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Recensione: "Bittersweet - qualcuno come te- " di Rhoma G.

Creato il 25 febbraio 2016 da Sherzade90 @SogniMarzapane

Grace è un'infermiera e lavora a Seattle, Josh è un affermato broker di New York. Le loro esistenze non potrebbero essere più diverse e i loro caratteri più lontani. Lei è dolce, un po' introversa, tanto altruista e nasconde un segreto. Lui è scontroso, un po' egocentrico, tanto egoista e nasconde un segreto. I due ragazzi condividono un passato che, per certi versi, li ha uniti in modo indissolubile anche se ancora non lo sanno.
Un passato che tornerà a sconvolgere le loro vite. Secondo Grace esistono vari tipi di lividi; ci sono quelli sul corpo, ma anche quelli dell'anima, per esempio. E per questi, non esiste unguento che riesca a curarli. Per Grace era questo Josh, un livido sull'anima. Una chiazza scura sulla pelle lattea. E per quanto lei provasse a mandarla via, non ci riusciva. Solo Josh avrebbe potuto farlo, perché lui era il male ma era anche la cura. Un terribile incidente farà rincontrare i due ragazzi, un tempo nemici, e farà capire loro che la vita dà sempre una seconda possibilità, bisogna solo avere il coraggio di accettarla.

Caro diario,
la vita è strana, l’ho capito a mie spese; è imprevedibile, anche questo l’ho capito a mie spese. La vita è quanto di più semplice e complicato ti trovi ad affrontare. Semplicissimo. Complicatissimo. La vita è stupefacente perché spesso prende, ma qualche volta da. Ora la domanda è: quando da, siamo in grado di capirlo? E’, soprattutto (o per meglio dire effettivamente), abbiamo il coraggio di afferrare ciò che ci offre?

Ecco come inizia “Bittersweet – Qualcuno come te” il romanzo di Rhoma G., una scrittrice emergente ma che, a detta mia, lascerà decisamente un segno sul vostro cuore, o per meglio dire, un livido…….Proprio di questo tratta il suo libro…..Lividi, non quelli evidenti che si notano quando sbatti contro qualcosa oppure cadi, no…… quei lividi che ti porti dentro, che ti segnano la vita, che ti oscurano il cuore, celano le emozioni e ti costringono a rinchiuderti nel tuo guscio per scappare a quello che più ti fa soffrire. Questa è Grace la nostra protagonista. Ai tempi della scuola una studiosa nell’ombra un pochino sovrappeso, intenta a nascondersi al mondo finchè un scontro (scontro al sapore di polpettone, disgustosamente indimenticabile) la porterà ad essere il bersaglio preferito di Josh (Carter) il bellone della scuola accompagnato dalla solita oca cheerleader che gli muore dietro e con al seguito un segugio di migliore amico Mike, che daranno del filo da torcere alla vita scolastica di Grace e della sua migliore amica Angela, che nulla chiedono al mondo se non di essere lasciate in pace. Ma di pace non si può parlare quando Carter e Wilson (cognome di Grace) si ritrovano nel raggio di pochi metri. Gli scontri degenerano fino a che, in preda allo sconforto, Grace lascia un segno sulla mano di Carter. Quello stesso segno permetterà a Grace, anni dopo, di riconoscere Josh su una barella di ospedale, reduce da un grave incidente, che lotta fra la vita e la morte, mentre lei svolge il suo lavoro di infermiera. Eccolo li il destino infame……. In tutto il mondo lui doveva ritrovarsi proprio nel suo ospedale???? Sentimenti a lungo sopiti da parte di entrambi torneranno a galla facendo di nuovo scontrare le loro vite.
Ma in effetti riusciranno a trovare un modo per comunicare, per capirsi, per dirsi quello che stupidamente non si sono mai detti???Io mi sono sentita sulle montagne russe fin dalle prime pagine. La trovo una storia molto dolce, realistica, un concentrato di amore ed odio che mi ha fatto impazzire ed innamorare dei protagonisti alla follia. Una lettura armoniosa e scorrevole come non mi capita molto spesso. Nel corso della lettura mi sono ritrovata catapultata nelle ambientazioni, in prima linea a litigare con loro. Davanti ai miei occhi ho visto scorrere le immagini di quello che leggevo e credo sia una grande capacità, da parte di uno scrittore, di riuscire a far capire al lettore una scena così bene al punto che lui se ne senta partecipe. Devo confessare che ho conosciuto personalmente l’autrice quando questa storia era una FanFiction nel fandom Twilight intitolata “Lividi” e me ne sono innamorata immediatamente. Già allora aveva catturato il mio cuore e non credevo avrei potuto amarla di più finchè non ho letto il libro. Sono stata sorprendentemente stupita di ritrovare la storia, che tanto avevo amato, ampliata, rivista e corredata di tante novità che mi hanno reso la lettura un sogno ad occhi aperti. Mi sono molto immedesimata in Grace, ma credo che tutte noi potemmo trovare nel suo personaggio un pezzo della nostra personalità. Grace non è perfetta. Non è la solita oca bionda, un metro e novanta, capitana delle cheerleader e futura modella. No, Grace è semplice, robustella, con i suoi tanti difetti sia fisici che caratteriali. Chi di noi, nelle nostra adolescenza, non ha almeno una volta odiato il proprio aspetto fisico…..anche solo quella volta può farci sentire più vicine a Grace. Josh invece è il bello ed impossibile che, per un gioco storto del destino, diventa possibile quando sembra però ormai troppo tardi…… questo libro è semplice, una storia ben piantata per terra. Non c’è sesso sfrenato, manette e frustini, stanze dei giochi o altro del genere, e forse mi ha fatto innamorare proprio per questo. Tra tutte le creazioni di nuovi autori emergenti, questo libro è uno dei pochi che non segue il filo conduttore del momento. Questo libro è diverso…..la sua diversità lo rende meritevole di essere preso in considerazione, proprio per dare una possibilità ai sentimenti che molto spesso vengono trascurati.
La porta della stanza di Josh era aperta, non guardai in quella direzione di proposito. La sensazione che mi stesse osservando però fu netta sulla mia pelle. Dopo il caffè, diedi disposizioni a due inservienti circa l’arrivo di tre nuovi pazienti, quindi raggiunsi Jerry per il primo round di terapie.Josh era il quarto della lista quella mattina. Avrei voluto che il suo turno non arrivasse mai. Invece, intorno alle nove e trenta, toccò a lui. Entrai nella stanza per ultima con l’intento di posticipare il più possibile l’effetto che mi avrebbe fatto vederlo dopo la notte precedente.«Buongiorno, come andiamo?»Jerry era di ottimo umore, come sempre, io stentavo perfino a muovere le labbra. «Bene» esclamò con decisione «molto bene» e sorrise. Quel raggio di sole era un regalo per me, non certo per Jerry. Sperava gliene regalassi uno altrettanto radioso, e che lo guardassi con gli stessi occhi lucidi e carichi di promesse che aveva lui. Occhi felici di vedermi. Non riuscii a fare né l’una né l’altra cosa. Milimitai ad un cenno del capo che lo deluse profondamente, poi andai a mettermi al mio lato di competenza. Il raggio di sole si spense, oscurato da uno sguardo nebuloso.Cosa si aspettava?Che gli gettassi le braccia al collo come avevo fatto la sera prima?Che gli dicessi che lo amavo e che non avevo mi smesso di farlo in quei setteanni?Altri due minuti di quello sguardo da cucciolo ferito e l’avrei fatto. Maledetta me!«Ciao, Gresy» ‘non farlo! Non guardarmi così, non parlarmi così, non chiamarmi così.’Il suo viso pallido, la sua espressione triste, la sua voce calda…Quanto tempo avrei resistito?Maledetta me. «Ciao» mormorai fingendomi distratta dalla disposizione dei cuscini sotto alla sua gamba. L’effetto Bamby era sempre in agguato. «Iniziamo con la gamba destra?»«Sì, anche se penso che ormai sia a posto con quella. Non è vero, Josh?» distratto dal mio essere distratta ci mise un po’ a rispondere. «Josh? La gamba» «Ehm, sì Jerry, la gamba… sono a posto» il suo entusiasmo era pari a zero «mi fa male la sinistra stamattina.»«Adesso gli diamo un’occhiata, dovresti cominciare a muoverti con le stampelle: perché rimandi sempre? Fra una settimana esci e...» «Una settimana?» interloquii incredula. Non ero stata capace di trattenermi.«Credevo restassi qui fino a metà mese.»«L’ho saputo stamattina dal dottor Ascot. Le lastre, la risonanza... è tutto nella norma. Sono guarito. Ho solo bisogno di attività motoria» si stava giustificando con me. «Logico, attività motoria» mi sentivo una perfetta idiota. «Sono davvero felice per te.» Di sicuro, quella che avevo stampata sulla faccia, era proprio l’espressione di una persona felice. La fisioterapia durò appena dieci minuti. Nel giro di mezz’ora, Josh, si sarebbe trasferito in palestra per continuare gli esercizi con le macchine. Potenziamento muscolare e stretching. Si sarebbe dedicato a questo per il resto della permanenza in reparto. Una volta fuori, avrebbe eseguito delle sedute presso un centro specializzato. Jerry, gli avrebbe raccomandato il nuoto.«Ci vediamo dopo allora» il mio collega, sempre più pimpante, era sempre così quando un paziente era prossimo a considerarsi guarito, si congedò. L’avrei seguito a ruota. «Faccio una pausa per un caffè. Ci ritroviamo alla “322” tra cinque minuti.»«Okay» lesta, mi avviai anch’io alla porta. Non volevo restare da sola con lui. -Ti aspetto di là.-«Grace» purtroppo, il mio piano di fuga fallì «aspetta un attimo» miseramente. «Devo andare» risposi, il tono freddo e distaccato. «Hai sentito Jerry?»«Sta prendendo il caffè adesso, potresti sistemarmi le lenzuola, per favore?»Diedi una rapida occhiata e, in effetti, lenzuola e copriletto erano ammonticchiati in un angolo. Mi avvicinai al letto e cominciai a darmi da fare con la trapunta, anche se sapevo che quella richiesta era solo una scusa.«Perché non mi parli?»«Al momento non ho niente da dire»risposi mantenendo gli occhi fissi su ciò che stavo facendo.«Potresti almeno guardarmi.» Ignorai la richiesta.«Gresy?» Mi prese una mano e mi costrinse a fermarmi. «Gresy, ti prego, non fare così.»Alzai gli occhi. «Così, come?»«L’indifferente. Come se ieri notte non fosse mai accaduta» «Hai ragione, è esattamente ciò che sto facendo, perché ieri notte non è mai accaduta.» Scattai in piedi e cercai di liberarmi dalla sua stretta. Tutto inutile. Afferrò lo scollo della mia uniforme e alzò il busto, il necessario per posare la sua bocca sulla mia. Il distacco, la freddezza, l’indifferenza si dissolsero come neve al sole. Non fu un bacio lunghissimo, non per questo fu meno caldo e passionale, e non per questo non lo ricambiai con trasporto. «Dillo di nuovo» mi sfidò allontanandosi da me il necessario per guardarminegli occhi. «Cosa?»«Che questo tra noi non è mai accaduto.» Mi passai la lingua sulle labbra, volevo cancellare ogni traccia del suo sapore. Fu inutile. Lui era sulla mia lingua, sul mio palato, fra i denti, nella gola, nella pancia, forse anche fra le dita dei piedi c’era una traccia di Josh. Era dentro di me, era attorno a me. Era in ogni cellula del mio corpo, era in ogni alito del mio respiro. Era nel mio sangue, nella mia carne. Era nel mio cuore e nella mia anima. Era nella mia vita. Lo era sempre stato. Solo che ora era chiaro come il sole. «Questo, non è mai accaduto» ripetei ostinata, forzando me stessa a ignorare i suoi occhi da cucciolo ferito.Nell’attimo stesso in cui terminai la frase, gli buttai le braccia al collo. Mi lasciai travolgere, avvinghiandomi alla sua nuca come fosse una boa in mezzo all’oceano. Sentii le sue mani calde, erano sempre calde le sue mani, risalire lungo la nuca, i polpastrelli massaggiarmi la cute e il respiro, conoscevo l’odore del suo respiro, solleticarmi le narici. Avrei voluto che quel momento non finisse mai. Dio, quanto lo amavo.Infinitamente, perdutamente. E più il mio cervello diceva alla mia lingua di uscire dalla sua bocca, più il miocuore s’incaponiva a obbligarla ad attorcigliarsi alla sua. La lotta tra “ragione e sentimento” durò fino a quando Josh, toccò il punto nevralgico, causa del mio mal di testa, e mi riscossi da quel sogno perfetto.
Credo che le parole del libro parlino da sole…..
Quindi se avete voglia di emozionarvi, innamorarvi, arrabbiarvi e per certi versi tornare alle superiori con i primi amori, le prime litigate e gli scherzi, allora ve lo consiglio. “Bittersweet” si trasforma da una storia adolescenziale dolcissima ad un’appassionante e travolgente amore, grazie anche alla lettura dei diari dei protagonisti (che ho trovato adorabili).
Voglio soffermarmi un attimo invece sul lato tecnico di questo libro perché lo trovo doveroso nei confronti dell’autrice. Il libro si compone di 480 pagine nelle quali, a malapena, ho trovato tre o quattro refusi, errori di battitura nella trascrizione del testo, che possono ben capitare nella pubblicazione di un libro quindi assolutamente nella norma. Lo stile narrativo è sempre stato scorrevole, scritto con scioltezza e senza errori di forma grammaticale o sintattica, insomma, l’ho trovato corretto anche sotto un attento occhio indagatore. Si trova spesso, soprattutto nei libri di autori emergenti, uno stile di scrittura ancora acerbo, una struttura narrativa povera e magari errori grammaticali o di forma ma questo non è assolutamente il caso di questo libro, quindi mi sento proprio di fare i complimenti all’autrice perché, in queste pagine, ci ha messo il cuore e tutta se stessa e ciò si percepisce in ogni riga.
Recensione:
Blog Rhoma G.Facebook
Dove comprare il libro:AmazonIBSInMondadoriLaFeltrinelli
La gentilissima Rhoma G. ci ha aperto le porte di Facebook per una bella chiaccherata tra amiche.
Noi e Voi tutte lettrici siete curiose di sapere cosa ci siamo dette?

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