Recensione "Bianca come il latte, rossa come il sangue" di Alessandro D'Avenia
Creato il 20 agosto 2013 da BooklandAutore: Alessandro D’Avenia Pagine: 254 Prezzo: 13,00€ Editore: Mondadori Collana: Numeri Primi
Trama Leo è un sedicenne come tanti: ama le chiacchiere con gli amici, il calcetto, il suo iPod. Le ore passate a scuola sono uno strazio, ma il nuovo supplente di storia e filosofia è diverso: una luce gli brilla negli occhi quando spiega, quando sprona gli studenti a vivere intensamente, a cercare il proprio sogno. Leo sente in sé la forza di un leone, ma c'è un nemico che lo atterrisce: il bianco. Il rosso invece è il colore dell'amore, della passione, del sangue; rosso è il colore dei capelli di Beatrice. Perché un sogno Leo ce l'ha e si chiama Beatrice, anche se lei ancora non lo sa. Quando scopre che Beatrice è ammalata e che la malattia ha a che fare con quel bianco che tanto lo spaventa, Leo dovrà scavare a fondo dentro di sé, sanguinare e rinascere, per capire che i sogni non possono morire e trovare il coraggio di credere in qualcosa di più grande.
Recensione “Bianca come il latte, rossa come il sangue” è il romanzo d’esordio del giovane scrittore italiano Alessandro D’Avenia. Leo ha sedici anni, adora giocare a calcetto con gli amici, prendere in giro i professori, uscire con la sua migliore amica Silvia, ma soprattutto AMA Beatrice, una ragazza che frequenta la sua scuola, bella da togliere il fiato, con i capelli di un rosso vivo! Le giornate scorrono sempre uguali: scuola, calcio, amici e Beatrice. Leo sa che prima o poi troverà il coraggio di dichiararsi di persona a Beatrice, ma sino ad allora preferisce contemplarla da lontano ed inviarle sms a cui non giungerà mai risposta. Leo ha una particolarità, una cosa che lo distingue dagli altri: ad ogni emozione da un colore, ma ha paura del Bianco. Per lui il bianco è il nulla e associa ad esso tutti i sentimenti negativi. Il silenzio, l’assenza di qualcosa, l’indefinitezza, il vuoto! Un giorno giunge a scuola il nuovo professore di filosofia, da tutti ribattezzato “Il Sognatore” per la sua visione sognatrice della vita, per i suoi ideali. Un professore che insegna filosofia raccontando storie tratte da “Le mille e una notte”. Leo non può sopportarlo: un professore con la testa tra le nuvole, la mente piena di ideali, i piedi poco saldi per terra. Cosa mai potrà trasmettere di utile una persona così? Ma la vita riserva sempre una sorpresa, a volte felice e a volte no. Per Leo la vita riserva un brutto tiro: Beatrice è malata di leucemia e sta pian piano spegnendosi. Leucemia, letteralmente “sangue bianco”, quasi che il destino voglia sbeffeggiare Leo, perché il sangue è rosso, non bianco, quel colore così triste, che non porta mai nulla di buono. Inizia così per Leo un viaggio difficile, che lo porterà a crescere, maturare. Il romanzo è scritto in prima persona. Il protagonista è Leo. Ci narra le vicende in maniera diretta, senza troppi giri di parole, in forma colloquiale. Più che un romanzo sembra un diario. Sembra che il lettore stia dialogando col protagonista. E senza rendersene conto si ritrova al fianco di Leo, condividendone passioni, paura, ansia, rabbia, speranza. Ogni personaggio ha una sua forma, un suo carattere e grazie alle parole non è difficile immaginarli: c’è Silvia, sempre pronta a sostenere Leo, c’è Niko e tutta la squadra dei “pirati”, Beatrice così delicata, così legata alla vita eppure così matura e pronta a combattere pur di vivere e infine il Sognatore, tra i personaggi quello che più ho apprezzato, un uomo che fa un lavoro che ama, che non bada al fatto che si tratta solo di una supplenza, che pur sapendo che durerà poco cerca sempre di sfruttare ogni minuto per trasmettere qualcosa ai propri studenti. Un tipo di professore che ormai nelle scuole si sta estinguendo, ma che se hai la fortuna di incontrarlo bisogna saperselo tenere stretto e cercare di imparare quanto più possibile. Ho apprezzato molto questa lettura. Ho riso, ho pianto (e quanto!), mi sono emozionata. Consiglio la lettura. Per la storia, per la struttura narrativa, per le scelte linguistiche. Il libro è perfetto per gli adolescenti, ma può essere apprezzato anche da chi quella fase l’ha superata da un po’. Non sono d’accordo con chi definisce l’opera piena di luoghi comuni o personaggi stereotipati. Certo, il testo presenta alcuni punti troppo veloci e talvolta avrei preferito un maggiore sviluppo della storia. Ma questo è dovuto in parte alla scelta narrativa dello scrittore che ha voluto rendere la narrazione molto scorrevole, un fiume di pensieri, come se fosse un flusso di coscienza più ordinato. In conclusione assegno 4 stelline! Isy
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