Autore: Dorothy Baker
Editore: Fazi
Traduttore: Stefano Tummolini
Pagine: 274
Prezzo: 16,50 €
Il mio voto: 4 piume
Trama
È un'estate dei primi anni Sessanta e Cassandra Edwards è in viaggio verso il ranch di famiglia. Partita da Berkeley, sta andando al matrimonio della sorella gemella, Judith, ma non sa come comportarsi perché non ha proprio voglia di conoscere il cognato, né di gioire dell'evento. Cosa succede nel cuore di un fratello gemello quando l'altra metà decide di andare via, di iniziare una vita propria da condividere con un estraneo? Accade di arrivare nella casa paterna e di aver voglia di tuffarsi subito in piscina, dove la testa si libera dai pensieri e nell'acqua ci si dimentica quasi di essere mai nati; di stringere tra le braccia la nonna, ancora affilata nei giudizi eppure così spudoratamente di parte nei confronti delle nipoti; accade poi di parlare con il proprio padre, in un'infilata di brandy che aiuterà a sfogare la propria tristezza e le paure. La casa degli Edwards è un piccolo mondo distante, e fiero di esserlo, dalla società americana degli anni Sessanta; è un ambiente colto e progressista dove il capofamiglia è un professore di filosofia in pensione le cui figlie ricordano con grande fierezza l'educazione libera e tesa alla curiosità che gli ha impartito; ed è una casa dove manca una madre da qualche anno. Il weekend che accompagna il racconto di Cassandra al matrimonio è quasi lo scampolo di una storia familiare idilliaca, l'ultimo colpo d'occhio di una giovane donna che sta per volgere lo sguardo altrove.
La recensione
Cassandra al matrimonio è un romanzo pubblicato in America per la prima volta nel 1962, quando la sua autrice, Dorothy Baker, aveva 55 anni. Di lì a poco sarebbe morta – precisamente nel 1968 – a causa di un cancro a soli 61 anni. Dorothy non ha scritto molto, solo quattro romanzi in tutto, di cui uno solo tradotto e pubblicato in Italia con soli 52 anni di ritardo. Gli altri suoi romanzi chissà se li vedremo mai. Ed è un peccato, questo, perché la Baker aveva sì del talento e mi piacerebbe vedere tradotti anche gli altri suoi lavori, seppur pochi.Sulla quarta di copertina è possibile leggere le parole entusiaste di Peter Cameron che, difatti, si è occupato anche di scrivere la postfazione:«Mi ha scioccato nel vero senso della parola: mi ha sbalordito, lasciato interdetto, senza fiato, con la mente sollecitata dalle piccole scosse elettriche che provoca quasi a ogni pagina questo libro appassionante».