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Recensione Beautiful - La bellezza che uccide (Australia 2009)

Da Tallman
Recensione Beautiful - La bellezza che uccide (Australia 2009)Titolo originale: Beautiful - IMDB
Regia e Sceneggiatura: Dean O'Flaherty
Interpreti principali: Sebastain Gregory, Tahyna Tozzi, Socratis Otto, Peta Wilson, Asher Keddie
Disponibile a noleggio e in vendita a partire dal 10 novembre (Delta Pictures/Medusa Video)
Frase di lancio: Get me some secrets (Procurami qualche segreto)
Descrizione: Il thriller dello spettegolezzo
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Dopo l'ennesima sparizione di un'altra ragazza dall'idillico sobborgo di Sunshine Hills, Suzy, bellezza della porta accanto, sogno di ogni teenager del vicinato, persuade l'emarginato Daniel, quindicenne con la passione per la fotografia che ha un'ossessiva cotta per lei, a scoprire la verità legata ad una misteriosa casa in cui è reclusa una donna.
Cosa sarebbe un piccolo paese, in cui inevitabilmente tutti vengono a sapere di tutti, anche l'orario preciso in cui il dirimpettaio porta fuori il cane a fare i bisognini, senza le sue inesauribili scorte di pettegolezzi e che fine farebbero le povere casalinghe senza il loro passatempo preferito di sparlare del vicino che non cura il proprio giardino o che ha qualche sconcia mania che (sbadato o esibizionista?) non si preoccupa nemmeno di occultare facendo uso di apposite tendine? Probabilmente perderebbe quel tipico brusio di voci che è sintomo della sua vitalità ma che allo stesso tempo è causa delle disgrazie di alcune famiglie che tentano di rifarsi una vita in santa pace e invece vengono risucchiate da questo ciclone che non lascia superstiti nelle sue continue incursioni. Beautiful nel suo prologo sembra proprio ricordare un normale episodio di Desperate Housewives con la sua onnisciente e trasportante voce narrante che ci presenta tutti i retroscena di una cittadina all'apparenza tranquilla ma che in verità è caratterizzata da forti tensioni che non aspettano altro di emergere e scatenare un enorme putiferio, rara sceneggiata sociale che farà la felicità dei tanti pettegoli patentati i quali non mancheranno di tramandare l'evento, con loquacità da primato, anche alle generazioni a venire.
Recensione Beautiful - La bellezza che uccide (Australia 2009)
Il debutto di O'Flaherty è, dopo Acolytes (inedito in Italia), il secondo film australiano a non deludere, rispetto alla più acclamata concorrenza, anche se ha una narrazione barcollante che più volte rende inconoscibile il suo scopo e si rivela così fastidiosamente non comunicativa. Eppure la storia non disdegna elementi di partenza piuttosto familiari come la lolita che si arroga il diritto di comandare tutti a bacchetta o l'alienato ragazzo che obbedisce tranquillamente ai suoi ordini pur di entrare nelle sue grazie.Il regista rimane vago nelle sue intenzioni e preferisce assumere il ruolo di terzo occhio nei riguardi delle dinamiche rappresentate, senza rivelarci alcun segreto, almeno non direttamente, proprio come se fosse la versione dei fatti riportata da un passante. Tuttavia rimane nel sottofondo una certa connotazione critica verso il mondo dei pettegolezzi, delle voci di corridoio e delle leggende metropolitane che finisce per contagiare anche le forze dell'ordine che vengono spinte dall'opinione pubblica ad arrestare innocenti sospettati di omicidio in assenza di indispensabili prove tangibili.
Recensione Beautiful - La bellezza che uccide (Australia 2009)
L'unico elemento che ci viene in aiuto nella comprensione della vicenda è un'unica sequenza onirica che, vista la sua singolarità, potrebbe passare inosservata e non essere sufficiente per il compito.Tutti i difetti della pellicola provengono dunque dalla sceneggiatura che alla fine dà un senso di incompletezza per gli attesi sviluppi mancati, al contrario della regia, fin troppo edonista, e delle eccellenti interpretazioni che mostrano poco il fianco ad eventuali critiche, ma lo stesso non si può dire del poco convincente doppiaggio italiano. Se dal punto di vista tecnico c'è poco di cui lamentarsi, l'altro intoppo rimane la lentezza del racconto che si prende delle eccesive pause nei dialoghi che coinvolgono due personaggi per volta.Non un'opera riuscitissima come il titolo vorrebbe farci credere, Beautiful rimane comunque relativamente consigliabile per le sue dosi di mistero, dovute principalmente al fatto di non essere riuscita a portare a compimento i suoi obiettivi. Vorrei proprio sapere che aria si respira in Australia se spinge tutti i cineasti a complicarsi inutilmente la vita e a trasformare delle buone idee in irrisolti copioni.
Recensione Beautiful - La bellezza che uccide (Australia 2009)
GIUDIZIO FINALE: 6.5
Trailer italiano

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