in cima, poi con un colpo secco la ribaltava. E insieme guardavamo la neve che fioccava leggera intorno al pinguino. Il pinguino è tutto solo, pensavo, e mi angustiavo per lui. Lo dicevo a papà e lui rispondeva: «Non ti preoccupare, Susie, sta da re. E' prigioniero di un mondo perfetto».”

Diverso tempo fa ho visto il film, quasi per caso. Subito mi ha attratta e sono rimasta spiazzata di fronte al tema trattato. Una violenza su una ragazzina di quattordici anni. Una violenza non solo sessuale, ma ancora più orrenda. Il suo corpo abusato e fatto a pezzi, la sua vita spezzata nel fiore degli anni. I suoi sogni infranti. Susie non è riuscita neanche a conoscere le gioie dell'amore, e le può vivere solo guardando la terra e i suoi cari dal suo cielo.
Il film mi è piaciuto. Non eccessivamente, ma mi ha colpita. E così, ho desiderato a lungo leggerne il libro, certa che mi avrebbe regalato emozioni ancora più grandi, più forti, più struggenti.
L'autrice, che ha subìto di persona una violenza simile, ci fa entrare immediatamente nella storia, schiaffeggiandoci sin dal principio. Il primo capitolo del libro, infatti, inizia così: “Mi chiamavo Salmon, come il pesce. Nome di battesimo: Susie. Avevo quattordici anni quando fui uccisa, il 6 dicembre del 1973.”
Immagine La storia è narrata, dunque, dal punto di vista di Susie, la vittima di una crudele violenza, perpetuata da un folle vicino di casa. A tutti appariva come una persona da bene, con quel viso tranquillo e apparentemente innocente, ma dietro quella facciata, si nascondeva un uomo ossessionato dalla sua sete di sangue. Un killer che aveva già commesso simili omicidi. Non si attendono capitoli per arrivare al caso. Il lettore si trova immediatamente coinvolto. Il cuore si blocca. Il corpo trema. La nausea non tarda ad arrivare. Susie è una tenera vittima che, curiosa e ingenua, si fida di un suo vicino di casa, che non solo abusa del suo corpo ancora acerbo, ma lo fa a pezzi, senza donare ai genitori della ragazza, neanche la possibilità di seppellirla in maniera adeguata. Cosa resta alla famiglia di lei? Un gomito e qualche oggetto.
L'anima di Susie si ritrova in un luogo particolare. Non un vero e proprio paradiso, ma un Cielo, il suo Cielo, dove la ragazza può desiderare di tutto e questo appare, ma non potrà mai realizzare il suo desiderio più grande: tornare alla vita sulla terra, crescere e provare tutte le emozioni dell'adolescenza e dell'età adulta. Susie è morta, e non potrà più diventare una donna. Realizzare i suoi sogni.
Eppure, nonostante la tragedia, i tanti piccoli problemi che vengono vissuti dalla sua famiglia, il tutto è raccontato con un punto di vista spensierato e dolce. Senza troppi sentimentalismi. Senza un dramma eccessivo. Susie racconta un po' di se stessa, ricordi che appartengono a un passato, ma anche la vita nel presente. Segue la sua famiglia, e resta sempre vicina a quelle persone che l'hanno amata e che non riescono a rassegnarsi alla sua assenza. Con la sua morte, la pace familiare sembra sgretolarsi. Sua madre non ce la fa ad affrontare questa morte, l'assenza di sua figlia, e crede - invano - che concedersi a un altro uomo dal punto di vista prettamente fisico, possa essere un modo per non pensare al dolore, per dimenticare. Anche scappare sembra essere un valido aiuto alla sua disperazione, seppur lasci dietro di sè un marito e due splendidi figli che hanno ugualmente bisogno di amore e aiuto. Criticarla è difficile, perché ognuno affronta il dolore a suo modo. Seppur la scelta di Abigail - la madre di Susie - non è a mio avviso la migliore.
Suo padre, Jack, lotta con tutto il suo impegno per trovare l'assassino. Ci va molto vicino, anzi, nel giro di poco tempo comprende che quel vicino strano che costruisce case di bambole, è sicuramente il colpevole. Jack cerca di farsi giustizia da solo, di fronte all'inadeguatezza della polizia; ma rischierà anche la sua vita. Jack sembra non riuscire a vivere senza la sua Susie, la bambina con la quale amava costruire navi nelle bottiglie, e non riesce a guardare con gli stessi occhi gli altri figli: Lindsey - così simile a Susie - e il piccolo Buckley. E' come se nella sua mente e nel suo cuore ci sia solo Susie.

