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Recensione: "Battle Royale"

Creato il 13 febbraio 2012 da Ilary

Titolo: Battle RoyaleTitolo originale: Batoru RowaiaruAutore: Koushun TakamiEditore: MondadoriPagine: 663Prezzo: 12,00 €
Trama & recensione
Repubblica della Grande Asia dell'Est, 1997. Ogni anno una classe di quindicenni viene scelta per partecipare al Programma; e questa volta è toccato alla terza B della Scuola media Shiroiwa. Convinti di recarsi in una gita d'istruzione, i quarantadue ragazzi salgono su un pullman, dove vengono narcotizzati. Quando si risvegliano, lo scenario è molto diverso: intrappolati su un'isola deserta, controllati tramite collari radio, i ragazzi vengono costretti a partecipare a un "gioco" il cui scopo è uccidersi a vicenda. Finché non ne rimanga uno solo... Edito nel 1999, "Battle Royale" è un bestseller assoluto in Giappone, il libro più venduto di tutti i tempi; diventato fenomeno di culto, ha ispirato celebri film, manga sceneggiati dallo stesso Takami e videogiochi. Scritto con uno stile insieme freddo e violento, "Battle Royale" è un classico del pulp, un libro controverso e ricco di implicazioni, nel quale molti hanno visto una potente metafora di cosa significhi essere giovani in un mondo dominato dal più feroce darwinismo sociale.
Battle Royale dello scrittore giapponese Koushun Takami è stato pubblicato per la prima volta nel lontano 1999 ed è diventato subito un titolo di culto tanto che ne sono stati tratti due film, un manga, un anime e un videogioco (ed ha acceso anche intensi dibattiti nel paese del Sol Levante), mentre in Italia è stato pubblicato solo nel 2009.Battle Royale è un racconto distopico ambientato in una realtà alternativa in una nazione chiamata Grande Repubblica dell'Asia dell'Est retta da un regime dittatoriale di stampo fascista che ha attuato una chiusura nei confronti dei paesi occidentali, soprattutto contro gli odiati Stati Uniti, e che esercita la sua sovranità con pugno di ferro.Per impedire forme di ribellione ogni anno viene sorteggiata una classe di studenti di terza media per il cosiddetto "Programma": un gioco crudele "tutti contro tutti" (il titolo Battle Royale è mutuato da un combattimento proprio di questo tipo del wrestling) nel quale i partecipanti devono uccidersi a vicenda finchè non ne rimarrà solo uno, il vincitore.Ufficialmente il Programma viene presentato come una sorta di coscrizione obbligatoria in un paese in cui la coscrizione non è obbligatoria ma volontaria, mentre in realtà il Programma ha come obiettivo ultimo quello di minare la fiducia negli altri e far sì che nessuno tenti di allearsi con i suoi simili per combattere il regime.La vicenda inizia con quarantadue studenti, equamente suddivisi tra maschi e femmine, che pensano di essere in viaggio per una gita scolastica, quando ad un certo punto sull'autobus che li trasporta viene rilasciato un gas soporifero che li fa addormentare per essere in realtà condotti sull'isola dove si svolgerà il Programma. Una volta sull'isola, dalla quale sono stati precendentemente evacuati tutti gli abitanti, gli studenti si risvegliano in una scuola tutti con un collare addosso e vengono accolti da un rappresentante del governo che li informa che la loro classe è stata selezionata per il Programma di quell'anno.
I ragazzi hanno tre giorni di tempo per uccidersi, se non lo faranno il collare esploderà; ma il collare esploderà anche se tenteranno di toglierlo, o di scappare o se si troveranno in una delle zone che via via diventeranno vietate per movimentare il "gioco". Quindi non hanno nessuna possibilità di salvezza. Uccidere o essere uccisi: non ci sono alternative.Ad ogni partecipante viene fornita un'arma a caso, una mappa e dei viveri ed inizia così il "Programma". Da questo momento in poi tutti cominciano a guardarsi con sospetto, tutti dubitano di tutti, persino di quelli che fino al giorno prima erano i loro migliori amici; e in questo clima c'è chi impazzisce, chi preferisce suicidarsi piuttosto che morire per mano di un altro ragazzo, chi decide di partecipare per il semplice gusto di farlo senza alcuno scrupolo per i suoi compagni di scuola, chi tenta di andare contro il sistema restandone però vittima, ma anche chi decide di allearsi per cercare di sopravvivere.L'autore focalizza l'attenzione solo su alcuni dei partecipanti, dedicando spesso poche pagine ad altri. E forse non è un male visto che si fa non poca fatica a memorizzare e ad associare un nome a un determinato personaggio, tanto che più volte mi sono trovata a chiedermi chi fosse chi... diciamo che quarantadue nomi giapponesi da ricordare non sono proprio una passeggiata xDOgni studente viene identificato con un numero e, anche se ho scoperto che è proprio un'abitudine giapponese quella di fare liste numerate, questo dà ancora più l'idea della spersonalizzazione degli individui, di quanto poco contano per il governo gli sventurati studenti: sono niente più che numeri, non esseri umani con una propria personalità, desideri, aspirazioni.A proposito dei personaggi, devo fare però una piccola critica, in quanto sono piuttosto stereotipati: abbiamo il ragazzo bello e tutto buoni sentimenti che in pratica è l'eroe della situazione, la ragazza "della porta accanto" gentile, premurosa e "buona", la ragazza dal viso d'angelo ma dall'animo diabolico che sfrutta la sua bellezza e la sua capacità di fingersi buona per uccidere a sangue freddo gli altri, il ragazzo gay vanesio ed effeminato... insomma tutta una serie di luoghi comuni. La narrazione procede incalzante pagina dopo pagina, in un crescendo di violenza e di particolari alquanto truculenti: se siete facilmente impressionabili o deboli di stomaco, non leggetelo, visto che lo splatter abbonda. Alla fine di ogni capitolo viene fatto il conteggio di quanti studenti sono ancora in gioco, un aspetto che aumenta la curiosità di proseguire per vedere quanti ne resteranno nel capitolo seguente e incrementa il livello di angoscia nel lettore.Oltre agli aspetti più violenti della situazione, l'autore pone spesso l'accento sulle faccende sentimentali, scelta che ho trovato, non so, un po' fuori luogo in certe circostanze... ok che una persona che sta per morire pensa anche alle questioni più sciocche, ma continuare a rimarcare che Tizia è innamorata di Caio che però ama Sempronia, e via di questo passo, alla lunga ha cominciato a infastidirmi. Lo stile di scrittura è abbastanza freddo, distaccato, asciutto ma, ciò nonostante e nonostante tutti i difetti suddetti, Battle Royale è un romanzo drammatico, coinvolgente (e sconvolgente), un romanzo il cui scopo è anche quello di far riflettere sulla natura umana e su che cosa saremmo disposti a fare per sopravvivere (per lo meno io ci ho pensato: se capitasse a me, cosa farei?).
Voto: ♥ ♥ ♥ ♥

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