Autore: Danielle Trussoni
Editore: Nord
Data uscita: 26 maggio 2011
Pagine: 504
Prezzo: 18,60 euro
Evangeline ha soltanto sette anni il giorno in cui il padre la affida alle suore del Convento di Saint Rose, vicino a New York, lasciandole come unico ricordo u ciondolo a forma di lira. Da allora il convento è stato la sua casa, il luogo dove è cresciuta, dove ha preso i voti, e dove ha fato una scoperta sconvolgente: una lettera del 1944, spedita dall’ereditiera Abigail Rockefeller alla Madre Superiora, in cui viene citata una misteriosa spedizione nella Gola del Diavolo, in Bulgaria, e il ritrovamento di un cadavere perfettamente conservato. Il cadavere di un Angelo. Per Evangeline, quella lettera è il primo tassello di una storia che affonda le sue radici nella notte dei tempi: la storia degli Angeli che hanno tradito Dio e del Male che è sceso sulla Terra con un battito d’ali; la storia dei Nefilim, e creature generate dall’unione tra gli Angeli ribelli e i mortali; la storia degli Angelologi, un gruppo di studiosi e religiosi che, da generazione, si tramandano il segreto dell’esistenza dei Nefilim e combattono contro di loro una guerra secolare. E, soprattutto, la storia di quattro strumenti di origine divina e dai poteri straordinari, quattro strumenti andati perduti c eh, adesso, Evangeline ha i compito di recuperare, prima che lo facciano i Nefilim. Perché la storia degli Angelologi è anche la sua storia, e la loro missione è la sua missione. Una missione che riscriverà il destino di Evangeline e, forse, dell’umanità intera.
RECENSIONE: Un libro per chi ama veramente il tema degli angeli e affini, e non si spaventa (o peggio ancora si annoia) di fronte a riferimenti storici e biblici, epica e teologia. Un romanzo lontano anni luce dai soliti young adult all’acqua di rose, per intenderci. (Livello spoiler: basso)
Dare un giudizio a questo libro è stato per me molto difficile. Credo sia uno di quei libri nei quali le stelline attribuite non possono che avere un significato del tutto relativo. Mi spiego meglio: sarebbero state tre stelline e mezza, tre dal punto di vista squisitamente personale e quattro considerando il romanzo nel modo più obiettivo possibile. Nell’indecisione, considerando che a influenzare il giudizio di una lettura non è solo il gusto personale ma spesso anche “quando” si legge un libro, ho alla fine deciso di propendere per le quattro stelline.
Angelology è uno di quei titoli che fanno parlare di sé già diversi mesi prima dell’uscita. La casa editrice Nord porta in Italia un romanzo che all’estero ha riscosso davvero un enorme successo, un mattoncino voluminoso (siamo sulle 500 pagine circa) corredato di titolo, trama e copertina veramente interessanti.
Mi aspettavo un libro totalmente diverso, lo ammetto. Non migliore o peggiore, non è questo il punto…semplicemente differente. Angelology è il primo capitolo di una nuova trilogia e si presenta come un romanzo ricco, ricchissimo. Non tanto per via della mole, quanto per i contenuti e il modo in cui i temi vengono trattati. Danielle Trussoni disegna infatti un quadro estremamente complesso: non è la solita storiella sugli angeli, badate bene. Se cercate una piacevole lettura, veloce e rilassante…ecco, dubito che Angelology faccia al caso vostro.
Cosa potete invece aspettarvi? Una storia intricata e veramente ben congegnata, ampiamente permeata da riferimenti storici e con molteplici collegamenti al mito di Orfeo e al Paradiso perduto di Milton. Il tutto strutturato in modo tale da imprimere al romanzo un ritmo decisamente incalzante.
Lo stile mi piace molto, è preciso e pulito. E’ un modo di scrivere che non annoia, che trascina il lettore di pagina in pagina, si sofferma laddove necessario e sorvola nei passaggi di minor importanza. Anche laddove concede ampio spazio alle descrizioni, le parole scorrono piacevolmente senza mai appesantire la lettura. Un libro nel quale i momenti carichi di azione si alternano a momenti in cui il lettore, in piedi al fianco della protagonista, si guarda intorno con stupore e osserva il mondo creato dalla Trussoni.