Immagine Lindsey, nonostante la sua giovane età, sembra essere la più forte della famiglia. Capisce chi è l'assassino e, con gran coraggio, cerca di aiutare il padre per consegnarlo finalmente alla giustizia. Lei tenta di andare avanti, anche se è dura la vita senza Susie, quella sorella tanto amata e così simile a sè. E' difficile andare a scuola ed essere guardata da tutti come la sorella della ragazza morta. Eppure con coraggio e determinazione, Lindsey si ritrova a crescere in fretta, divenendo una donna adorabile e vivendo quell'amore che Susie ha potuto solamente sognare e fantasticare per brevi istanti.
Sono tanti i personaggi che ci vengono presentati, oltre alla famiglia in sè. Troviamo il ragazzo di Susie, Ray, che non smetterà mai di pensarla. Ruth, una ragazza strana che sembra vedere i morti, e che instaura un rapporto speciale e particolare con Susie - ma di cui non rivelo troppo -. Particolare e divertente è Nonna Lynn, che più di una volta mi ha fatta sorridere con i suoi strani modi di fare. Sarà lei un valido aiuto per Jack, quando sua figlia Abigail se ne andrà.
Ma ci sono anche le ragazze che Susie incontra nel cielo. Holly, Frannie, ma anche le piccole vittime di quel mostro omicida che è George Harvey.
I personaggi sono tratteggiati splendidamente. L'autrice è riuscita a farli spiccare perfettamente, indagando nel loro animo, facendo comprendere ciò che la morte di Susie ha provocato nei loro cuori, nelle loro vite, fin dentro l'anima. Una perfetta introspezione psicologica.
Lo stesso assassino ci è presentato perfettamente. Per lui ho provato un misto di pena - per come è stato cresciuto - ma anche di profondo disprezzo. E' una mente malata, perfida, disgustosa. Eppure, il tema trattato non è mera fantasia. Quanti uomini hanno abusato e continuano ad abusare di giovani - o meno giovani - donne? Quanta violenza c'è ancora nel mondo? Addentrarmi in questo argomento è dura, e forse non è il caso. Tuttavia, spinge a riflettere.
E' facile provare odio per l'assassino. Altrettanto facile è provare dolore per la scomparsa di una ragazza così giovane. Non si può rimanere indifferenti di fronte a ciò che prova la famiglia e ai diversi modi che hanno di reagire.
A mio avviso, però, ci sono alcuni aspetti che non proprio convincenti: inizialmente la trama è molto lenta e poi, prende un ritmo troppo veloce nei capitoli finali. Si vorrebbe sapere di più, forse, o alcune cose sono tratteggiate in maniera troppo frettolosa. Il finale non mi è piaciuto tantissimo. Faccio parte di quel gruppo di persone che avrebbe voluto una fine diversa - almeno per l'assassino -, e in alcuni capitoli avrei preferito forse un andamento diverso, differenti scene. Non so spiegarmi bene, ma non mi ha convinta totalmente ed è solo per questo che non ho donato il giudizio pieno.
Tuttavia è un libro da leggere, ma non si tratta di una lettura leggera. Sebbene, come già detto, sia raccontato dal punto di vista anche allegro di un'adolescente, si tratta di un tema forte e struggente. Ho avvertito una malinconia e tristezza che si dispiegano per tutta la trama. Susie vuole aiutare i suoi, fa il tifo per suo padre, vuole far ritrovare almeno il suo corpo, e non vorrebbe lasciarli mai. Eppure, alla fine tutti comprendono che occorre andare avanti. Nonostante il dolore ci sono altre persone da amare, e non si può rimanere immobili a crogiolarsi su un chiodo fisso. L'amore per la persona persa non svanisce, neanche il pensiero, eppure occorre tornare a vivere.
Chiedo scusa se forse ho detto troppo, però, davvero non riesco a trattenermi quando devo dire il mio pensiero su libri di tale natura.

Un libro straziante, ma anche dolce. Un libro sulla morte, sul dolore, ma anche sugli affetti, l'amore, la famiglia. Sull'importanza di non abbandonarsi totalmente al dolore, e tornare a vivere.

Sicuramente consigliatissimo!

Alcune frasi:

“Mentre non c'eri mi sono innamorato di te un'altra volta.”
Lì mi resi conto di quanto desiderassi trovarmi dov'era mia madre. L'amore che papà aveva per lei non stava nel guardarsi indietro e amare qualcosa che non sarebbe mai cambiato. Era amare mia madre per tutto: per il suo cuore spezzato e la sua fuga, per il suo essere lì in quel momento prima che il sole sorgesse e il personale dell'ospedale entrasse nella stanza. Era sfiorare quei capelli col dorso di un dito e conoscere ma sondare lo stesso senza paura le profondità dei suoi occhi d'oceano.
Queste erano le bellissime ossa cresciute intorno alla mia assenza: i legami - a volte esili, a volte stretti a caro prezzo, ma spesso meravigliosi - nati dopo che me n'ero andata. E allora cominciai a vedere le cose in un modo che mi lasciava concepire il mondo senza di me. Gli avvenimenti cui la mia morte aveva dato luogo erano semplicemente le ossa di un corpo che in un momento futuro imprevedibile sarebbe divenuto intero. Il prezzo di quel che ormai vedevo come un corpo miracoloso era stato la mia vita.

Immagine Autore:
Alice Sebold è nata nel 1963. Nel 1999 ha pubblicato Lucky, un libro di ricordi sullo stupro subito nel 1981, quando studiava all'Università di Syracuse, nello stato di New York. Nel 2002 ha pubblicato Amabili resti, un successo editoriale senza precedenti per un romanzo d'esordio. Ora vive in California con il marito, lo scrittore Glen David Gold.

Immagine Voi lo avete letto o visto il film? Che ne pensate?
A mio avviso, ci sono alcune differenze. Sicuramente nel Cielo che ci presenta Peter Jackson nel suo film, ma anche nel fatto che nel libro i personaggi sono analizzati in maniera forse più profonda, e gli eventi sono maggiori. Certo, è logico che in una trasposizione cinematografica molti tratti del romanzo si perdano, però come quasi sempre accade, il libro supera il film.
Tuttavia, non disprezzo la versione cinematografica. :)
A presto, lettori cari!
Non appena riesco a trovare un nuovo attimo di pace, posterò un'altra recensione!

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