Recensione Angelize di Aislinn.

Creato il 30 novembre 2013 da Valentina Seminara @imatimehunter
Questa lentezza mi sta esasperando, davvero, ma è inutile che continui a lagnarmi continuamente per la quantità di cose da fare a causa della scuola. Motivo per cui, forse, continuerò a lagnarmi comunque perché mi dimenticherò di aver scritto qui che non avrei dovuto farlo.
Ehm.
Comunque, focalizziamo l'attenzione sull'argomento del post. TA-DAAAN. L'ho finito! E TA-DAAAN, ecco anche la recensione! Un hurrà! per me! Angelize di Aislinn ha un gran fascino, che è uno dei tanti motivi per cui dovreste leggerlo. Per gli altri, potreste magari dare un'occhiata alla recensione... su su!

AngelizeAislinn Fabbri Editori350 pagine6 Novembre 201316,00€
Acquista qui: Angelize
★ ½
Essere un angelo è terribile. Non provi emozioni, non puoi toccare, mangiare, amare. Per questo molti di loro cominciano a desiderare la vita terrena per provare quello che non hanno mai sperimentato nell’eternità. Per liberarsi dalla condizione eterea hanno solo un mezzo: uccidere un essere umano che prenderà il loro posto. Un gruppo di vittime, però, non si è rassegnato a questo poco invidiabile destino e ha trovato il modo di reincarnarsi in corpi nuovi che sono una via di mezzo tra angeli e uomini.
Di nuovo sulla terra, questi angeli bastardi vorrebbero soltanto ricucire i pezzi di vite bruscamente interrotte, finire gli studi, ritrovare amori perduti. Come Haniel, privo di regole e affamato di sesso, che “indossa” ora il corpo di una ragazza. O come Hesediel, che cerca di far capire alla donna che ama che è tornato dalla morte, e che adesso è in grado di guarire da qualsiasi ferita.
Ma gli angeli “puri”, quelli che non hanno mai ceduto alla tentazione della carne, sono in caccia, armati di spada e fuoco celeste, decisi a spazzar via le abominazioni. Per sopravvivere gli “angeli bastardi” dovranno dar battaglia a forze molto più grandi di loro e prepararsi a terribili sacrifici…


