Recensione "Aspetti del romanzo" di Forster Edward Morgan
Creato il 02 novembre 2011 da Alessandraz @RedazioneDiarioCollana: Gli Elefanti Saggi
Editore: Garzanti
Pagine: 168
Prezzo: € 11.60
Trama: In Aspetti del romanzo, pubblicato per la prima volta nel 1927, Forster affronta, non da dotto ma da «uomo del mestiere», i problemi e gli strumenti dell'arte del narrare. Così, le categorie che propone al lettore sono a un tempo semplici e fondamentali, non mediate da alcuna impalcatura accademica e insieme sommamente precise: «storia», «persone», «intreccio», «fantasia», «profezia», «modello e ritmo». Racconto critico, scrittura e chiarezza concettuale sono le caratteristiche di questo libro, divenuto ormai un classico esempio di saggistica d'autore, più importante e illuminante delle migliaia di pagine dedicate alla «scrittura creativa». «Sincerità e grazia di Forster», scrive Giuseppe Pontiggia nella prefazione. «Dono di uno stile che emula la poesia con cui si misura.»
RECENSIONE Aspetti del romanzo è un piccolo volume illuminante. Uno sguardo disincantato e lucido sulla nascita delle parole e la scrittura che le unisce. Forster, da fine intellettuale qual è, c’introduce passo per passo alla scoperta degli elementi del romanzo attraverso esempi e paragoni con alcuni scrittori che hanno lasciato un segno indelebile nella letteratura del XIX secolo: Scott, Dickens, Dafoe, Austen, Tolstoj. Un confronto che non può che arricchirci nel comprendere gli elementi che trasformano un’idea in un libro.
Un romanzo, sostiene Forster, nasce da una storia. Una storia è un insieme di eventi disposti in senso cronologico. Il talento del romanziere è quello di saper disporre tali eventi secondo l’elemento della suspense. La suspense è ciò che tiene viva l’attenzione del lettore, il resto è contorno. Pagina dopo pagina, Forster si pone come novello Virgilio nella guida all’affascinante mondo del narrare. Assistiamo così all’entrata in scena di Moll Flanders, di Dafoe, in diretta sfida con L’antiquario di Sir Walter Scott dal cui confronto Forster trae lo spunto per chiarire la differenza tra personaggi piatti e personaggi tondi, monodimensionali e sfaccettati. La differenza sta nell’essere, pur in una dimensione romanzata del non è, verosimigliante, all’interno della storia, a quello che è. E pone come esempio magistrale di personaggi tondi quelli di Jane Austen e del Tolstoj di Guerra e Pace, in quanto costante sorpresa per il lettore. E’ nel momento in cui non riusciamo a prevedere le mosse di un personaggio, che questo si mostra credibile e appassionante.
Con stile veloce, chiaro, conciso ma facendo l’occhiolino a una prosa mai superficiale, né banale, Forster mette in discussione alcuni dei fondamenti della semiotica di alcuni grandi autori, con argomentazioni che affascineranno anche il più cinico dei lettori/scrittori. Credetemi se vi dico che, dopo la lettura di questo volume, la scrittura, e la lettura critica di un libro, ha acquisito per me una nuova quanto irresistibile dimensione.
L'AUTORE: Edward Morgan Forster nasce a Londra il giorno 1 gennaio 1879. Quando il piccolo Edward ha solo un anno, il padre perde la vita. L'influenza della madre sarà di conseguenza fondamentale per la vita del futuro scrittore. Con la madre si trasferisce quindi a Rooks Nest, nell'Hertfordshire, nel 1883. Il percorso sdi studi inizia nel 1896 al King's College di Cambridge, istituzione alla quale rimarrà legato sino alla morte. Nel 1901 entra a far parte della società segreta universitaria - a carattere velatamente omosessuale - "The Apostles" (Gli Apostoli), di cui sono membri anche John Maynard Keynes e Lytton Strachey. Nello stesso anno Forster consegue la laurea in Storia e materie classiche. Inizia poi per Forster un periodo di viaggi, assieme alla madre, in cui tocca vari paesi europei quali Svizzera, Austria, Italia e Francia. E' grazie a questi viaggi che Forster scopre la propria vocazione di scrittore. Forster torna poi in Italia, questa volta senza la madre. Nel 1910 pubblica "Casa Howard" (Howards End), romanzo che ottiene grande successo tanto che il suo nome diviene in breve noto presso il grande pubblico e stimato negli ambienti letterari inglesi. Inizia a frequentare il "Bloomsbury Group", principalmente conosciuto come gruppo letterario (con Virginia Woolf come esponente più famoso), ma che conta anche aderenti in diversi campi di arte, critica artistica e insegnamento. Forster inizia a sperimentare diversi generi letterari e nel 1911 scrive la commedia "The heart of Bosnia"; torna per la terza volta in Italia e pubblica la raccolta di racconti "The Celestial Omnibus". Effettua poi un viaggio in India dal quale torna in patria con ispirazione - a suo dire - inaridita. Nel 1913 visita la comune di Edward Carpenter, ex prete difensore dei diritti civili, che persuade Forster ad accettare in maniera convinta e completa la propria omosessualità. Da questa esperienza nasce il libro "Maurice", uno dei primi romanzi a trattare in modo sereno il tema delle relazioni affettive omosessuali, che verrà pubblicato solo postumo. Torna in Inghilterra nel 1920 per lavorare presso il "Daily Herald". Nel 1921 viaggia nuovamente verso l'India, ospite del Maharaja di Dewas: dopo quest'esperienza torna a scrivere.
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