Mi concedo una breve e innocua citazione (è presa dalle primissime pagine, e non contiene alcun tipo di spoiler, quindi leggete pure senza timore): “Mentre le fiamme lambivano il bordo della busta, spennellando di una sottile riga nera la trama di cotone rosato, un’immagine di santa Rosa martire si formò nella mente di Evangeline, svolazzante fantasma di una flessuosa giovinetta prigioniera in un rogo feroce, poi si disfece, svanendo in un ricciolo di fumo”. Sarà questione di gusto personale, sicuramente, ma è un modo di scrivere che veramente bello, evocativo, dove l’autrice sembra giocare non solo con i termini, ma anche con le immagini, gli odori, i suoni. Ovviamente non tutto il libro è così (il troppo stroppia, come sempre), e a questi momenti subentra man mano uno stile più rapido e incisivo, necessario per srotolare sì con cura – ma senza dilungarsi troppo – una trama così complessa e articolata.
Sulla storia in sé preferisco non entrare nei dettagli. Il lettore deve stare al passo con Evangeline, precederla anche solo di qualche passo grazie a qualche spoiler letto in giro rovina gran parte della lettura a mio avviso. Cercherò quindi di essere il più vaga e sintetica possibile, concentrandomi più su cosa ho appezzato (o non apprezzato) del romanzo che al semplice resoconto dei fatti narrati.
Nella prima parte (il libro ne conta quattro in tutto) viene presentata Evangeline, personaggio chiave che sarà il filo conduttore della storia, incastonando i numerosi pezzi del puzzle via via che questi verranno scoperti. E’ un punto di partenza che forse voleva essere ordinario – se paragonato al resto del romanzo - ma che subito si impreziosisce di scoperte e misteri intriganti. Bella l’ambientazione (il St.Rose, convento delle Suore Francescane dell’Adorazione Perpetua), resa ancora più vivida dalla cura con cui l’autrice ha saputo mettere in risalto non solo la struttura stessa del convento ma anche lo stile di vita e il “clima” che Evangeline respira nell’aria.
A spezzare la “normalità” è la ricerca, seguita a breve distanza dal suo ritrovamento, di una strana e vecchia lettera. E’ a questo punto che fa il suo ingresso in scena un altro personaggio importante, Verlein, che accompagnerà Evangeline alla scoperta di un mondo di cui davvero ignorava l’esistenza. Sempre in questa prima “sfera” fa la sua comparsa la famiglia Grigori, con il misterioso Percival in testa. Le conversazioni che la giovane ha con l’anziana suor Celestine permettono poi a quest’ultima di “agganciarsi” alla seconda parte del romanzo: il lettore si ritrova così catapultato all’indietro, assieme a Celestine, e ripercorre le tappe principali della spedizione (angelologica) che portò lei e gli altri suoi compagni di viaggio alla “Gola del Diavolo”, nella Bulgaria degli anni ’40. Nel corso di questo lungo (ben 150 pagine) flashback fanno la loro comparsa diversi altri personaggi, tutti ben delineati dall’autrice: abbiamo in primis Celestine e Gabriella, Seraphina, il professor Valko, Vladimir, etc. Sempre in questa seconda parte del libro viene introdotta la storia dei Vigilanti e dei Nephilim. Successivamente (terza parte), la narrazione torna a concentrarsi su Evangeline e Verlain, permettendo al lettore – che ora ha accumulato una certa quantità di indizi e di conoscenze in ambito “angelico” – di seguire con occhio diverso l’evolversi della vicenda, condividendo lo stupore e la curiosità dei due di fronte alle nuove scoperte. L’ultima parte, la quarta, è una sorta di resa dei conti. Anche qui l’autrice ha saputo mantenere alta l’attenzione, proponendo soluzioni e risvolti inaspettati. Non una conclusione ovvia e di conseguenza ben poco originale, insomma.
Come già detto, io mi aspettavo un libro diverso…proprio un altro genere di lettura. Non posso dire di essere rimasta delusa o contenta, al massimo che è stata una lettura imprevista, questo sì. Puntavo a un libro veloce e scorrevole, una piacevole evasione che non richiedesse troppa concentrazione (senza però cadere nel “già visto” o nella banalità assoluta, precisiamolo). E invece Angelology si è rivelato essere un libro importante, che tratta un tema al momento molto di moda ma che lo fa sfoderando l’artiglieria pesante: niente di ridicolo o superficiale, no. Danielle Trussoni scava a fondo, evita i soliti clichè e porta alla luce un racconto corposo e ben strutturato, che poggia le sue fondamenta sulla storia, la teologia, su riferimenti epici e biblici.
In conclusione, un libro per chi ama veramente il tema degli angeli e affini, e non si spaventa (o peggio ancora si annoia) di fronte a riferimenti storici e biblici, epica e teologia. Un romanzo lontano anni luce dai soliti young adult all’acqua di rose, per intenderci.