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Recensione - American Horror Story Asylum (2012)

Creato il 29 agosto 2013 da Frank_romantico @Combinazione_C

Recensione - American Horror Story Asylum (2012)
Quando l'horror viene portato sul piccolo schermo non sempre si tratta di qualcosa di memorabile. Forse perché la televisione ha dei confini piuttosto marcati, difficili da superare senza l'accusa di aver esagerato e di aver superato i limiti del buongusto. Forse proprio per questo l'arrivo sulla tivù americana di American Horror Story fece un certo scalpore. Prima di tutto per il titolo che identifica il prodotto per quello che è, una storia dell'orrore americana (o un'insieme di cliché tipicamente americani per quanto riguarda l'horror). Secondo perché fonde con certa nonchalance sesso e sangue, suicidio e omicidio, crisi familiari e tradimenti. Argomenti che mettono sulle spine il popolo americano. La prima serie di American Horror Story non persegue però fino in fondo il proprio obiettivo. Cioè, ci prova ma poi si ferma e non riesce ad andare fino in fondo. Il risultato è un pasticcio finale che non fa giustizia al progetto. 
American Horror Story è una serie ideata dalla coppia Ryan Murphy e Brad Falchuk. Io non sono un appassionato di serie tivù ma loro due li conosco bene: sono quelli che hanno creato Glee e Nip/Tuck. Due "creativi" che non si sono mai tirati indietro. Solo che fare la differenza con un prodotto di genere merita una certa dose di coraggio in più, coraggio che entrambi trovano al momento di scrivere la seconda stagione della fortunata serie horror. Nasce così American Horror Story Asylum. E basta una sola parolina in più per rendere chiaro quale sarà il cliché e l'ambientazione, questa volta: un ospedale psichiatrico. 
Recensione - American Horror Story Asylum (2012)
Il Briarcliff è un manicomio criminale che, negli anni Sessanta, ospitò numerosi pazienti e mise alla prova la loro sopportazione con trattamenti ai limiti del sadismo. Tra i vari ospiti della struttura cattolica ci fu il famigerato Bloody Face, serial killer di donne. Ma sono tanti i segreti celati dietro quelle mura.
Ora, ho parlato di prima e seconda stagione di una serie televisiva. Ma, se vogliamo essere precisi, qui si tratta di miniserie completamente slegate tra loro. Tornano gli stessi attori, è vero, ma in ruoli e personaggi diversi. Allora American Horror Story Asylum diventa un modo per divertire spaventando. E ci riesce benissimo tra alieni, psicopatici, serial killer, nazisti, esperimenti e creature mostruose. Un gran casino, direte voi, eppure devo ammettere che il troppo per una volta non stroppia. Così persino quando arriva il diavolo in persona, tutto sembra perfettamente naturale. Certo, ci sono certe scelte che paiono riempitive, puntate messe lì per raggiungere il numero prefissato, ma chiamiamoli peccati veniali: la verità è che American Horror Story Asylum è una miniserie veramente figa. Esteticamente (guardate e riguardate la sigla iniziale), per come è scritta, per una certa critica sociale, perché non segna un vero confine tra giusto e sbagliato. Gli stessi personaggi cambiano e si evolvono divenendo da buoni cattivi, da cattivi buoni per poi tornare cattivi e così via. 
Recensione - American Horror Story Asylum (2012)
Certo, gli attori sono funzionali al tutto. Jessica Lange è praticamente perfetta, Lily Rabe bravissima a gestire un personaggio stritolato tra bontà estrema ed estrema malvagità, Sarah Paulson vera protagonista e ambivalente personaggio. Zachary Quinto ha la faccia giusta (e l'ha dimostrato in passato) per interpretare uno psicopatico mentre Evan Peters si conferma perfettamente in parte. Forse la vera nota stonata è Joseph Fiennes, che non perde occasione per ricordare al mondo la propria incapacità. Insomma, cast assortito - quasi tutto presente nella prima stagione di AHS - e intrappolato un un'estetica asfissiante, ansiogena, malata. Un esempio: il personaggio interpretato da una fantastica Chloe Sevigny è quanto di più perturbante sia stato creato per un prodotto televisivo. Oppure l'angelo della morte incarnato dall'attrice Frances Conroy, sensuale e imponente con le proprie ali corvine e l'aspetto di una dark lady noir anni '50. 
Allora tiriamo le somme: American Horror Story Asylum è una serie a dir poco imperfetta, che forse mette troppa carne al fuoco e che liquida situazioni e personaggi troppo frettolosamente. Però funziona, ha stile (ottima la fotografia), è figo. Lo so, è una serie dell'anno scorso, ma a quanto pare è già pronta la terza stagione. Il successo ha premiato il tentativo di andare oltre, sia la critica che il pubblico hanno premiato la serie. Chissà come andrà con American Horror Story Coven


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