Felicità. Quante volte ognuno di noi ha pronunciato questa parola. Quanti stati d'animo abbraccia in tutto il mondo, in ogni istante di vita?
Una parola semplice ma che sembra sempre qualcosa di irraggiungibile.
La felicità non è avere quello che si desidera, ma desiderare quello che si ha, scriveva Oscar Wilde. Fosse così facile…..ma siccome siamo esseri complicati per quanto semplice, in realtà, questa ricerca, che è sempre sotto i nostri occhi, non lo è.
Siamo forti, corriamo 24 ore su 24, facciamo più cose contemporaneamente, viviamo stressati ma viviamo, pieni ed attrezzati di tecnologia, guai se ci perdiamo il telefonino, anzi l'Android, per non parlare di tutte quelle cose che ci danno tra virgolette "certezza", ma siamo anche degli esseri fragili sopratutto quando quello che ci viene a mancare è davvero la vita. Ed è quello che accade a Lucio Battistini protagonista del romanzo 100 Giorni di Felicità.
Quando ho visto questo libro per la prima volta sono rimasta colpita da tre cose:
la parola felicità, il colore bianco di copertina tutto intorno e la ciambella addentata. Già, proprio così, più la ciambella direi. Questo è il primo libro di esordio di Fausto Brizzi, affermatissimo sceneggiatore e produttore televisivo di cui tra le altre cose avevo anche visto i suoi film (Notte prima degli esami, Ex, Maschi contro femmine) è libro straordinario che mette a nudo la fragilità dell'essere umano e tratta un tema davvero molto comune oggi nell'intera popolazione mondiale: il cancro.
Cosa faresti se mancassero cento giorni alla tua morte?
Non a tutti è concesso di sapere in anticipo il giorno della propria morte. Lucio Battistini, quarantenne ex pallanuotista con moglie e due figli piccoli, invece lo conosce esattamente. Anzi, la data l'ha fissata proprio lui, quando ha ricevuto la visita di un ospite inatteso e indesiderato, un cancro al fegato che ha soprannominato, per sdrammatizzare, «l'amico Fritz». Cento giorni di vita prima del traguardo finale. Cento giorni per lasciare un bel ricordo ai propri figli, giocare con gli amici e, soprattutto, riconquistare il cuore della moglie, ferito da un tradimento inaspettato. Cento giorni per scoprire che la vita è buffa e ti sorprende sempre. Cento giorni nei quali Lucio decide di impegnarsi nella cosa piú difficile di tutte: essere felice. Perché, come scriveva Nicolas de Chamfort, «la piú perduta delle giornate è quella in cui non si è riso».E' una storia che ti colpisce dritto al cuore, che ti commuove e che in tutta la sua drammaticità ti lascia anche sorridere perché Lucio Battistini è un uomo qualunque, che ha un lavoro, una famiglia, degli amici, le bollette da pagare, una vita quotidiana così come è la vita, una vita che crolla se poi a mancare e propria la
quotidianità, come fare colazione tutti i giorni con una ciambella fritta pur sapendo che il tuo colesterolo e il tuo fisico di certo prima o poi si ribellerà. Ma di certo non avresti pensato che ha farlo sia un amico non invitato "l'amico frizt", un cancro al fegato.Lucio ti piace fin dalle prime pagine anche quando scopri che sta per tradire (e tradisce) sua moglie. Poi ti innamori di lui per quello che è e che decide di fare in 100 giorni di vita, perché è lui che decide di non aspettare che arrivi quel giorno che, nel frattempo, lo avrà divorato in ogni suo sorriso, ogni sua risorsa, ogni suo respiro. 100 giorni per riconquistare la moglie, per fare follie con gli amici, per vivere i suoi amati figli, per continuare a mangiare ciambelle, 100 giorni per imparare a vivere. E' un libro che consiglio di leggere anche se molti mi rispondono che la vita è già abbastanza triste per leggere libri drammatici.Ma è proprio da i nostri drammi che impariamo ad affrontare le difficoltà ed apprezzare di più quello che spesso non consideriamo; un matrimonio che va avanti da diversi anni con due figli e la noia o la fine di una passione e la non condivisione, un lavoro che fai e che non ami e non era ciò che desideravi per te, l'insoddisfazione che attanaglia l'essere umano, l'avere tutto e pensare di non avere nulla. Tutto questo fa parte della nostra vita dobbiamo soltanto avere la capacità di essere meno superficiali e iniziare a respirare davvero quel vento che ci scombina i capelli ma proprio per questo essere felici di avere il privilegio di vivere e di essere spettinati dalla vita.