Gaza, aprile 2015. Una terribile esplosione scuote un quartiere della città. Il panico si diffonde immediatamente: tra le macerie dei palazzi crollati sbucano decine di volti e corpi macchiati di sangue e disperazione. In un café poco lontano sono seduti Peter Logran, un giornalista freelance canadese, e Omar, il suo abile cameraman. Accorrono subito a filmare l’accaduto con l’idea di rivendere il servizio alle tv. Ma mentre guardano le immagini del girato, si accorgono di una cosa incredibile: sul telo che avvolgeva un ferito è rimasta impressa l’impronta della sacra Sindone. È solo una strana coincidenza o si tratta di un segno divino? I palestinesi non hanno dubbi e gridano al miracolo, perché la vittima in questione è Ben Nahid, un santone e benefattore dei più deboli, osannato dalla comunità. Più difficile sarà invece convincere il Vaticano, un agnostico come Logran e tutto il resto del mondo.
"Ben Nahid" è un romanzo originale e avvincente, una storia d’amore intensa e toccante, un viaggio suggestivo, sul sottile confine tra realtà e finzione, che passa attraverso misteri insondabili, poteri straordinari e il nostro naturale, istintivo, profondo bisogno di credere.
Recensione
Eccomi con la recensione di un romanzo che vi avevo presentato un po' di tempo fa e che è un libro davvero particolare perchè direi che non si può far rientrare in un solo genere letterario data la molteplicità di elementi che troviamo in esso. Quando l'autore me l'aveva presentato, mi aveva detto che per comodità Ben Nahid era stato classificato come urban fantasy, ma in esso, appunto c'era molto di più. Dopo averlo letto, mi sento di affermare che urban fantasy proprio non è, perchè non ho trovato quelle caratteristiche tipiche dei romanzi appartenenti a questo genere letterario, ma sinceramente non saprei nemmeno io in quale genere inquadrarlo. La prima definizione che mi è venuta in mente è stata "fantasy religioso", ma non è propriamente esatta, perchè è anche romanzo d'azione, d'amore e di mistero. Un bel miscuglio, insomma! Ma che cosa racconta Ben Nahid, in definitiva? Dunque, la storia è ambientata nel 2015, quindi in un futuro ormai prossimo e siamo nella striscia di Gaza, zona tristemente nota per la guerra che dura ormai da anni, tra israeliani e palestinesi. Lì lavora Peter Logran, un giornalista freelance canadese, insieme al suo fidato cameraman, Omar, un ragazzo del posto. Un giorno, mentre i due stanno seduti al tavolino di un cafè, avviene una terribile esplosione poco distante da loro e, da bravi reporter d'assalto, accorrono immediatamente a filmare la scena per poi, ovviamente, vendere il servizio alle televisioni. Quando, in seguito, Peter e Omar riguardano il filmato si accorgono di un particolare a dir poco incredibile: il lenzuolo che avvolgeva uno dei morti nell'attentato reca impressa un'immagine che sembra la Sacra Sindone. Indagando i due scoprono che il morto avvolto nel lenzuolo era Ben Nahid, uno strano personaggio che la gente del luogo venerava in quanto agiva da benefattore nei confronti dei più poveri e dei più deboli. Ma chi è Ben Nahid realmente? Forse la reincarnazione di Cristo? Il mistero si infittisce quando, dopo tre giorni dalla morte, Ben Nahid sembra essere sparito dalla sua tomba e Peter e Juliette, una collega giornalista che è anche qualcosa di più per lui, hanno un incontro ravvicinato con il Nahid che sembra essere risorto proprio come Gesù. Peter e Juliette si trovano così coinvolti in un'avventura incredibile tra Gaza, la Francia e il Canada che non solo metterà spesso in pericolo la loro vita, ma scuoterà le loro coscienze e quelle del mondo intero, portando anche i potenti della Terra a rivedere la loro politica. Ben Nahid è indubbiamente un libro dalla trama molto particolare, nella quale realtà e fantasia si fondono in un mix originale e appassionante. Dal canto mio, è