Sono ufficialmente in vacanza, evvai! Ok, solo per una decina di giorni, perché poi si comincia a lavorare, però meglio di niente. Per festeggiare, ecco a voi la recensione di un bel libro del progetto!
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Fa parte di: Atlantis (#2/3)
Autore: Roberta Usai
Tags: med fantasy, dimensioni, magia, mitologia
Editore: La Riflessione
Collana: Fantasy
Pagine: 480
Anno di pubblicazione: 2013
Prezzo: €16,00 (eBook €2,99)
ISBN: 9788862119597
Formato: brossura, eBook
Valutazione:
RIASSUNTO - La morte di Centauro ha decretato la fine della decennale tirannide, ma non ha fermato la violenza: quartiere dopo quartiere, fratello contro fratello, la guerra civile per conquistare il trono di Atlantide sta insanguinando la terra dell’isola maledetta; i lupi sacri stanno morendo uno dopo l’altro, mettendo in pericolo le difese di Atlantide; oltre il Mare Nostrum, Greci e Romani stringono una pericolosa alleanza e si preparano alla Battaglia Finale. Guerra, morte e potere: a questo vanno incontro le Custodi del Pendolo, che ritroviamo più mature e consapevoli, ma anche più spaventate e insicure. Unite dall’amore fraterno ma divise dal gelido mare del Nord, Anne e Kirsten dovranno affrontare da sole i pericoli di un mondo ostile, le loro paure e le responsabilità di chi deve proteggere la propria patria e i propri amici.
“Il sangue del lupo”, volume centrale della trilogia di Atlantis, apre nuovi scenari sul già variegato mondo di Atlantide, chiude alcuni punti lasciati in sospeso e ne complica di altri, in un crescendo di emozioni e colpi di scena che vi lasceranno col fiato sospeso, in attesa del capitolo finale.
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RECENSIONE
È stato con grande piacere che mi sono buttata a capofitto sul secondo volume della trilogia di Atlantis, scritta dalla giovane Roberta Usai: ci eravamo separati da Anne e Kirsten appena ritornate da Atlantide, la dimensione fantastica della nostra Sardegna, dopo che insieme ai ribelli erano riuscite a sconfiggere il terribile Centauro. Ma ora è giunto il momento, per loro e per noi, di cominciare una nuova avventura: ora che il tiranno è stato eliminato, infatti, la guerra tra i vari pretendenti sta infiammando l’isola. E anche nella nostra dimensione le cose non vanno meglio: qualcuno che ha scoperto i segreti di Atlantide sta cercando di distruggere tutti i Pendoli che fungono da portali tra le due realtà.
Tuttavia le ragazze sanno che non sempre i Custodi vengono chiamati ad Atlantide una seconda volta, e notte dopo notte il pendolo si ostina a rimanere in silenzio… Riusciranno a tornare sull’isola e a mettere le cose a posto prima che sia troppo tardi? Naturalmente tutte le risposte stanno nel libro.
In particolare, a mio parere, un aspetto da migliorare era la smania del narratore di comunicarci più cose possibile già a partire dai primi capitoli della storia: il risultato erano descrizioni raccontate e, almeno in apparenza, un numero abbastanza importante di informazioni non utili ai fini della storia tutte concentrate nelle prime cinquanta pagine. Ne Il sangue del lupo, invece, questo concentrato di descrizioni al limite della noia non è per nulla presente.
Qualcuno potrebbe obbiettare che, trattandosi del secondo titolo di una saga, il problema non si poneva, dato che i personaggi, le situazioni e il background erano già stati introdotti. Ciò è certamente vero, ma capita spesso nei sequel che il narratore perda decine di pagine raccontando per filo e per segno quanto è accaduto nel libro precedente, creando un’introduzione persino più pesante. In Atlantis questo non succede. Anzi, dopo poche pagine è chiaro che quasi tutte le informazioni del volume I, che a una prima vita potevano sembrare superflue, trovano ben presto un collegamento nel secondo capitolo, incastrandosi alla perfezione nell’intreccio.
A proposito dell’intreccio, inoltre, devo dire che era parecchio tempo che non leggevo un romanzo del genere, di quelli in grado di tenermi incollata alla sedia: un’altra caratteristica da migliorare nel primo libro, ricordo, erano alcune scene un po’ piatte, sostanzialmente prive di azione, e alcune persino un po’ noiose, mentre qui devo dire che non ho incontrato nemmeno una pagina che mi facesse pensare: “che noia, speriamo che questo capitolo finisca presto!”. Anche nel Sangue del lupo ci sono, naturalmente, dei passi più che altro di riflessione, ma a quanto pare l’autrice è stata sufficientemente brava da non farli pesare per niente: anche i momenti “vuoti”, dunque, scivolano via in fretta senza suscitare alcun senso di pesantezza.
Insomma, trovo che i miglioramenti siano visibili sotto gran parte degli aspetti; tuttavia sono sicura che nel terzo romanzo l’autrice saprà fare ancora di meglio, riuscendo a sistemare alla perfezione anche quel poco che non funziona ancora… e a risolvere tutte le questioni rimaste aperte, naturalmente. L’unico difetto – se così vogliamo chiamarlo – de Il sangue del lupo, infatti, sono le molte domande lasciate in sospeso.
Un’ultima nota piccola ma significativa? Anche se non ho acquistato il libro, ho notato con piacere che la casa editrice di questo romanzo, ovvero La Riflessione, ha cominciato ad assegnare ai suoi romanzi dei prezzi un po’ più ragionevoli: il primo libro aveva 420 pagine e costava ben 20€; Il sangue del lupo (come molti altri titoli in catalogo), invece, ha una sessantina di pagine in più e costa 4€ di meno. Questo mi è sembrato assai positivo, naturalmente: sono convinta, infatti, che uno dei motivi per cui gli esordienti non vendano tanto siano i prezzi piuttosto alti che stabiliscono certi editori.
A questo punto arrivederci, spero il prima possibile, al terzo e ultimo libro della saga!
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In sintesi…
Si nota un buon miglioramento rispetto
al primo libro.
Alcuni aspetti possono essere an-
cora migliorati.
Storia ricca di colpi di scena e intrigan-
te, anche più che nel libro I.
Tutto si incastra alla perfezione, anche
ciò che non sembrava.
Stile più coinvolgente, no scene piatte.
Personaggi meglio approfonditi.
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Una frase significativa…
L’odore del bosco invase le loro narici. L’aria profumava di primavera e gli uccelli cantavano tra le fronde come un’orchestra di arpe e flauti. Gli alberi intorno a loro erano verdi e i loro rami arrivavano così in alto che avrebbero potuto toccare il sole. L’erba era bagnata di rugiada. Il sole, alto nel cielo, indicava che anche ad Atlantide era pomeriggio.
Anne e Kirsten rimasero immobili qualche secondo, assaporando ogni odore, ogni profumo, ogni suono della foresta. La loro foresta. Atlantide le abbracciò col suo clima mite, con la sua aria pulita, con le sue creature perfette, dono di Gaya.
Erano a casa.