La mia Recensione            

Haniel è molto arrabbiato. Voleva solo lasciare la sua forma angelica e tornare finalmente ad avere un corpo, come tutti quegli altri mezzi-angeli che, come lui, hanno preso la stessa strada, eppure lui è stato l'unico a reincarnarsi nel corpo di una donna. Rafael si chiede quale sia la differenza tra essere un mezzo angelo ed essere vivo, se non puoi avvicinarti a tutte le persone che hai amato prima di morire. Un po' come Hesediel, che può guardare Elena, la donna che ama -o forse no-, solo da lontano, mentre questa cerca di ricominciare una nuova vita dopo che lui è morto. Ognuno di loro è stato raggirato da un mezzo angelo -di cui sono poi stati costretti a portare nome, inconsistenza e rimpianti-, "sacrificato" e angelizzato, una condizione in cui possono solo ricordare com'era provare emozioni, sensazioni, toccare le cose sentendone gli effetti o provare sentimenti per qualcuno senza doversi accontentare dell'ombra di questi. Ma adesso hanno trovato il modo di tornare corporei e visibili, con il loro aspetto e i loro ricordi, e tutti pensano solo a ritrovare quel mare di sensazioni fino a quel momento perdute. Sono ibridi, per metà angeli e per metà umani, ma non ha alcuna importanza quando puoi finalmente tornare a provare, sentire, essere visto. Ne ha però quando viene fuori che gli angeli puri, angeli che non si sono mai incarnati e restano fedeli alla loro natura, stanno dando loro la caccia, da bravi tradizionalisti.
Capite già dalla trama che siamo lontani dagli angeli romantici, dannati, sfidanti di un destino avverso che abbiamo spesso incontrato fin'ora -o volendo essere precisi, sotto strati e strati di oscurità, piccoli sprazzi di luce sono innegabilmente presenti, tristi e fortemente reali. Qui, certi angeli sono veri e propri scaricatori di porto, altri sono appena maggiorenni, altri ancora inseguono una vita che non appartiene più loro. Personalità disparate e intriganti, ma che hanno qualcosa in comune: la loro natura, il peso che comporta essere ibridi in un mondo che conoscono già, ma a cui non riescono più ad adattarsi. Il loro nemico, abbastanza potente da ucciderli una volta per tutte, nonostante la condizione di ibridi consenta loro di guarire rapidamente. E anche una certa determinazione, una calamità per i problemi, una discutibile dose d'indifferenza e un'innegabile passionalità di fronte a tutto ciò che può scatenare battute pungenti e sarcastiche, punte d'ironia dello stile che riecheggiano anche nei personaggi. Questi possono perfettamente permettersi di essere confusi, avventati, spaesati, stupidi, impulsivi, fragili e arroganti, saccenti e prudenti, e tutti quegli altri attributi accostabili agli umani, perché a conti fatti è ciò che sono. Umani bloccati in uno status extra umano, "scherzi della natura" che possono voltare le spalle a ciò che erano e accettare il presente, o riprendere le loro vite da dove si erano interrotte, nell'illusione di poter davvero agire così, come se la morte non li avesse toccati e cambiato radicalmente non solo il loro modo di vedere le cose, ma anche il modo in cui quelle cose vedono loro adesso.
Sono una specie nuova, non angeli ma nemmeno persone normali, capaci di creare il fuoco senza bruciarsi, vedere i ricordi degli altri attraverso un tocco, far impallidire i loro tratti, in una vana imitazione della loro totale invisibilità e insensibilità da angeli eterei, eppure ignari di come sfruttare la loro posizione e scongiurare la scomparsa della loro razza appena creata. Il che mi ricorda di accennare alla Signora, una figura sfuggente e avvolta nel mistero, che per la sua breve comparsa e i vari rimandi a lei in giro per il libro, mi ha incuriosita moltissimo. E con lei, anche il modo in cui l'autrice ha tratteggiato la figura di Lucifero, o quella di Dio, e come le conseguenze della vecchia storia, che tutti noi conosciamo, di angeli, presunzione e caduta, vengono qui riviste e riadattate. Un Dio etereo, privo di carne e materia, sconfitto proprio da quel che gli mancava, ricordato solo dagli angeli puri, la cui figura viene infettata dai mezzi angeli. Da brava amante di ali, piume, luci accecanti e liste infinite di problemi soprannaturali, ho apprezzato particolarmente le dinamiche scatenanti della storia che si snoda in queste pagine. Haniel, Rafael e Hesediel hanno personalità sfaccettate, opposte e simili, in cui paragoni e inevitabili preferenze nascono spontanee. Ed è anche un ottimo espediente d'interpretazione, perché il lettore ha la possibilità di immedesimarsi in ciascuno in modo diverso; e sinceramente? Mi sono sentita affine a tutti loro, in certi tratti più che in altri, così la storia è riuscita a coinvolgermi molto da vari punti di vista -anche se mai del tutto in modo completo, come invece mi sarebbe piaciuto.
La lotta fra gli angeli puri e i nostri ibridi ha dato voce a quella fra potenti e meno fortunati, un topos della storia dei popoli efficace tanto quanto l'eterna battaglia fra bene e male, pretesto principale delle trame fantasy. I primi agiscono per i loro interessi -ristabilire ordine nelle creature di Dio, assoggettare al proprio potere esseri come i mezzi angeli, che non sarebbero nemmeno dovuti esistere-, scatenando grazie e furia distruttrice tramite le loro armi sofisticate e messaggi apocalittici scaduti, una propaganda cui chiunque risponderebbe con una bella girata d'occhi e tanto insofferenza. E' quando si passa ai fatti che le cose si fanno pericolose. Gli altri, infatti, gli ibridi, danno fondo ad ogni loro risorsa -a cominciare dalla piena adesione comune alla causa-angelica- e si ribellano con ogni possibile risorsa, tra i poteri appena scoperti e la riscoperta voglia di non scappare o morire affumicati senza almeno aver provato a contrattaccare. Così, il romanzo funziona. Angelize è intrigante, si arricchisce via via di particolari, evolve di pari passo con le figure che vi si muovono all'interno, con ciò che il lettore comprende e le vicende narrate. La mitologia angelica non è scontata, ma avventurosa e incalzante, poiché i suoi effetti si ripercuotono in modo diverso sui tre personaggi differenti che danno voce alla storia.
Angelize dimostra che un fantasy non deve per forza ambientarsi in terre mitiche o città esotiche e, più comunemente, americane, per attirare l'attenzione del lettore. Questi angeli, dannati dai loro simili, si rifugiano nei club milanesi e, se vogliamo fare dell'ironia, girano per le strade come anime in pena, dove il dramma più grande è preferibilmente trovare alcool, donne e divertimento, ma che di tanto in tanto si cacciano nei guai e attirano su di sé l'ira divina degli altri angeli. e quindi poi costretti a inventarsi modi per restare vivi. I puri sono davvero spietati, privi di pietà ed emozioni, e l'autenticità delle loro figure nel libro è un'altra cosa che ho notato e apprezzato, e che non vorrei passasse inosservata. Come, pure, ho notato e apprezzato caratteristiche dello stile -il modo in cui vengono descritte le emozioni, senza punteggiatura, replicando perfettamente il caos che queste sanno creare quando irrompono tutte insieme- che hanno dato alla lettura quel patos in più, quella sfumatura emozionale senza la quale, probabilmente, certi momenti, legati in particolar modo a certi personaggi -si, Haniel, sto parlando di te!-, non avrebbero reso tanto bene.

Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :