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Recensione "Bellezza Crudele" di Rosamund Hodge

Da Glinda
Letto in una manciata di giorni e metabolizzato con lentezza, "Bellezza crudele" di Rosamund Hodge è stato senza dubbio un romanzo particolare. In molti mi avete chiesto cosa ne pensassi, motivo per cui ho fatto una pausa, oggi, per stendere la mia recensione. Preparatevi, perché ho molto da dire!


Recensione Titolo: Bellezza crudele (Cruel beauty Universe#1)Data di pubblicazione: 8 Ottobre 2015Dove comprarlo: LaFeltrinelli.it

Autrice: Rosamund Hodge
Editore: Newton ComptonPrezzo: 9, 90 €Pagine: 320
Recensione Recensione
Costretta a fidanzarsi con il malvagio governatore del suo Regno, la giovane e determinata Nyx sa che il suo destino è sposarlo, ma per coronare il suo sogno più segreto: ucciderlo e liberare finalmente il popolo dal giogo di quella crudele tirannia. Eppure nel giorno del suo diciassettesimo compleanno – quando la ragazza si trasferisce con lui nel castello sulla cima più alta di tutto il Paese – capisce che nulla è come se l’era aspettato, soprattutto il nuovo marito, incredibilmente affascinante e seducente. Nyx sa che deve salvare la sua gente a tutti i costi, eppure resistere al suo nemico giurato sta diventando sempre più difficile perché lui è ben deciso a conquistare il cuore della sua sposa.Con il suo romanzo d’esordio, Bellezza crudele, Rosamund Hodge ci regala una favola romantica, che farà sognare le lettrici, e inaugura una nuova saga che vede protagonista la coraggiosa eroina Nyx.



La mia recensione


«Ti amo più di qualsiasi altra creatura, perché sei crudele, e gentile, e viva.»
Ho atteso questo libro con grande aspettativa. Le premesse erano semplicemente perfette, niente da dire. Un retelling del tutto originale e deliziosamente Dark della fiaba de "La bella e la bestia", in cui l'antica Mitologia Greca e Romana si mescola al fantasy: cosa si può desiderare di più dalla vita? Ecco perché mi sono immediatamente fiondata su questo romanzo, senza alcuna remora, imbattendomi in una prosa ricca e sfarzosa, delle ambientazioni memorabili e una storia dal piglio epico, che, però, non mi ha convinto in pieno. 
Sì, perché purtroppo, pur essendo stato scritto con uno stile narrativo che non lascia indifferenti, il primo romanzo della Hodge ha avuto un po' il classico effetto di "tutto fumo e niente arrosto" su di me. Se da un lato la narrazione mi ha catturata senza appello, dall'altro ho trovato che la storia fosse stata raccontata in modo superficiale e poco chiaro, badando principalmente al lato estetico e lasciando molto in sospeso. 
Quello che l'autrice ha fatto è stato fornire ai lettori una sequela di splendide immagini che si imprimono nella mente, ricche di fascino e suggestione,  seguite però da pochissime spiegazioni. Tutto ciò ha creato in me un senso di forte smarrimento che mi ha accompagnato durante tutta la lettura e, purtroppo, non mi ha abbandonata nemmeno sul finale. Considero questo romanzo come un fantastico esercizio di stile, ma ciò non è stato sufficiente a farmi dimenticare la carenza di contenuti.
Alla luce di ciò, mi sento di sconsigliare a priori "Bellezza Crudele"? No. Per quanto insoddisfacente, è stata comunque una lettura carica di bellezza, che mi ha deliziato almeno in parte. Perciò vi invito a toccare con mano, magari però prendendo il libro in prestito da un'amica. Se volete saperne di più, in ogni caso, vi consiglio di leggere tutta la recensione, così da poter capire se questo romanzo possa fare o meno al caso vostro.
«Sai perché sopravvivo nell’oscurità, per quanto mi bruci?»
«Perché sei l’immortale signore dei demoni?»
«Perché dimentico. Sento sempre una voce nell’oscurità, ed è quella che pronuncia le parole che mi fanno bruciare vivo. Ma sopravvivo perché riesco sempre a dimenticare la voce appena parla. Ma tu, mia cara Pandora…». Si girò a guardarmi con un sorriso crudele. «Tu non sei affatto così brava a dimenticare. Quindi dovrò farlo io per te».
Ci troviamo in un mondo diverso da quello che conosciamo. Un mondo passato, dominato da divinità pagane che ricordano gli antichi Dei Greci e Romani. Al di fuori di questo mondo carico di superstizione, odio e Magia Ermetica (non chiedetemi cosa sia nello specifico, quali siano i suoi precetti o le sue origini, perché l'autrice non lo spiega MAI), c'è Arcadia, una terra maledetta, segnata da una terribile sorte. Su Arcadia non splende il vero sole, non brilla il cielo azzurro, non fa capolino la luna. I suoi abitanti sono intrappolati in una bolla di irrealtà senza possibilità di fuga, sotto un cielo di pergamena sbiadita a espiare le pene dell'inferno. E la colpa è del crudele Signore Gentile: Demone dei Patti, che ha condannato tutti a un regime di schiavitù e paura. Esiste una sola speranza per Arcadia e si chiama Nyx: promessa sposa del Signore Gentile. Per diciassette anni è stata addestrata alle arti Ermetiche e alla lotta e ora è pronta a sposare il suo aguzzino, colui che l'ha privata della figura materna a causa di un terribile patto finito male, e fare finalmente giustizia, uccidendolo. Ma quando il momento giungerà, Nyx si accorgerà che nulla è come sembra: può la Bestia celare il cuore di un Principe? Forse non tutti i mali sono assoluti, forse nell'odio può annidarsi un amore più luminoso del finto sole che illumina pallidamente Arcadia. 
Fin qui, tutto molto bello.  Insomma, anche solo scrivendo questo breve riassunto ho sentito un fascino innegabile verso i presupposti di questa storia. Ma i presupposti, putroppo, non sono stati abbastanza forti da giustificare tutta la confusione di cui il romanzo è pregno. Per queste motivazioni, anche se una parte di me era ammaliata dalla storia, l'altra parte, quella più razionale, continuava a chiedersi quando sarebbe giunto il momento che avrebbe chiarito ogni cosa. Putroppo quel momento non è mai giunto. Nemmeno sul finale. 
«Saremo sempre sciocchi», continuai, «e malvagi e crudeli. Non saremo mai al sicuro l’uno con l’altra».«Non provare a essere troppo felice di questo». Intrecciò le dita alle mie.«Ma fingeremo di sapere come si fa ad amare». Gli sorrisi. «E un giorno, lo impareremo davvero».

Il problema fondamentale di "Bellezza Crudele" è stata la confusione scaturita dalle scelte della Hodge.  L'autrice si è concentrata principalmente nella creazione di grandi suggestioni visive, facendo susseguire tra le pagine descrizioni abbacinanti, scene visivamente molto cariche e continui riferimenti al mondo della mitologia. Inzialmente non si può evitare di rimanere incantati dall'abilità narrativa della Hodge, ma dopo una manciata di pagine ci si trova a constatare che tutto lo sfarzo contenuto nelle sue parole, cozza brutalmente con la carenza di sostanza che caratterizza la storia. In primo luogo, a disturbarmi, è stata Nyx. Si presupponeva che essa fosse un'arma vivente, carica d'odio e determinazione. Ma sin da subito di dimostra essere un groviglio di sentimenti che vanno a briglia sciolta, di insicurezze e di sete d'amore. Il suo bisogno d'essere vista, amata, riconosciuta, per quanto comprensibile e commovente, diventa anche motivo di grande disappunto. Le sue scelte sono umorali, infantili, sciocche. Purtoppo, essendo lei la voce narrante, anche il romanzo segue questo genere di dinamiche, trasformandosi nel racconto della nuova vita di Nyx, piena d'avventura e fascino, scaramucce e dispetti, malumori e insta-love multipli, leggende snocciolate a casaccio e riferimenti a un mondo che non viene mai spiegato fino in fondoL'autrice non ci fornisce nulla di concreto, se non un'accozzaglia di bellissime immagini che tendono però a soffocare: una tale bellezza, deve poter essere spiegata. Invece ciò che il lettore si trova tra le mani è un'ammasso di domande e dubbi. Non si sa nulla della Magia Ermetica, non si comprende a fondo la natura del Signore Gentile né delle sue personalità alternative, non è chiara la natura di Nyx (è buona? è malvagia? è una traditrice o solo una bambina?), non si capisce che ruolo abbiano avuto gli Dei in tutto ciò né tantomeno si comprende come è finito il libro.

«Sei una moglie perfetta per me», continuò lui. «Più di quanto mi aspettassi, e ho sempre sperato che tuo padre scegliesse te, tra le due».«Perché, mi osservavi?»«Ogni tanto». Si fece avanti. «Osservavo tutta la tua famiglia. Tuo padre, che puniva te perché non aveva il coraggio di punire se stesso. Tua zia, che ti odiava perché eri la dimostrazione che tua madre avrebbe sempre avuto il cuore di tuo padre più di quanto lei potesse ottenerlo. Tua sorella, che fingeva che bastassero i sorrisi per scacciare l’oscurità. E te. La dolce e gentile figlia di Leonidas, con un mare di veleno nel cuore. Hai combattuto da sempre per tenere nascosta la crudeltà che provavi dentro di te, e per cosa? Nessuno di loro ti ha mai amato, perché nessuno di loro ti ha mai conosciuto davvero».

Pur volendo semplicemente accontentarsi della bellezza estetica di cui il libro è intriso, godendosi la corsa a lasciandosi ammaliare dal lato più romantico della storia, l'impresa non è facile come appare. Da amante del romance, infatti, devo dirmi delusa dalle scelte fatte dalla Hodge. Per quanto Ignifex sia un protagonista che indubbiamente sa come calamitare l'attenzione delle lettrici, con il suo piglio strafottente e crudele, ma anche dolce e tormentato, non c'è modo di entrare davvero in contatto con lui. Le continue divagazioni dell'autrice, che attraverso Nyx farcisce le menti dei lettori con descrizioni ridontanti della casa del Signore Gentile, storie su Dei e Ombre e Vasi che non dovrebbero mai essere aperti, conflitti interiori e indecisioni su ciò che sia più giusto fare rispetto ai suoi sentimenti contrastanti, distraggono senza appello. Molte volte durante la lettura ho desiderato che tutte le divagazioni di Nyx terminassero, per lasciare spazio a una buona dose di azione reale. Tutto in questo libro è lento, immaginato, idealizzato. Anche il lato romance, putroppo. Dal primo momento in cui Nyx mette piede nella dimora del Signore Gentile, esplode il suo sentimento per Shade, misterioso servo del suo sposo, a cui dichiara il suo amore immenso dopo un solo giorno e dopo aver scambiato con lui al massimo due frasi fatte. Cosa che avrei potuto anche accettare, se non fosse che nel frattempo cresceva anche il suo desiderio per il Signore Gentile. Ora, va bene un insta-love. Ma due? Non li reggo. In particolare quando in nessuno dei due casi c'è la possibilità di affezionarsi al protagonista maschile, perché tutto avviene in fretta, con superficialità, senza mai approfondire la conoscenza di questo o quel personaggio. Zero empatia, zero immedesimazione, solo tanta, tantissima confusione.

Peccato, ecco. Perché Ignifex era un personaggio degno di nota, le suggestioni create dalla Hodge erano intrise di una potenza importante e lo stile dell'autrice è senza ombra di dubbio favoloso. Ma il risutlato è stato deludente.
Recensione Recensione Verdetto: molto fascino e poca sostanza
Recensione
Livello sensualità: baci e sospiri

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