E' come quando non senti un amico lontano per tanto, troppo tempo. E poi una telefonata, una mail, una lettera (sì, nonostante i problemi logistici, c'è ancora chi spedisce lettere...), e ti sorprendi a bearti di ogni parola, leggi ad un quarto della tua velocità tradizionale, con una attenzione che non riserveresti nemmeno ad un contratto prima di metterci la tua firma svolazzante.
E qui, la lettera arriva da molto lontano, perchè Montalban ci ha abbandonato poco meno di sei anni fa, volando via da questo mondo a Bangkok. La scelta del verbo volare non è casuale, "Gli uccelli di Bangkok" fece scoprire il talento giallistico di Montalban nel 1990 e fu proprio l'aeroporto della capitale thailandese ad accogliere il suo ultimo respiro.
Ci scrive da molto lontano, Montalban; e lo fa accompagnandosi alla sua creatura più famosa e amata, Pepe Carvalho, protagonista dei tre racconti che compongono questo inedito.
Nel racconto che regala il titolo al libro, Carvalho va a Madrid per indagare sulla morte di Arturo Araquistain, un regista di origine basca, assassinato in uno studio della TV spagnola e ritrovato con un mazzo di violette attaccato alla cerniera dei pantaloni. E' il pretesto per raccontare di media e corruzione, ballerine e scrittori falliti, con una scrittura forse più amara del solito e probabilmente un po' influenzata dallo scarso successo della creatura televisiva di Montalban.
Intriganti anche le altre due storie che completano il volume, con il solito, umanissimo Carvalho e la bizzarra coltre di personaggi che lo circonda. Biscuter, Fuster, Charo ci accompagnano in questo malinconico percorso: una malinconia non dettata dalla scrittura o dalle tematiche, venate anzi da un sottilissima e gradevole ironia, ma dalla consapevolezza che anche gli inediti, presto a tardi, arriveranno a un totale esaurimento.