la prima volta che leggo un libro che propone come tema una ipotetica rinascita di Cristo e sono rimasta piacevolmente colpita dalla scelta dell'autore di scrivere un romanzo che andasse a toccare un'argomento che potremmo anche definire controverso - insomma, si tratta pur sempre di una reincarnazione di Cristo - e non si può dire che non sia stata un'idea geniale. Se Ben Nahid è il centro di tutta la trama, colui attorno al quale si sviluppa l'intera vicenda, c'è da dire però che non è lui il protagonista principale del romanzo, anzi è un personaggio che resta abbastanza defilato, in secondo piano, un personaggio abbastanza misterioso del quale sappiamo ben poco, che però, al tempo stesso, ha una presenza forte pur comparendo raramente. Il vero protagonista del romanzo è Peter Logran che è anche colui che racconta l'intera storia in prima persona. Peter è un uomo pratico e pragmatico, oltre che profondamente agnostico. Figuratevi, quindi, come può prendere un presunto ritorno di Gesù sulla Terra. Trovo che sia stata una mossa molto azzeccata scegliere di creare come protagonista un uomo che non crede in nessun Dio e in nessuna religione, e metterlo davanti a una possibilità di quel tipo, cioè conoscere un uomo che potrebbe essere il nuovo Cristo e che gli fa mettere in discussione tutte le sue idee. Peter però, nonostante abbia comprensibilissimi dubbi - chi non li avrebbe? -, non si fa mai prendere dal fanatismo o dall'euforia, come ad esempio capita alla sua compagna di avventure Juliette, non cambia idea in merito al credere a qualcuno o qualcosa, no, Peter resta coerente con le idee dall'inizio alla fine, mantiene sempre la sua razionalità e il suo scetticismo, anche quando si trova coinvolto in situazioni incredibili, come quando nascostosi sotto il lenzuolo che avvolgeva il Nahid, si trova "teletrasportato" in un altro luogo. Peter è un personaggio molto realistico, è l'emblema dell'uomo moderno, scettico e disincatato che non crede più e magari vorrebbe credere in qualcosa di superiore, ma non ci riesce. Comunque, non è solo Peter ad essere ben delineato, anche gli altri personaggi, che noi conosciamo attraverso le sue parole, hanno un'ottima caratterizzazione, sia per quanto riguarda quelli principali che quelli secondari; l'autore ha fatto davvero un buon lavoro sui suoi personaggi. E ha fatto un'ottimo lavoro anche in riferimento all'ambientazione, soprattutto quella palestinese, della quale sembra avere una profonda conoscenza; Stefano Olivieri descrive con cognizione di causa la realtà politica e sociale di un luogo devastato da una guerra lunga e sanguinosa, le difficoltà che affrontano quotidianamente le persone che vivono in quei luoghi, sempre con il timore di una rappresaglia, di un bombardamento, e poi proprio i paesaggi con le case sventrate dalle bombe, le macerie, le rovine, e come per i personaggi, anche le ambientazioni sono tratteggiate in modo vivido e realistico, con una scrittura semplice e lineare, uno stile pulito senza troppi fronzoli, con frasi brevi e incisive, adeguato alla storia che viene raccontata. Prima di concludere voglio fare un appunto sul finale che è decisamente inaspettato e imprevedibile che mi ha lasciata da un lato gradevolmente sorpresa ma dall'altro al tempo stesso un po' non dico delusa, ma con una certa tristezza. Non aggiungo altro, solo che è, per così dire, un finale dolceamaro. Tirando le somme, Ben Nahid è stata una lettura molto coinvolgente, un romanzo che cattura e intriga con le sue avventure, i suoi misteri e i suoi personaggi; è una trama molto ricca con tanta azione, una storia d'amore, eventi ai limiti dell'incredibile e qualche momento ironico che va a stemperare l'inevitabile tensione che si crea. Un bel romanzo, ripeto molto particolare e originale, che consiglio a chi vuole leggere qualcosa di diverso e innovativo.
Il mio voto:★ ★ ★ ★ ✩